– Purtroppo, è stato da poco siglato un nuovo contratto di lavoro del personale scolastico che è una vera controriforma, definita dal segretario del maggior sindacato di categoria come finalizzata alla demolizione della legge.
Il messaggio è chiaro: il governo di oltre un milione di addetti della scuola appartiene al sindacato e non alle leggi che sono già state votate dal Parlamento. Nel frattempo, per l’Ocse i risultati della scuola italiana continuano a galleggiare sotto la media Ue.

[Bugiardino. L’articolo del presidente Treellle omette due fatti: 1) Il PESSIMO contratto della scuola è firmato anche da Aran per conto Miur, Mef e Governo (le due parti firmatarie sono colluse e si sostengono a vicenda); 2) La legge 107/2015 viene ora giudicata PESSIMA anche da chi l’ha voluta e imposta al Parlamento con voti di fiducia. La critica Treellle è vera e valida solo in linea formale e di principio (summum ius, summa iniuria) non nella sostanza. v.p.]

L’intervento

Dal merito all’autonomia, ecco cosa servirebbe alla scuola

di Attilio Oliva Presidente Associazione Treellle – Corriere della Sera – 4 marzo 2018 – pag. 25
L’esperienza ha insegnato ai politici che è meglio stare alla larga dalle riforme scolastiche: portano molta conflittualità e nessun beneficio sul breve termine. Si è visto con la legge Renzi-Giannini che non ha portato fortuna a chi si era avventurato sul terreno di innovazioni pur consolidate in molti Paesi avanzati: il rafforzamento dell’inglese e della cultura digitale; un fondo nazionale di 200 milioni da distribuire fra i docenti più apprezzati e la possibilità di chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi; l’obbligo della formazione in servizio per gli insegnanti; l’estensione del Sistema nazionale di valutazione anche alle scuole paritarie.

Purtroppo, è stato da poco siglato un nuovo contratto di lavoro del personale scolastico che è una vera controriforma, definita dal segretario del maggior sindacato di categoria come finalizzata alla demolizione della legge.

Il messaggio è chiaro: il governo di oltre un milione di addetti della scuola appartiene al sindacato e non alle leggi che sono già state votate dal Parlamento. Nel frattempo, per l’Ocse i risultati della scuola italiana continuano a galleggiare sotto la media Ue.

E quali sono i programmi per la scuola dei partiti?

Pd: sviluppo dei nuovi Istituti tecnici superiori; piano da 100 milioni per gli asili nido; più tempo pieno nelle scuole primarie del Sud; fondo per la Povertà educativa permanente (300 milioni); valorizzazione del merito degli insegnanti (ma il contratto appena siglato prevede la riduzione di un terzo del fondo attuale); un «esercito di maestre e di maestri» per le zone a forte dispersione scolastica.

Centrodestra: più risorse alle famiglie che vogliono scegliere senza aggravi le scuole paritarie; meritocrazia per gli insegnanti; chiamata diretta da parte delle scuole; permanenza triennale dei neoassunti nelle province.

M5S: alzare la spesa pubblica per l’istruzione del 25%; azzerare i finanziamenti alle scuole paritarie (salvo asili nido e scuole dell’infanzia); abolire le leggi Gelmini e Renzi-Giannini; per gli insegnanti no alla chiamata diretta e al bonus di merito; no all’alternanza scuola lavoro; équipe formative territoriali di supporto alle scuole; lingua inglese nelle scuole dell’infanzia.

Per TreeLLLe, un think-tank di esperti nazionali e internazionali, i punti chiave per un salto qualitativo della nostra scuola sono abbastanza diversi:

a) la scuola oggi non può più solo «istruire» (insegnare discipline), ma deve anche «educare» a una cittadinanza attiva e responsabile. È allora impellente un tempo pieno scolastico fino ai 16 anni di età;

b) ripensare la formazione universitaria e i metodi di reclutamento per gli insegnanti.

c) riconoscere il merito: gli insegnanti non sono tutti uguali e il preside deve potere premiare i più apprezzati, che saranno i più adatti a formare i colleghi più giovani e i più deboli.

d) superare un sistema ipercentralizzato e dare spazio a nuovi organi di governo delle scuole autonome legittimando il potere dei dirigenti;

e) controbilanciare l’autonomia con un Sistema nazionale di valutazione (anche per le scuole paritarie) e un nuovo corpo ispettivo che visiti e valuti le singole scuole e i presidi.

f) rinnovare le metodologie didattiche, integrando il metodo trasmissivo (lezioni) con modalità e «attività» interattive tra docenti e studenti. Per Einstein «tener viva la creatività è perfino più importante di troppe conoscenze».

Ma chi tocca la scuola muore. Almeno in Italia.

Attilio Oliva

Presidente Associazione Treellle

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Amarcord 2015

Non si capisce da quale partita di dati statistici avariati o tagliati male è stato tratto il 3% di Pil destinato alla scuola e in linea con la media europea!

Scuola. Bugie e scempiaggini di Attilio Oliva (Treellle) per conto Confindustria

Nota di: Alvaro Belardinelli, Bianca Maria Cartella, Maria Costa, Luigi Cozza, Nina Effemele, Francesco Paolo Magno, Francesco Mele, Giancarlo Memmo, Vincenzo Pascuzzi, Eliana Petralia, Cecilia Riginelli, Anna Torrente

Pubblicata Giovedì, 16 luglio 2015 – 21.15

►http://www.aetnascuola.it/bugie-e-scempiaggini-di-attilio-oliva-treellle-per-conto-confindustria/

 

La bufera sulla Scuola: la mistificazione di TreeLLLe

Come l’associazione TreeLLLe, affiliata di Confindustria, nasconde la verità agli italiani.

di Massimo Calcarella – 12.7.2015

https://it.blastingnews.com/opinioni/2015/07/la-bufera-sulla-scuola-la-mistificazione-di-treellle-00475185.html

 

La bufera sulla scuola italiana: quel che nessuno vi ha detto

di Attilio Oliva – 10 luglio 2015

http://www.scuola24.ilsole24ore.com/art/scuola/2015-07-08/la-bufera-scuola-italiana-quel-che-nessuno-vi-ha-detto_-191051.php?uuid=ACaudDO

 

TreeLLLe, una lobby con le gambe corte