Il commento deciso di Rodotà: “Scuole paritarie? Da finanziare solo quando a quelle pubbliche non mancherà nemmeno la carta igienica”

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Renzi: “Ci sono tante cose chieste e date ai professori”

Ansa,  14.6.2015.  

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“Solo quando ci sarà anche la carta igienica nelle scuole pubbliche, allora si potrà dare un euro a quelle paritarie”: strappa l’applauso con questo paragone Stefano Rodotà nella sua lectio magistralis alle giornate del lavoro organizzate a Firenze dalla Cgil. “Per avere una scuola pubblica – ha detto il giurista – non basta applicare una targhetta con scritto ‘scuola pubblica’ su un edificio, non basta che non crolli il tetto se manca anche la carta igienica. Ecco – ha spiegato – penso che solo quando ci sarà la carta igienica si potrà dare un euro alle scuole paritarie”.

Rodotà: “sull’immigrazione l’Unione Europea dimostra ancora mancanza di solidarietà”
La solidarietà, “che è una delle basi della democrazia”, non c’è stata in Europa “non solo sulla vicenda dei migranti, ma neanche su temi interni, come quello del lavoro”.
Così Stefano Rodotà nella sua lectio magistralis alle giornate del lavoro organizzate a Firenze dalla Cgil. “E una democrazia senza diritti e senza solidarietà non ha futuro”, ha aggiunto. Secondo il giurista il concetto di democrazia come potere di governo del popolo è in crisi di fronte al processo di “un’economia che espropria la politica e che quindi tende ad espellere il popolo” e, ha aggiunto, “non si tratta di poteri nascosti: essi sono trasparenti, quasi sfacciati: basti pensare al ruolo del Fmi nei confronti della situazione della Grecia”.
Secondo Rodotà il processo di esclusione dei cittadini dai processi decisionali ha avuto in Italia episodi come quello del mancato rispetto del referendum contro la privatizzazione delle risorse idriche, “nel quale ha prevalso il voto di 26 milioni di persone, mentre ancora oggi c’è una strategia di governo che va in direzione opposta: ma la democrazia – ha aggiunto – non è quella che cancella l’effetto del voto dei cittadini”.

Rodotà su Renzi: “scompone società e comunica da plebiscito”
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è “per nulla attento alla società, anzi: cerca di scomporla, come se fosse fatta da entità distinte”. Il giurista Stefano Rodotà, nella sua lectio magistralis alle giornate del lavoro organizzate dalla Cgil a Firenze, critica il capo del governo non solo per la “logica plebiscitaria della comunicazione diretta, con le slides o con la lavagna, considerando gli italiani degli scolaretti”, ma anche per la sua visione della società, ad esempio, sulla questione della scuola: “Renzi ha detto che di riforma non parlerà con i sindacati e con i partiti, ma con i professori e con gli studenti. Ma questo – ha commentato – è diverso da quanto previsto dalla stessa Costituzione, con il ruolo di partiti e sindacati che sono alcuni dei luoghi in cui si riconosce la società. La nostra Costituzione è fatta da legami sociali e di diritti”. Rodotà ha anche citato l’esempio della decisione della Consulta sulle pensioni: “E’ una sentenza nella quale – ha detto – si afferma che i diritti sociali non sono disponibili per il legislatore, anche quando si assiste al paradosso che violazioni così grosse possono comunque passare, magari con un ‘pizzino’ in cui si avverte la Corte che rivedere una determinata legge può avere costi elevati”.

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