E il ministero dimenticò l’evoluzione umana…

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di Olmo Viola,  MicroMega  12.10.2017

– Il Decreto 616 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che impartisce le indicazioni fondamentali per chiunque ambirà a partecipare a un concorso pubblico per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, non contempla il settore dell’antropologia biologica, pur inserendo l’evoluzione umana nelle conoscenze da acquisire nell’ambito antropologico. Una strana svista.

Il dieci agosto scorso è stato pubblicato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca il decreto ministeriale 6161, il quale contiene indicazioni fondamentali per chiunque ambisca a partecipare a un concorso pubblico al fine di poter accedere a cattedre di insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. In esso sono indicati i settori scientifico disciplinari entro i quali acquisire i 24 CFU/CFA, necessari per poter accedere ai concorsi pubblici. Il decreto disciplina, oltre ai settori disciplinari, “gli obbiettivi formativi, le modalità organizzative e gli eventuali costi a carico degli interessati per il conseguimento dei predetti 24 crediti.” I settori entro i quali acquisire questi crediti fondamentali sono stati divisi in quattro, così da dover acquisire sei crediti in ogni settore. I macrosettori indicati sono: a) pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, per i quali si deve far riferimento ai settori disciplinari M-PED, CODD/04, ABST/59, ADPP/01; b) psicologia, i cui settori disciplinari sono M-PSI e CODD/04, ABST/58, ISSU/03, ISME/03, ISDC/01; c) antropologia, per la quale sono indicati M-DEA 01, M-FIL 03, ABST/55; d) metodologie e tecnologie didattiche generali M-PED 03 e M-PED 04. Correlate a queste indicazioni si trovano, nell’allegato A, specificazioni per ogni settore sugli obiettivi formativi da conseguire, e qui diviene curioso cosa viene prefigurato per il settore c, ovvero antropologia. Vengono qui elencate le “conoscenze in relazione agli elementi di base delle discipline antropologiche utili all’esercizio della professione di docente” e nel lungo elenco si trovano: “Le origini del concetto antropologico di cultura. La cultura come complesso di modelli. Operatività della cultura, cultura e agire pratico. Dinamicità della cultura e creatività. Differenziazione e stratificazione della cultura. Unità e varietà del genere umano. Superamento della categoria scientifica di razza. Ontogenesi e filogenesi. Immagini dell’essere umano alla luce della teoria dell’evoluzione. Popolazioni genetiche e famiglie linguistiche.”

È qui che emerge un problema di pertinenza, perché il decreto non include quale settore scientifico disciplinare BIO/08, ovvero l’antropologia biologica, che solitamente viene contrapposta a quella culturale (a cui si fa riferimento con M-DEA 01). In Italia l’antropologia culturale viene insegnata presso i dipartimenti umanistici e quella biologica presso quelli scientifici. Compiendo una semplificazione drastica, la quale è comunque diffusa nel tessuto scolastico italiano, l’antropologia biologica si occupa delle caratteristiche biologiche della nostra specie e della sua evoluzione, mentre quella culturale tratta della diversità culturale delle diverse popolazioni umane. Questa semplificazione ignora che cultura e natura biologica umana sono due facce della stessa medaglia, che l’intreccio è indissolubile, che nessun salto qualitativo permette di studiare una parte dell’una senza fare riferimento all’altra. La nostra specie è naturalmente culturale, e ogni tentativo di scindere i campi di studio genera fraintendimenti.

Le due discipline si distinguono, nella reale pratica di insegnamento, per decisioni contingenti di chi le deve insegnare e che opta per riduzioni del dominio di studio, per cui presso i corsi di antropologia culturale ci si concentra maggiormente su monografie dedicate alle peculiarità culturali di popolazioni umane recenti, mentre nei corsi di antropologia biologica il focus è dedicato alle caratteristiche dell’evoluzione della nostra specie nel tempo profondo del passato. Le due discipline possono risultare per questo apparentemente distanti l’una dall’altra, ciò non toglie che la cooperazione tra le due debba essere indissolubile e che la nostra specie sia il risultato di un’evoluzione bio-culturale, che risulta comprensibile solo da una prospettiva bio-culturale. Come d’altronde viene riconosciuto implicitamente nel decreto, che invita ad approfondire le conoscenze della parte biologica dell’antropologia. È dunque curioso che venga richiesto ai futuri insegnanti di istruirsi sull’unità e varietà del genere umano, sul superamento della cultura scientifica di razza, su ontogenesi e filogenesi, sulle immagini dell’essere umano alla luce della teoria dell’evoluzione, senza includere tra i settori scientifico disciplinari di riferimento quello che propriamente si occupa dello sviluppo della conoscenza della storia naturale della nostra specie, ovvero BIO/08.

Un’ulteriore riflessione si potrebbe dedicare a cosa si intenda indicare con “immagini dell’essere umano alla luce della teoria dell’evoluzione”, perché quel plurale iniziale, “immagini”, potrebbe racchiudere dei significati ambigui per chiunque desideri vedere possibili interpretazioni divergenti dei risultati della ricerca paleoantropologica. Interpretazioni ed ermeneutica delle immagini possono risultare trabocchetti ideologici in grado di screditare risultati acquisiti della ricerca scientifica sul nostro posto nella natura. Insomma, un filo di ambiguità non manca mai.

Il decreto è indubbiamente utile per coloro che da tempo attendevano delucidazioni su quali crediti acquisire al fine di poter accedere ai concorsi per diventare insegnante nella scuola secondaria, ma rimane contraddittorio nell’indicare certi obiettivi formativi e nel non permettere la loro stessa attualizzazione attraverso il ricorso a corsi afferenti al settore scientifico disciplinare BIO/08, che, più pertinentemente di quelli afferenti a M-DEA, si occupa di quelle conoscenze richieste. Di questa dimenticanza, o delegittimazione, si è iniziato a parlare tra i referenti dei vari corsi di antropologia biologica, che auspicherebbero un intervento correttivo del decreto, al fine di renderlo coerente con quanto esso stesso prefigura, proprio attraverso l’aggiunta di BIO/08 tra i settori scientifico disciplinari a cui far riferimento per l’acquisizione dei crediti nell’ambito disciplinare dell’antropologia.

 

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