Voglio fare il dirigente!

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di Maria Teresa Stancarone, scuola7,  n. 59 del 25.9.2017

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Un tranquillo weekend di Regolamento

Tra proclami e attese, tra rimandi e motivati cambi di rotta, finalmente è stato pubblicato il Regolamento (Decreto 3 agosto 2017, n. 138), in cui vengono definiti le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi. Giusto in tempo per consentire agli aspiranti dirigenti scolastici un weekend settembrino di lettura e sottolineatura dei passaggi più importanti della procedura, un iter che si presenta complesso e che lascia presagire un periodo temporale di svolgimento impegnativo.

Proviamo allora ad analizzare insieme, sinteticamente, il regolamento appena pubblicato, focalizzando i passaggi principali e i contenuti del programma concorsuale, aspetti che troveranno ampio spazio di approfondimento fin dal prossimo numero di Notizie della scuola e nei successivi.

Sintesi della procedura concorsuale in attesa del Bando di concorso

Il Regolamento descrive le modalità di svolgimento del concorso che, sebbene nazionale, sarà organizzato su base regionale.

Requisiti di ammissione

Per partecipare alla procedura concorsuale occorre essere un docente cosiddetto di ruolo, cioè con contratto a tempo indeterminato confermato in ruolo, in possesso di diploma di laurea magistrale, specialistica ovvero di laurea conseguita in base al previgente ordinamento, di diploma accademico di secondo livello rilasciato dalle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, ovvero di diploma accademico di vecchio ordinamento congiunto con diploma di istituto secondario superiore. La principale novità rispetto alle precedenti tornate concorsuali è che i cinque anni di servizio richiesti possono essere stati maturati anche prima della conferma in ruolo, conformemente alla disciplina ed alla giurisprudenza europea e comunitaria in materia.

Eventuale prova pre-selettiva

Qualora il numero dei candidati al concorso per l’ammissione al corso di formazione sia superiore al triplo dei posti disponibili a livello nazionale (evento che si considera scontato), è prevista una prova pre-selettiva organizzata su base regionale, che consiste in un test computer based strutturato in cento quesiti a risposta multipla sugli stessi contenuti oggetto della prova scritta. La base-dati da cui saranno prelevati i quesiti sarà pubblicata sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova.

Concorso di ammissione al corso di formazione dirigenziale

Coloro che superano la prova pre-selettiva, accedono al concorso di ammissione al corso di formazione dirigenziale, composto da una prova scritta e una prova orale. Alla prova scritta viene ammesso il triplo dei candidati rispetto ai posti disponibili per il corso.

La prova scritta consiste in:

a) cinque quesiti a risposta aperta su:

  • normativa scolastica e ordinamenti;
  • teorie delle organizzazioni  complesse;
  • programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche autonome;
  • gli ambienti di apprendimento;
  • organizzazione del lavoro e gestione del personale scolastico;
  • valutazione ed autovalutazione del personale, degli apprendimenti e del sistema scolastico;
  • elementi di diritto civile, amministrativo, penale;
  • contabilità di Stato e gestione finanziaria della scuola;
  • sistemi educativi dell’Unione Europea;

b) due quesiti in lingua straniera basati sul livello B2 del CEF (il candidato può scegliere tra inglese, francese, tedesco e spagnolo), ciascuno articolato in cinque domande a risposta chiusa sugli ambienti di apprendimento ed i sistemi educativi dell’Unione Europea.

La prova orale verte sugli stessi contenuti della prova scritta, e prevede la risoluzione di un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico, oltre alla verifica delle conoscenze informatiche e della lingua straniera prescelta dal candidato.

Corso di formazione dirigenziale e tirocinio

Il corso di formazione dirigenziale è svolto presso le università, ed è organizzato in due mesi di formazione generale, per un totale di 240 ore, e quattro mesi di  tirocinio, integrati da sessioni di formazione erogabili anche a distanza. Le modalità organizzative ed i contenuti delle attività di formazione sono declinati dal Miur, sentita la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), per garantire uniformità ai percorsi in caso di coinvolgimento di più università.

Di seguito i contenuti dei quattro moduli formativi:

MODULO FORMATIVO A

Gestione unitaria delle istituzioni scolastiche: l’autonomia scolastica.

Organizzazione del sistema educativo di istruzione e formazione.

Organizzazione degli ambienti di apprendimento, con particolare riferimento all’inclusione scolastica e alla progettazione.

Innovazione digitale e metodologica.

Alternanza scuola-lavoro: attori e progetti.

Reti tra scuole e rapporto con il territorio.

MODULO FORMATIVO B

Organizzazione del lavoro, gestione e valorizzazione del personale scolastico, con particolare attenzione alla formazione in servizio.

La programmazione e la gestione dell’organico dell’autonomia.

Leadership per l’apprendimento e il successo formativo degli studenti, con particolare riferimento alle tematiche relative all’inclusione scolastica e all’orientamento.

Management e relazione con gli stakeholders esterni ed interni.

La rendicontazione sociale al servizio dell’autonomia scolastica e dei processi di valutazione.

MODULO FORMATIVO C

La responsabilità civile, penale ed erariale del dirigente scolastico.

La gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, con particolare riferimento al bilancio annuale e alla sua correlazione con la programmazione triennale dell’offerta formativa. Gestione contenzioso scolastico e procedimenti disciplinari.

Diritto di accesso e trasparenza.

Sicurezza sui luoghi di lavoro.

La disciplina dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, applicata al contesto delle istituzioni scolastiche. Relazioni sindacali.

MODULO FORMATIVO D

Il processo di valutazione delle istituzioni scolastiche e del personale scolastico, con particolare riferimento ai dirigenti scolastici.

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

Il Rapporto di Autovalutazione e il Piano di Miglioramento delle istituzioni scolastiche.

Progettazione e rendicontazione di attività finanziate con fondi nazionali ed europei.

Al successivo tirocinio, della durata di quattro mesi, da svolgere con il tutoraggio del dirigente scolastico preposto ad una delle istituzioni scolastiche individuate dagli UU.SS.RR., accede chi ha seguito almeno 180 ore del monte ore generale previsto per il corso di formazione dirigenziale. Al termine del tirocinio i candidati, per i quali il dirigente scolastico tutor certifichi la frequenza di almeno i tre quarti dei giorni di effettivo funzionamento della scuola, svolgono una prova scritta che consiste in un elaborato di carattere teorico-pratico sulle materie oggetto dei moduli formativi. Coloro che la superano sono ammessi al colloquio finale, che consiste in quattro domande estratte dal candidato, una per ciascuno dei moduli formativi, nonché in una domanda di carattere tecnico-pratico relativa al tirocinio svolto. E poi, forse, c’è il ruolo.

Quale profilo professionale per la dirigenza delle scuole

La procedura concorsuale che abbiamo sinteticamente descritto rende chiara la complessità del ruolo, ed evidenzia i diversi ambiti nei quali il dirigente scolastico deve sapersi muovere, dimostrando di possedere competenze professionali che presuppongono, comunque, la necessità di un continuo aggiornamento. È anche per questo che il Regolamento prevede di valorizzare, in termini valutativi, le esperienze professionali ed i titoli culturali inerenti la funzione dirigenziale scolastica, rispetto a titoli di servizio ed alle esperienze professionali più strettamente riconducibili alla funzione docente.

Il profilo del dirigente che ne ricaviamo è coerente con quanto descritto dalla legge 107/15 (commi da 78 a 94) ed evidenzia, attraverso la complessità della procedura, il valore strategico della dirigenza per garantire la qualità ed il miglioramento del servizio di istruzione.

Nel corso dell’espletamento delle prove si assiste, inoltre, ad una sorta di staffetta tra i costruttori delle prove ed i valutatori: il passaggio del testimone va, infatti, dal Comitato tecnico-scientifico istituito con decreto del Ministro per la redazione delle prove della prima fase concorsuale (art. 13 del Regolamento), alla Commissione esaminatrice dei candidati al concorso di ammissione al corso di formazione dirigenziale, nominata con decreto del direttore generale (art. 15 del Regolamento), per arrivare alla Commissione, sempre nominata dal direttore generale, del corso di formazione dirigenziale e tirocinio (art. 18 del Regolamento).

A questo si aggiungano il coinvolgimento delle università, la dichiarata modalità operativa dei moduli formativi, con la previsione dell’esame di casi pratici e l’utilizzo delle tecniche della simulazione e del role-playing, e l’impegnativa procedura di tirocinio in situazione, che infatti presuppone il semiesonero dal servizio per i candidati (ma non le spese di viaggio, vitto e alloggio, che restano a carico dei partecipanti), aspetti che contribuiscono a descrivere l’investimento importante richiesto a chi vuole intraprendere la strada per l’accesso al ruolo della dirigenza scolastica.

Dirigente sì, ma… scolastico

Affrontare una procedura concorsuale non è mai facile, perché ci impegna emotivamente e professionalmente. Ci offriamo volontari per essere valutati, con l’obiettivo di vedere riconosciuto il nostro impegno e raggiungere l’esito atteso: diventare dirigente. Peccato che, accanto a questa qualifica, l’accezione “scolastico” la carichi di incombenze e responsabilità, e troppo spesso la svuoti di riconoscimenti e consensi. Non si vuole certo con questo scoraggiare le legittime aspirazioni di accesso al ruolo della dirigenza scolastica, ma si vuole piuttosto sottolineare quanto la complessità del ruolo presupponga una profonda consapevolezza della dedizione e del tempo necessari a svolgerlo, e quanto i continui tentativi di delegittimazione sociale e politica che subisce possano essere frustranti. Chi oggi vuole intraprendere la professione del dirigente scolastico deve farlo perché ha una forte motivazione, e perché crede davvero che quel profilo professionale, che prima abbiamo fatto emergere dalla lettura del Regolamento, possa e debba essere volano per il miglioramento del servizio di istruzione, e per l’innalzamento della qualità formativa del nostro Paese e dei nostri giovani. Se cosi è, vinca il migliore!

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Voglio fare il dirigente! ultima modifica: 2017-09-26T04:29:42+02:00 da
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