– Lavorare in una scuola autonoma, dirigerla, trascorrervi fino a dodici ore al giorno fra gare di appalto, circolari, scrutini, colloqui con aziende e associazioni, progetti e verifiche, vale il guadagno di un operaio specializzato. E questo con un contraltare di incongruenze e responsabilità assurde, i dirigenti della scuola sono considerati alla stregua dei datori di lavoro per la sicurezza, come se fossero capitani d’azienda, ma non possono neanche sostituire una sola lampadina, visto che questo, come tutto ciò che riguarda strutture e arredi, riguarda l’ente locale.

[Bugiardino. 1) va riconosciuto che le situazioni critiche evidenziate, le conseguenti lamentele e rivendicazioni sono sostanzialmente fondate, però NON si risolvono con la perequazione economica ai dirigenti PA (che concretamente significa circa raddoppio della retribuzione – da 55-60 mila euro/anno a oltre 100 mila (in totale 480 milioni di euro) – , né con maggiori poteri anche verso i docenti (già in alcune scuole si segnalano gravi comportamenti dirigenziali tipo caserma, riformatorio, cerchio magico, bossing, …. ), né con la formalizzazione di un  c.d. middle-management, né insistendo con l’idea errata della scuola-azienda e del preside-manager ecc., né scorporando e isolando (“Solo Dirigenti”!) i problemi della categoria da quelli della scuola, dei docenti, degli ata, dei dsga, degli alunni; 2) va ricordato il fatto che il maggiore sindacato dei presidi-DS ha prima sostenuto decisamente la fallimentare riforma della l. 107/2015, salvo poi ricredersi in parte ed ha innescato, lo scorso anno, la protesta “La rabbia dei presidi”, protesta risultata debole, velleitaria e sterile, tanto che lo stesso sindacato ha perduto (pare) la maggioranza assoluta della categoria, e pur con un nuovo segretario prosegue (sembra) la stessa politica sindacale, gradita evidentemente agli iscritti; v.p.]


 

500 dirigenti scolastici “in ferie” il 17 aprile

Sono trascorsi venti anni dalla introduzione della Dirigenza Scolastica e la condizione di chi è al vertice delle scuola sembra tutt’altro che migliorata, siamo in una situazione tale che le parole, oramai, non potranno colmare i fatti, che sono decisamente negativi.

Chi capeggia scuole di millecinquecento alunni, con duecento persone alle dipendenze, con milioni di euro di apparecchiature, guadagna anche trentamila euro in meno all’anno rispetto agli altri dirigenti della Pubblica Amministrazione. Lavorare in una scuola autonoma, dirigerla, trascorrervi fino a dodici ore al giorno fra gare di appalto, circolari, scrutini, colloqui con aziende e associazioni, progetti e verifiche, vale il guadagno di un operaio specializzato. E questo con un contraltare di incongruenze e responsabilità assurde, i dirigenti della scuola sono considerati alla stregua dei datori di lavoro per la sicurezza, come se fossero capitani d’azienda, ma non possono neanche sostituire una sola lampadina, visto che questo, come tutto ciò che riguarda strutture e arredi, riguarda l’ente locale.

Ma in galera, quando accade un incidente, ci vanno i dirigenti, anche se magari, in quel momento, si trovano in ferie o a letto, malati. E poi le grottesche situazioni e le incoerenze cui sono soggetti, non è giusto, ad esempio, che i dirigenti comincino questa carriera con un concorso unico, che non distingue fra tipologia di scuole, e poi quando si tratta di presiedere gli esami di stato, si torni alla distinzione fra presidi e direttori didattici, fra presidi delle medie e delle superiori. E quante norme indefinite, quante situazioni che richiedono ogni volta una interrogazione alle autorità competenti, o una richiesta di integrazione della normativa.

Ricordate la questione dell’uscita da scuola degli alunni under sedici? E poi mille situazioni che gridano all’ingiustizia, che fanno capire quanto i dirigenti della scuola, essa stessa pubblica amministrazione di secondo livello, siano figli di un dio minore. Pensiamo alla mancanza di buoni pasto o a forme di compensazione dovute al fatto che un dirigente trascorre giornate intere a scuola, senza soluzione di continuità per poter mangiare. O pensiamo al fatto che i dirigenti scolastici non hanno diritto a trasferte per muoversi fra i vari plessi o sedi e per assolvere alle mille incombenze che li vedono costretti a percorrere molti chilometri al mese.

Ci sono scuole con sedi lontane decine di chilometri, specialmente oggi che con il dimensionamento sono state soppresse migliaia di autonomie, eppure non è prevista alcuna forma di rimborso, non diciamo dell’IVA per acquistare una nuova automobile all’anno, ma neanche della benzina e dell’autostrada. E poi, non è giusto che un dirigente della scuola debba gestire, nel suo lavoro, centinaia di documenti diversi (c’è chi ne ha calcolati circa cinquecento), e che da dieci anni non abbia il rinnovo del contratto o che di questo contratto non ve ne sia stata traccia sui giornali, neanche nel periodo pre elettorale.

SOLO DIRIGENTI esprime solidarietà per il trattamento che tutto il personale della scuola riceve ed esprime contrarietà a qualsiasi forma di contrapposizione con docenti e ATA, siamo tutti sulla stessa barca e tutto il settore deve essere rivalutato, ovviamente. Nell’esprimere grande imbarazzo, prima ancora che dispiacere e rabbia, per il fatto che i dirigenti scolastici italiani, oramai ridotti a settemila, continuino a non veder accolte le loro istanze, come se le scuole autonome, in Italia, potessero fare a meno di figure apicali responsabili e professionali e come se i compiti e le responsabilità fondamentali declinati dall’articolo 25 del Dlgs 165/2001, fossero assolvibili dai dirigenti senza poter neanche governarne le variabili (dal personale ai flussi finanziari, ai sussidi etc.). Tutti questi motivi, e mille altri ancora, spingono SOLO DIRIGENTI e anche tanti dirigenti non iscritti, con fredda determinazione, ad una forma di protesta non invasiva ma ferma e determinata.

Infatti martedi 17 aprile 2018 oltre cinquecento dirigenti della scuola italiana, pacatamente, serenamente, saranno in ferie e si “godranno” un giorno di riposo. Non andranno in delegazione al Ministero, oggi anche sguarnito politicamente, non insceneranno cortei di protesta, non daranno vita a situazioni eclatanti, ma la loro determinata rabbia sarà palpabile e il silenzio che accompagnerà questa manifestazione muta, che vede coinvolti dirigenti di tutta Italia, sarà ancora più stridente.

Alessandro Turchi (Presidente nazionale SOLO DIRIGENTI)

§ https://www.tecnicadellascuola.it/500-dirigenti-scolastici-in-ferie-il-17-aprile


Presidi in ferie il 17 aprile per protestare:

anche ANCODIS evidenzia il forte disagio dei Collaboratori dei DS

aprile 13th, 2018

L’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici (ANCODIS) prende atto della decisione dell’Associazione SOLO DIRIGENTI e del sindacato UDIR di protestare con un giorno di ferie per martedi 17 aprile 2018.

Con questa iniziativa i DS intendono far rilevare all’opinione pubblica “il malcontento di una categoria negli ultimi anni vessata, incompresa e con carichi di responsabilità eccessivi rispetto a stipendi decisamente non in linea, per essere eufemistici, con il carico di lavoro e con il resto della Pubblica Amministrazione”.

I promotori ritengono, inoltre, di realizzare una “forma di protesta civile, significativa e rumorosa, che sarà occasione per riflettere collettivamente e per mettere in risalto la situazione dei dirigenti scolastici dimenticati”.

Ricordiamo che già il 25 maggio 2017, una protesta dalle forme variegate (sciopero per alcuni/assemblee e ferie per altri) fece emergere questo malcontento della categoria che ANCODIS sostenne ritenendo pienamente fondate le ragioni che avevano portato a tale decisione.

I Collaboratori dei DS, non potendo non riconoscere le ragioni della protesta, dichiararono la solidarietà ed il sostegno ai presidi.

Oggi – nel confermare coerentemente quelle posizioni – ANCODIS non può esimersi dal fare rilevare la condizione di disagio dei Collaboratori che non hanno alcun riconoscimento giuridico né economico nonostante in ogni I.S. si caratterizzino per l’alto senso del servizio (senza limiti di tempo e di carichi di lavoro), per l’impegno quotidiano nella gestione e nell’organizzazione della scuola, per il ruolo di primi interlocutori per docenti, genitori ed alunni, per la funzione di mediazione nella ricerca di prime soluzioni nelle conflittualità tra alunni, docenti e famiglie (non dimenticando le aggressioni anche a loro danno).

Ribadiamo con assoluta fermezza e determinazione che il nostro lavoro è in gran parte LAVORO DI QUALITA’ e di SERVIZIO ma senza alcun riconoscimento giuridico.

ANCODIS, dunque, evidenzia con forza all’opinione pubblica che le scuole vengono gestite anche con il lavoro dei Collaboratori (si pensi alle numerose scuole in reggenza, ai plessi distaccati, alle attività extradidattiche, ai progetti, alle quotidiane emergenze, alla gestione delle procedure degli esami nei diversi ordini, alle sostituzioni dei DS impegnati in Esame di Stato).

Ed i nostri DS – impegnati nel riconoscimento delle loro legittime rivendicazioni – conoscono bene la fatica e l’impegno di chi li collabora lealmente, professionalmente e con competenza rendendo più efficiente l’organizzazione e la gestione delle Istituzioni Scolastiche loro affidate.

Noi Collaboratori dei DS vogliamo, quindi, ribadire due proposte che riteniamo necessarie nella scuola moderna: il distaccamento dalle attività didattiche per un Collaboratore in tutte le scuole con il ripristino delle funzioni vicarie in caso di assenza del DS (ex vicepreside); il riconoscimento giuridico nel quadro di una moderna progressione di carriera che tenga conto dei ruoli che ciascun collaboratore – nelle specifiche funzioni – assolve.

Vogliamo ricordare quanto scritto nel nostro documento costitutivo: “Pensiamo di essere sulla strada giusta, consapevoli delle difficoltà, ma forti della certezza che siamo parte integrante a pieno titolo della comunità educante nelle nostre I.S. e protagonisti del buon funzionamento delle stesse. Desideriamo rivendicare il diritto all’esistenza riconosciuta per norma di legge, regolamentata nel prossimo CCNL, definita in una carriera di quadro intermedio – middle management – dichiarata necessaria da più parti ma nei fatti ancora oggi non incanalata in una discussione seria che guarda alla scuola del 2020”.

Chiediamo di aprire il dibattito ed il confronto su questi temi con i rappresentanti delle OO.SS., delle associazioni, delle Istituzioni, per affermare che nella scuola moderna è necessario un riconoscimento giuridico dei Collaboratori del DS che renda merito al servizio, alle esperienze ed alle competenze.

Pertanto, il 17 aprile i Collaboratori dei DS iscritti ad ANCODIS non saranno in servizio.

E’ il momento di dire che abbiamo il diritto di ESISTERE. Con buona pace di tutti!   

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa

Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze

Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa

Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo

Antonella D’Agostino, Presidente ANCODIS Catania

Carla Federica Spoleti, Presidente ANCODIS Roma

§ http://www.scuolaeamministrazione.it/it/presidi-in-ferie-il-17-aprile-per-protestare-anche-ancodis-evidenzia-il-forte-disagio-dei-collaboratori-dei-ds/


Dirigenti dimenticati, il 17 aprile protesta trasversale: “sarò in ferie!”. Udir aderisce

§ http://www.anief.org/index.php?option=com_content&view=article&id=18747:dirigenti-dimenticati-il-17-aprile-protesta-trasversale-saro-in-ferie-udir-aderisce&catid=252&Itemid=1110


AmarcorDS – “La rabbia dei presidi” dalla A alla ZETA

https://www.facebook.com/groups/1924508724459726/


Anp: le vere occupazioni sono quelle dei prof contro la 107

secondo Rusconi “quest’anno le vere occupazioni le hanno fatte gli insegnanti che si sono opposti in massa alla legge 107, respinta in blocco in maniera conservatrice e con preconcetti, facendo un muro compatto. Una legge, la prima dal dopoguerra, che ha preso misure rivoluzionarie che fanno paura ma che erano necessarie.

http://www.retescuole.net/senza-categoria/anp-le-vere-occupazioni-sono-quelle-dei-prof-contro-la-107

http://www.tecnicadellascuola.it/item/25950-anp-le-vere-occupazioni-sono-quelle-dei-prof-contro-la-


I presidi innamorati persi della “buona scuola”

commento di Vincenzo Pascuzzi – 7 dicembre 2016

“Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro”: non è applicabile alla “buona scuola” la citazione di Victor Hugo: lo stesso governo ha già dovuto fare passi indietro in corso d’opera.

La l. 107 va abolita ovviamente con cautele e accorgimenti. C’è stata una raccolta di firme per referendum abrogativo sostenuta da molte sigle, fallita per pochissimo: il mondo della scuola ha comunque votato massicciamente NO il 4 dicembre.

Sono in molti a chiedere l’abolizione. Ieri Rino Di Meglio (Gilda) all’AdnKronos: «Ci auguriamo che il Governo che verrà si accorga del pasticcio che è stato fatto e proceda ad abrogare la legge 107. Sarà stato un caso ma da quando è stata approvata questa legge, ogni volta che è stata fatta una consultazione elettorale, il Governo ne è uscito male.».

È comprensibile che alcuni presidi siano ancora innamorati persi del ruolo accresciuto e delle ulteriori prerogative discrezionali (chiamata diretta, valutazione docenti e premialità, ASL,…), ma non è questo il modo per migliorare la scuola.

A Ezio Delfino (Disal) che scrive: “la rotta non deve essere invertita e le cose buone andare avanti”, va ricordato che questa è l’opinione di una parte interessata, importante, ma minoritaria. Senza il consenso convinto e la partecipazione di studenti, famiglie, docenti, ata, senza democrazia e trasparenza, senza risorse allineate gradualmente ai livelli europei, la scuola non potrà mai migliorare.

http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2016/12/7/SCUOLA-Il-nuovo-governo-ricominci-da-Victor-Hugo-e-W-Churchill/736628/

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