Esame Terza Media, nuova visione in campo: ecco cosa cambia

tuttoscuola_logo14Tuttoscuola, 2.3.2018 

– Non si può dire che bene del documento di orientamento alla prova d’italiano dell’esame al termine del primo ciclo d’istruzione redatto dalla commissione ministeriale guidata da Luca Serianni, uno dei nostri migliori linguisti, e presentato nel gennaio scorso dalla ministra Valeria Fedeli. Come si sa, dopo il decreto legislativo dell’aprile scorso (62/2017) e quelli attuativi dell’autunno, quest’anno a giugno gli studenti di terza media troveranno un esame riformato. Per la prova scritta d’italiano il gruppo di lavoro di Serianni suggerisce tre tipi di elaborati: un testo di sintesi ragionata degli elementi essenziali di un testo; un testo narrativo o descrittivo, costruito sulla base di indicazioni e vincoli forniti dal docente (ad esempio, un incipit da proseguire o un breve racconto da variare, reinterpretare, arricchire); infine, un testo dove lo studente sostenga una o più tesi, eventualmente anche contrapposte, con buoni argomenti e con linguaggio appropriato. Saranno poi le commissioni d’esame a dovere declinare nella pratica questi suggerimenti, che si rivolgono anche – e forse soprattutto – ai docenti che seguono i ragazzi durante l’anno. Con una forte e condivisibilissima enfasi sulla centralità della comprensione dei testi, premessa indispensabile di qualsiasi esercizio di pensiero e di scrittura, competenza tanto essenziale quanto oggi negletta nella vita quotidiana della comunità degli adulti, in cui prevale una (eccessiva) tendenza alla semplificazione di questioni complesse.Va detto, che dopo queste per l’esame alla fine del primo ciclo, sono previste indicazioni analoghe per la maturità. Ne abbiamo parlato in un articolo presente nel numero di marzo di Tuttoscuola a firma di Andrea Gavosto.

Perché il documento va apprezzato e difeso contro le prevedibili reazioni dei tanti estimatori del bel tempo andato in circolazione, dentro e fuori dalla scuola? In primo luogo, perché manda definitivamente in soffitta un cimelio della scuola italiana: quel mitico tema “di ordine generale” – talvolta chiamato anche tema “libero” o “d’attualità” – per decenni croce e delizia di generazioni di studenti. Una forma letteraria che non può nemmeno dirsi obsoleta, perché mai è stata davvero “attuale” ed è di fatto un’entità che è esistita solo sui banchi di scuola. Nessuno, infatti, nella vita reale ha avuto – credo – occasione di replicarla. Ed è difficile apprezzarne oggi i remoti fondamenti pedagogici. Mentre è facile capire che era forse in grado – nel migliore dei casi – di testimoniare alcune capacità retoriche dello studente. Ma nulla più di questo: la stessa creatività per rivelarsi ha infatti bisogno di banchi di prova meno generici. Non parliamo di altre competenze. Certo, il vecchio tema è da tempo in declino nella nostra scuola e in parte è stato sostituito da altre prove più adeguate. Non del tutto, però. Perché se ne trovava ancora traccia – almeno fino all’anno scorso – nell’esame di terza media (il cosiddetto tema espositivo, in forma di lettera o diario) e sopravvive in quello di maturità: una delle tipologie, infatti, resta il tema di ordine generale. Scelto ancora da molti studenti, in particolare dei licei, anche se i docenti didatticamente più avvertiti lo evitano e lo fanno evitare. Bene, dunque, che a questo “cavaliere inesistente” della nostra scuola sia stata data infine sepoltura.

C’è una seconda ragione per cui credo che il documento Serianni sia molto interessante e utile. Perché ci ricorda che leggere, scrivere, sapere ragionare e argomentare – tre elementi essenziali e propedeutici in qualsiasi processo educativo e conoscitivo – devono andare sempre insieme. E ci dà indicazioni pregnanti affinché ciò possa avvenire meglio nella scuola italiana. Approfondiamo questo punto nel numero di marzo di Tuttoscuola.

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Esame Terza Media, nuova visione in campo: ecco cosa cambia ultima modifica: 2018-03-03T04:06:59+01:00 da
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