Scuola. Matteo Renzi al lavoro per depotenziare lo sciopero. L’idea di un’audizione dei sindacati al Senato

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  L’Huffington,  4.5.2015

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Il voto finale sull’Italicum arriverà solo in serata. Ma Matteo Renzi è già oltre l’agenda del giorno che non sembra riservare sorprese: la legge elettorale sarà approvata, dicono i suoi senza apprensioni. E quindi ora il mandato è lavorare per ‘depotenziare’ lo sciopero indetto per domani dai sindacati contro la riforma della scuola, forma di protesta comunque legittima, dicono nella cerchia del premier. Prima mossa: chiedere oggi ai segretari confederali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo di venire in audizione in commissione al Senato, quando ‘La Buona scuola’ arriverà a Palazzo Madama dopo le regionali. Sarà un testo già modificato alla Camera con gli emendamenti voluti dallo stesso Renzi. Della serie: i sindacati vengano a rispondere sul testo modificato con una revisione del ruolo dei ‘presidi allenatori’ e novità sulle assunzioni dei precari. La prima lettura della riforma dovrà concludersi alla Camera il 19 maggio, è il calcolo del governo. Quella definitiva entro la metà di giugno.

Da un lato quindi, l’invito a Cgil, Cisl e Uil a intervenire in Parlamento, invito rivolto non ai responsabili Scuola di ogni sindacato, ma ai segretari confederali, cioè il sindacato nel suo massimo livello di rappresentanza. Ufficialmente l’invito vienelanciato dal senatore renzianissimo Andrea Marcucci con un blog su Huffington Post. Il tentativo è di aprire un fronte di dialogo o di spaccare il fronte sindacale, a seconda dei punti di vista. Più probabile la seconda. Dall’altro lato, mano ferma sui tempi di esame del disegno di legge. Renzi gioca su questo doppio schema, convinto che nel ddl ‘La Buona scuola’ ci siano “molte cose che si possono cambiare. Non credo che la proposta del governo sia prendere o lasciare: si può parlare”, ha detto ieri alla Festa dell’Unità di Bologna, dove ha incontrato alcuni precari della scuola arrivati per contestarlo. “Ma non lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla: non è con un fischietto in bocca che restituiamo dignità alla scuola. La scuola non è solo di quelli organizzati, è delle famiglie”.

Questo significa che entro le amministrative di fine maggio la Camera dovrà licenziare il provvedimento. A Montecitorio, dove nel pomeriggio si dovrà decidere anche il calendario dei lavori in una pausa dell’esame dell’Italicum, i renziani prevedono il voto finale il 19 maggio. Tempi strettissimi, quindi. Tanto che nella cerchia del premier mettono in conto l’uso della cosiddetta ‘tagliola’ da parte della presidenza della Camera, unico metodo infallibile per eliminare gli emendamenti a valanga che si prevedono in arrivo dalle opposizioni e stringere i tempi. Subito dopo le amministrative, la riforma della scuola verrà esaminata dal Senato, dove – è la previsione di Renzi – potrà ancora essere modificata. Ma nel terzo e ultimo passaggio alla Camera sarà blindata e legge entro la metà di giugno.

Questa è la scansione dei tempi, che non a caso vengono messi a fuoco proprio oggi, alla vigilia dello sciopero della scuola. Obiettivo: ‘depotenziare’ lo sciopero e fiaccare anche la prevedibile fronda interna al Pd. Per questo, il premier conta di approvare il ddl sulla scuola completo dell’assunzione dei precari imposta dalla corte di giustizia europea, escludendo l’idea di procedere per decreto solo sui precari. In questo modo, spiegano i suoi, il resto della riforma finirebbe nella palude. Invece, se il ddl prevede anche l’assunzione dei precari, ognuno potrà esprimere critiche ma non potrà bloccarlo, a meno che non voglia pagare il prezzo di una scelta altamente impopolare proprio alla vigilia delle amministrative. “Sulla scuola abbiamo fatto l’investimento più grande: tre miliardi – continua Renzi – Vogliamo discutere chi bisogna assumere? Parliamone, ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà. Se il ddl ‘buona scuola’ passa, 100mila insegnanti entreranno, se non passa continuerete a fischiare. Questa è la differenza”.

Scuola. Matteo Renzi al lavoro per depotenziare lo sciopero. L’idea di un’audizione dei sindacati al Senato ultima modifica: 2015-05-05T04:23:48+02:00 da
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