Che fine ha fatto Stefania Giannini? Lontano dai riflettori dopo i pasticci della Buona Scuola

Andrea Carlino,  La Tecnica della scuola, 5.5.2017

– E alla fine Stefania Giannini ha “pagato” per tutti. La reazione, dopo la lettura della composizione del governo Gentiloni, era unanime. L’unico dicastero a cambiare è stato quello di Viale Trastevere.

Al posto di Giannini è arrivata Valeria Fedeli, vice presidente del Senato che ha dato il via a una stagione politica più dedicata al dialogo tra le parti dopo la riforma della Buona Scuola che aveva spaccato il fronte con ministro, sindacati e personale docente impegnati in un tutti contro tutti senza vincitori e né vinti.

La “grande silurata” del governo è stata lei e la “Buona Scuola” non può sicuramente averle portato fortuna. Il prezzo da pagare è stato altissimo e la sconfitta di Renzi nel referendum costituzionale è anche motivato con il No arrivato dalla mondo della scuola.

Eletta nelle liste di scelta Civica, Giannini è transitata nel Pd con la quasi scomparsa del partito fondato da Mario Monti, ma è sempre stata ritenuta una renziana “ibrida”.

L’ex ministra, linguista e glottologa, ha quindi scelto di stare lontano dai riflettori e di non rilasciare più interviste dopo quello che è accaduto il 12 dicembre scorso.

Contattato da La Tecnica della Scuola, l’entourage dell’ex ministra ha confermato che Giannini non vuole, al momento, rilasciare alcun commento su quanto sta accadendo nel mondo della scuola. Vuoi – aggiungiamo noi – per cortesia istituzionale o per la troppa “delusione” per come è finita la sua avventura da ministro del Miur.

Da dicembre ad oggi, Stefania Giannini, senatrice eletta nella Circoscrizione Toscana nel 2013, si è vista poco anche a Palazzo Madama. In base ai dati liberamente consultabili su Open Polis, si può notare come Giannini sia stata presente per il 42,11% delle votazioni, il 3,2% sia stata assente e il 54,7% sia stata impegnata in missioni (soprattutto nel periodo in cui era ministra).

Da gennaio ad oggi è stata firmataria di 7 mozioni (dalla tutela delle minoranze linguistiche fino alla crisi in Venezuela) e 2 interrogazioni a risposta orale. Presente solo nelle votazioni importanti come quelle sulle dimissioni del senatore Minzolini, sull’abolizione dei voucher o sul decreto terremoto.

Sui social network, sulla pagina ufficiale Facebook e su profilo Twitter gli aggiornamenti sono ormai sporadici e risalgono a mesi fa. Ritornerà alla politica attiva o si dedicherà, una volta scaduto il mandato da senatrice, alla sua attività di docenza?

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Che fine ha fatto Stefania Giannini? Lontano dai riflettori dopo i pasticci della Buona Scuola ultima modifica: 2017-05-06T05:55:51+02:00 da
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