Bilancio di un anno di lavoro della ministra Fedeli, il fact checking di Tuttoscuola

tuttoscuola_logo14Tuttoscuola, 28.2.2018 

– La senatrice Valeria Fedeli è stata, ad oggi, quasi 15 mesi a capo del Ministero dell’Istruzione: pochi per incidere sul cambiamento? Sufficienti per lasciare un’impronta significativa?

L’ex ministra Giannini, precedendo Fedeli al Palazzo della Minerva, le aveva lasciato in eredità l’atto di indirizzo per il 2017 che l’attuale ministra ha poi fatto proprio con alcune integrazioni. Dall’ampio atto di indirizzo (24 obiettivi per il solo settore dell’istruzione), buono forse per un intero mandato quinquennale, Tuttoscuola ha ricavato un sintetico consuntivo a corredo dell’intervista alla ministra Fedeli in corso di pubblicazione nel numero di marzo del mensile (e già anticipata su tuttoscuola.com nei giorni scorsi), mettendo a confronto i programmi presentati a inizio mandato con quanto effettivamente realizzato a oggi.

Il bilancio del lavoro fatto in un arco di tempo limitato è complessivamente positivo: la maggior parte dei programmi annunciati sono stati realizzati. Qualche esempio? Aver reso il Miur aperto e pronto al dialogo grazie al confronto con il mondo della scuola e, in particolare, con le rappresentanze sindacali. L’approvazione di otto dei nove decreti delegati di riforma del sistema entrati in vigore nell’aprile 2017, il varo del Piano nazionale per l’educazione al rispetto e l’attenzione alle competenze di cittadinanza nelle nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo, l’avvio a maggio 2017 della piattaforma SoFiA e il varo del decreto delegato sul nuovo sistema integrato 0-6 anni e il relativo decreto legislativo 65/2017 che ha già trovato applicazione anche con intesa in Conferenza unificata. Da sottolineare che la Fedeli ha ereditato una situazione molto complessa, trovandosi buona parte del mondo della scuola sul piede di guerra contro la “Buona scuola”, alla quale si è aggiunto subito dopo la nomina lo scivolone del cv. Ha dovuto tessere con pazienza e diplomazia la tela della riforma e si può dire che si sia guadagnata l’appellativo di “ministra del dialogo”.

Non solo rose e fiori, ovviamente. Una sorta di “Vorrei, ma non posso (o non ho potuto)” per altri temi presentati nei programmi a inizio mandato. Ad esempio la mobilità, anche se nell’intervista la Fedeli spiega di aver volutamente concesso al personale “uno spazio parziale e limitato nel tempo per trasferirsi. Il passaggio precedente era stato troppo forte”. Gli aumenti contrattuali ci sono stati, sì, ma la perequazione stipendiale con i colleghi europei è ancora molto lontana. Anche per quanto riguarda l’impegno nella riduzione del fenomeno della dispersione scolastica siamo costretti ad alzare paletta gialla: anche se dai dati risulta una riduzione del fenomeno e la costituzione di una cabina di regia ha denotato attenzione al tema, è necessaria l’integrazione dei sistemi di rilevazione, da utilizzare non come dato (ex-tunc) d’archivio a dispersione avvenuta, ma per controllare e contrastare ex-nunc gli abbandoni. Se ne parla da anni, sono stati fatti in questi mesi alcuni passi avanti, ma l’anagrafe integrata (che dipende peraltro anche dalla collaborazione delle Regioni) ancora non c’è.

La paletta diventa rossa se parliamo invece della delega che per gli alunni con disabilità prevedeva la tutela della continuità didattica mediante la conferma sulla scuola del docente di sostegno per l’intero ciclo. Forse anche per gli equilibri necessari in Parlamento, non si è avuta la forza di attuare quanto previsto a riguardo dalla L. 107 (art. 1, c. 181, lettera c) punto 2). Non si è concluso l’iter per la stabilità della governance delle istituzioni scolastiche con i concorsi per DS e per DSGA: il concorso DS è stato infatti bandito solo alla fine del 2017, rinviando al 2019 la stabilizzazione del sistema. Si preannuncia un altro anno di passione con le reggenze per migliaia di presidi e di istituzioni scolastiche. Il bando del concorso per i DSGA è previsto invece per la fine del 2018.

Insomma tra semafori verdi, gialli e rossi, come in tutti i percorsi (per gli amanti delle statistiche, il fact checking di Tuttoscuola conta 16 semaforini verdi, 10 gialli e 4 rossi), Valeria Fedeli si è distinta – come ha già scritto Tuttoscuola – per la massima apertura al dialogo con tutti e su tutto, ma anche per il rispetto dei tempi e per la difesa della propria autonomia decisionale.

La resilienza agli attacchi personali, lo studio attento dei dossier, il buon senso (merce rara in questo periodo), l’approccio dialogico accompagnato da un pragmatismo risoluto e concreto, di cui ha dato prova anche nella ricostruzione del rapporto con i sindacati dei docenti, sembrano essere le caratteristiche di questo atipico inquilino del Ministero della PI.

Nonostante il bilancio positivo la sensazione però è che di quanto sia stato effettivamente fatto non sia del tutto consapevole, non solo l’opinione pubblica in generale, ma forse neanche buona parte del “popolo della scuola”. Lo sa bene la ministra Fedeli che, nell’intervista già anticipata nei giorni scorsi da Tuttoscuola.com e presente anche nel numero di marzo del mensile, ha dichiarato: «Ho girato per le scuole di tutta Italia, ho dialogato con tantissime maestre, professori, dirigenti scolastici e personale non docente. Ebbene, ho raccolto in realtà tanti riconoscimenti e incoraggiamenti, che forse riscuotono meno attenzione sui media e sui social network, ma che per me sono fondamentali. E comunque per mia abitudine preferisco far parlare i fatti”. In poco più di un anno effettivamente non sono stati pochi, come risulta dalla tabella che pubblichiamo in allegato.

Clicca qui  e leggi in anteprima tutta l’intervista di Tuttoscuola alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, e visiona il fact checking integrale degli programmi presentati a inizio mandato e quelli attualmente realizzati

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Bilancio di un anno di lavoro della ministra Fedeli, il fact checking di Tuttoscuola ultima modifica: 2018-02-28T14:30:44+01:00 da
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