E gli studenti sperimentano il mondo del lavoro. Pronto il decreto

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di Corrado Zunino  la Repubblica,   9.10.2015.  

E’ uno dei punti più qualificanti della “Buona scuola”, e le norme per attuare un tirocinio di formazione stanno per essere varate definitivamente dal governo: 400 ore in tre anni per i tecnici e professionali, 200 per gli allievi dei licei

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Ora c’è anche un decreto attuativo sull’alternanza scuola-lavoro, e nel nostro paese è una novità di peso. Il ministero dell’Istruzione, proseguendo per li rami della legge 107, appunto “La buona scuola”, ha messo a punto in queste ore – insieme ai ministeri del Lavoro e della Pubblica amministrazione – la  “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro”, che qualifica e spinge in avanti i decreti firmati nel 2008 e nel 2012 fin qui rimasti esperimenti di nicchia. Ci si rivolge, nella Carta dei diritti vicina alla firma del ministro Stefania Giannini, agli studenti dell’ultimo triennio della secondaria di secondo grado. Si spiega loro cos’è l’alternanza scuola-lavoro, ma anche che cosa è uno stage, un tirocinio, la didattica in laboratorio.

Il decreto, un vero e proprio regolamento di quattro articoli e nove pagine, prevede che ogni studente degli ultimi tre anni iscritto a un istituto tecnico o a un istituto professionale faccia 400 ore totali in un’azienda (pubblica o privata) o in un ente. Sono 20-24 giorni di apprendimento lavorativo l’anno a partire dai sedici anni d’età, un periodo sensibile all’interno di una stagione scolastica che dura in media duecento giorni. Se lo studente è iscritto invece a un liceo, il tirocinio aziendale dura la metà: 200 ore per triennio. Il decreto si applica anche agli studenti-lavoratori in formazione professionale (formazione che in Italia spesso dipende dagli enti locali). Affinché il percorso sia considerato valido, ogni studente dovrà stare in azienda per tre quarti almeno del monte ore previsto.

L’alternanza scuola-lavoro, e questo è un punto molto discusso, si potrà fare anche in estate, “secondo il percorso formativo personalizzato”. E si potrà fare all’estero. Le indicazioni generali saranno date dalla scuola, che preciserà gli indirizzi nei suoi piani triennali di Offerta formativa, ed eseguite dalle imprese dopo che gli studenti avranno ricevuto “ampia e dettagliata informazione sul progetto e sulle sue finalità educative e formative”.

Sì, i percorsi d’alternanza saranno parte integrante del percorso di studi e daranno diritto a una valutazione, una vera e propria integrazione del giudizio che sarà poi memorizzata nel curriculum dello studente. Chi farà l’alternanza avrà un’assicurazione Inps e una seconda per i danni causati a terzi, e dovrà sottoporsi a visite mediche. Due saranno i tutor, uno scelto dall’istituto scolastico e l’altro aziendale: entrambi alla fine del periodo stileranno un rapporto (che l’esaminato potrà leggere e, se in accordo, sottoscrivere). Gli studenti, d’altro canto, potranno esprimere una valutazione sull’efficacia e la coerenza del percorso con il proprio indirizzo di studio. Così la scuola. Il progetto vale con le stesse modalità per gli studenti disabili, “i periodi di apprendimento saranno realizzati in modo da promuovere la loro autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro”.

La Rete degli studenti medi, coinvolta con le altre rappresentanze studentesche nel tavolo di lavoro che ha costruito questo decreto-delega, oggi alla Camera dei deputati ha presentato la bozza del progetto Miur chiedendone, però, alcune modifiche. La Rete è fortemente contraria all’alternanza realizzata nel periodo estivo e ha già presentato un emendamento per cassare il comma 2 dell’articolo 2. Ha chiesto, poi, che la formazione sui posti di lavoro sia fatta “per classe”, che nel periodo di tirocinio si sospenda l’attività didattica per tutti, che la preparazione in azienda duri un massimo di cinque ore al giorno. Commissioni insediate negli Uffici scolastici regionali, e partecipate dagli studenti, dovrebbero infine sorvegliare la realizzazione del progetto.

Spiega Alberto Irone, il portavoce degli Studenti medi: “Bisogna vietare esplicitamente il tirocinio in quelle aziende o cooperative che in estate hanno i picchi di lavoro stagionale, non dobbiamo rischiare di trasformare una fase di approfondimento scolastico in un utilizzo surrettizio e gratuito di manodopera giovanile. Nella fase di apprendimento extrascuola, poi, non ci deve essere alcun costo a carico degli studenti, né assicurativo, né per i trasporti, né per le mense”.

E gli studenti sperimentano il mondo del lavoro. Pronto il decreto ultima modifica: 2015-10-09T08:30:42+02:00 da
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