– Ok quando c’era la crisi (-10,4%), ma perché anche oggi (-1%) l’Italia investe sempre meno?
L’Italia ha tagliato più della maggior parte degli altri Stato europei sull’istruzione. Non solo siamo quelli tra i 27 che abbiamo ridotto di più il bilancio del settore dal 2010 al 2012 (-10,4%) ma il calo è proseguito anche nel 2014, come dimostra il nostro grafico.

Ancora tagli ai fondi per la scuola

spesa pubblica istruzioneOK QUANDO C’ERA LA CRISI (-10,4%), MA PERCHÉ ANCHE OGGI (-1%) L’ITALIA INVESTE SEMPRE MENO?

L’Italia ha tagliato più della maggior parte degli altri Stato europei sull’istruzione. Non solo siamo quelli tra i 27 che abbiamo ridotto di più il bilancio del settore dal 2010 al 2012 (-10,4%) ma il calo è proseguito anche nel 2014, come dimostra il nostro grafico.

LA SPESA PER LA SCUOLA SALE, MA NON IN ITALIA

Dopo tre anni consecutivi di contrazione, nel 2014 la spesa pubblica per l’istruzione in Europa ha cominciato a crescere (vedi grafico) con un aumento annuo dell’1,1% in termini reali. In Italia invece è scesa ancora. Siamo tra gli ultimi in classifica, assieme a Cipro, Slovenia, Estonia e pochi altri.

Circa i due terzi degli Stati membri invece hanno registrato un aumento. Alcuni, Ungheria e Bulgaria in testa, hanno visto un aumento superiore al 5% e altri tre (Polonia, Danimarca, Repubblica Ceca) hanno aumentato la spesa di oltre il 2%.

Per contro, sono dieci i paesi membri che hanno ridotto la spesa per l’istruzione nel 2014 rispetto al 2013. E tra questi ci siamo anche noi.

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QUANTO SPENDIAMO DEL PIL IN ISTRUZIONE?

Nel 2014 in Europa la spesa per l’istruzione come parte della spesa pubblica totale è stata del 10,2%, una cifra che è rimasta stabile negli ultimi anni.

Il monitoraggio della quota di spesa pubblica dedicata all’istruzione è importante poiché questa percentuale può essere considerata come indice dell’impegno del Governo verso il settore. A questo proposito, vale la pena sottolineare che in circa due terzi degli Stati membri la quota di spesa pubblica dedicata all’istruzione e quindi la sua importanza relativa rispetto ad altre aree politiche è superiore alla media dell’UE.

D’altra parte, alcune grandi economie, come la Germania, Francia e Italia hanno invece la quota più bassa e investono meno denaro pubblico nell’istruzione rispetto alla media dell’UE.

LA SPESA PER L’ISTRUZIONE IN ITALIA È CROLLATA DOPO LA CRISI ECONOMICA

In 10 Paesi la spesa reale è diminuita nel 2013 rispetto agli anni precedenti alla crisi economica mondiale del 2009. La Romania, passata la bufera, ha speso il 19% in meno, l’Ungheria il 18%, l’Italia il 16%, la Lettonia il 15% e e l’Irlanda il 14%.

Al contrario, Paesi come la Danimarca, la Repubblica Ceca, la Germania, la Polonia, il Belgio, il Lussemburgo e la Slovacchia hanno aumentato l’investimento sull’istruzione di oltre il 10%. Nel nostro Paese, proprio nel periodo preso in considerazione, è avvenuta la Riforma Gelmini, che ha avuto come obiettivo proprio il ridimensionamento della spesa per l’istruzione.

I dati si riferiscono al: 2014

Fonte: Parlamento Europeo

(http://www.truenumbers.it/ancora-tagli-fondi-scuola-istruzione/)

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