Formazione obbligatoria docenti, quali criteri per corsi di qualità secondo il Ministero

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di Nino Sabella, Orizzonte Scuola, 17.3.2017

– Il Miur, com’è noto, ha pubblicato il “Documento di lavoro per lo sviluppo del Piano di formazione docenti 2016-2019”, fornendo apposite indicazioni operative.

Un aspetto molto importante affrontato dal documento riguarda la qualità della formazione che dipende da vari aspetti.

I livelli di qualità dei percorsi formativi si riferiscono a:

  • modalità per analisi dei bisogni formativi, individuali e delle scuole;
  • metodologie partecipate e attive di formazione;
  • “profilatura” dell’Unità Formativa;
  • presidio nazionale (e locale) dei contenuti della formazione (le 9 priorità);
  • implementazione di dispositivi per incrementare lo sviluppo professionale dei docenti (bilancio di competenze, portfolio personale, patto/piano per lo sviluppo professionale);
  • coerenza con i bisogni delle istituzioni scolastiche (RAV, PdM, PTOF, PAI, ecc.);
  • sistemi di monitoraggio.

Modalità per analisi dei bisogni formativi, individuali e delle scuole

L’analisi dei bisogni formativi si lega alle esigenze di sviluppo della scuola (indicate nel PTOF, RAV, PdM, PAI, ecc.) e va effettuata attraverso un bilancio di competenze realizzato da ogni insegnante.

L’analisi va effettuata in riferimento alle 9 priorità indicate nel Piano nazionale per la formazione dei docenti e va realizzata a livello di ambito, in modo da porre in essere una progettazione formativa territoriale  tale da prevedere:

  • eventuali iniziative affidate a scuole dell’ambito o a piccole reti di scopo;
  • iniziative di secondo livello o di approfondimento disciplinare gestite anche direttamente dalla scuola capofila formazione;
  • erogazione di finanziamenti a singole scuole sulla base di specifiche esigenze formative.

Metodologie partecipate e attive di formazione

Gli interventi formativi, oltre ad incontri seminariali di carattere frontale, ne devono prevedere altri di carattere “operativo”, cioè fondati su un coinvolgimento attivo dei corsisti.

Le attività devono essere dedicate a questioni attinenti a: insegnamento; didattica; gestione di contenuti e risorse; coinvolgimento e relazioni con gli allievi; valutazione formativa, con precisi riscontri sull’azione didattica.

Unità Formativa

Abbiamo affrontato la tematica in Formazione docenti, nessuna obbligatorietà di ore da svolgere. Scuole quantificano durata unità formative, ove abbiamo evidenziato che l’obbligatorietà non riguarda le ore ma i contenuti del Piano e che le scuole, pur prendendo a riferimento il sistema dei crediti formativi universitari, non per forza devono progettare U.F. di 25 ore ciascuna. L’impegno orario va quantificato in relazione alle attività previste.

Le attività possono prevedere:

a) una parte di interventi frontali o espositivi;
b) una parte di studio, approfondimento personale e/o collegiale ed eventuale documentazione anche in modalità on line (preferibilmente con assistenza di tutor on line);
c) un parte per le attività di laboratorio e ricerca (in forma di sperimentazione in classe, di confronto, di ricerca- azione, di simulazione, di produzione di materiali.).

Presidio nazionale (e locale) dei contenuti della formazione (le 9 priorità)

Gli interventi formativi devono rientrare nell’ambito delle priorità del Piano, le quali vanno dunque ritenute delle aree di riferimento su cui innestare tutta una serie di iniziative.

Considerato che alcune priorità vengono affrontate in specifici Piani nazionali (PNSD, Lingue, ecc.), bisogna prestare attenzione al fine di evitare sovrapposizioni di iniziative formative, che si devono innestare su protocolli nazionali (es.: la lingua inglese per insegnanti di scuola primaria a il CLIL per docenti della secondaria superiore).  A tale fine, un apposito gruppo nazionale si occuperà di stabilire le necessarie connessioni tra azioni nazionali e azioni locali.

Implementazione di dispositivi per incrementare lo sviluppo professionale dei docenti

L’efficacia dei documenti utilizzati nell’ambito della formazione dei neo assunti ha fatto sì che il Miur intenda estendere progressivamente tali strumenti alla totalità dei docenti; a tal fine, fornirà alcuni orientamenti e puntualizzazioni su format anche digitali di detti strumenti (bilancio di competenze, portfolio personale, patto/piano per lo sviluppo professionale).

Un gruppo tecnico, appositamente costituito, verrà incaricato di revisionare ed implementare gli strumenti in uso, di analizzare ulteriori proposte, di definire i modelli nazionali da utilizzare e di fissare la tempistica di adozione.

Coerenza con i bisogni delle istituzioni scolastiche (RAV, PdM, PTOF, PAI, ecc.)

La formazione dei docenti non può non essere coerente con quelli che costituiscono i bisogni formativi della scuola indicati nei vari documenti (RAV, PdM, PTOF, PAI, ecc.). A tal fine, in sede di revisione del questionario scuola (SNV), di evoluzione del RAV, di monitoraggio dei Piani di miglioramento, sarà prestata particolare attenzione alla raccolta di dati e informazioni utili ad affermare il valore strategico della formazione in servizio nella vita di ogni istituto e nelle politiche di miglioramento.

Allo stesso modo, nell’ambito della formazione dei dirigenti scolastici sarà dato particolare rilievo ai temi relativi alla formazione in servizio e alla valorizzazione della professionalità docente, che costituiscono uno degli indicatori di pregio per la valutazione del dirigente .

Sistemi di monitoraggio

Il monitoraggio delle attività formative prevede momenti di incontro diretto a livello regionale e interregionale con i dirigenti responsabili delle scuole-polo-formazione. Alcuni incontri potranno essere strutturati come   seminari di formazione tecnico-culturale-gestionale, e dedicati ai temi della formazione e della sua organizzazione.

I docenti, al termine di ogni azione formativa, devono esprimere una valutazione sulla partecipazione al percorso formativo. Tale valutazione si effettuerà sulla base di un modello digitale messo a disposizione dal MIUR (DGPERS), che si ispira direttamente alla check-list sulla qualità della formazione, prevista nel Piano.

Tutti gli aspetti affrontati, in conclusione, sono fondamentali per garantire la qualità della formazione in servizio e assicurarne, conseguentemente, l’efficacia. Obiettivo ultimo, del resto, è il miglioramento dei risultati d’apprendimento e dell’offerta formativa in generale.

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Formazione obbligatoria docenti, quali criteri per corsi di qualità secondo il Ministero ultima modifica: 2017-03-17T08:22:25+01:00 da
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