Continuità didattica? Rimandata ancora una volta a data da destinarsi

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 TuttoscuolaNews, n. 800 del 23.1.2017

– Per realizzare la continuità didattica (obiettivo primario della legge 107/15, come ha dichiarato anche la ministra dell’istruzione Fedeli) la Buona Scuola aveva un progetto in due tempi: prima stabilizzare il sistema (gli insegnanti), poi stabilizzare il rapporto educativo (con gli alunni).

La prima in funzione della seconda, anche se nei fatti da molto tempo la seconda, cioè la continuità didattica, è quasi sempre una conseguenza casuale.

Nelle scuole, soprattutto del nord, si è toccato con mano l’effetto di questo progetto di sperata stabilizzazione, complicato, come ormai succede da anni, dalla discontinuità dell’impiego degli oltre 100 mila supplenti annuali (quasi metà dei quali su sostegno per disabili).

I risultati li conosciamo tutti, e i dossier di Tuttoscuola (iscriviti gratuitamente a www.tuttoscuola.com e scaricali con un click) lo hanno dimostrato nel dettaglio. L’auspicata stabilizzazione dei docenti non c’è stata. E il prossimo anno si replica, con una nuova mobilità dei docenti che, stando alle premesse sull’accordo per la nuova mobilità, dovrebbe superare ogni possibile vincolo triennale con un libera tutti verso le sedi di lavoro desiderate.

La ministra Fedeli, all’indomani dell’intesa sulla mobilità aveva dichiarato che la nuova mobilità straordinaria (eccezionalmente solo per il 2017…) doveva servire ad assicurare la continuità didattica. Ma come? Tanta mobilità e discontinuità per salvare la continuità?

In sede di audizione in commissione cultura alla Camera la Fedeli ne ha dato l’interpretazione autentica. Ancora una volta quell’obiettivo primario della stabilizzazione del rapporto educativo (continuità didattica) viene, dunque, rimandato all’anno che verrà, dopo aver stabilizzato (davvero?) i docenti.

Se ne riparlerà tra un anno. E chissà che allora il neo ministro dell’istruzione, incalzato da migliaia di docenti (soprattutto meridionali) delusi per l’ennesimo mancato raggiungimento della sede desiderata (al sud il numero dei posti disponibili sarà di gran lunga inferiore al numero dei docenti che vogliono arrivarci), non concorderà, in nome della pace sociale, l’ennesimo piano di mobilità per la stabilizzazione del sistema, con buona pace della continuità didattica rinviata nuovamente a data da destinarsi. Ma sempre – non sia mai detto il contrario – affermata a grandi lettere per tenere tranquille le famiglie. Prosit!

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Continuità didattica? Rimandata ancora una volta a data da destinarsi ultima modifica: 2017-01-23T05:11:24+01:00 da
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