Il sondaggio: tanti no alla scuoletta dei pochi (rumorosi)

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di Valerio Vagnoli,  Il Gruppo di Firenze,  2.12.2017

– I dati di questo sondaggio che come gruppo di Firenze abbiamo commissionato a Eumetra, autorizzano per fortuna una speranza al cambiamento. Risulta in tutta evidenza che l’opinione pubblica ha della scuola un’idea che contrasta decisamente con gli orientamenti fatti propri dai ministeri degli ultimi decenni: un trionfo di demagogia eredità del peggior Sessantotto.

Le percentuali di coloro che vorrebbero una scuola diversa, più attinente quindi con i principii della Costituzione e realmente fucina del senso di appartenenza ad una civiltà e ad una comunità che si faccia carico di tramandare entrambe queste istanze, sono inequivocabilmente in contrasto con chi ha determinato a costruire, e continua a farlo ostinatamente, la scuoletta dei nostri tempi.

Una scuoletta che è il frutto di una irresponsabilità da condividere tra molte componenti. Innanzitutto i politici che, anche per quanto riguarda la scuola, hanno preferito accontentare coloro che sono abituati a fare la voce più grossa, e pertanto a contare, anziché prendersi le responsabilità di dare un senso alla vita dei ragazzi e soprattutto al loro futuro e a quello del Paese.

Vi sono poi le responsabilità di quei genitori ( alcuni del Virgilio di Roma ne sono degni rappresentanti ) che non rinunciano a voler rimanere eterni ragazzi, amici dei loro pargoli ai quali nessuno può permettersi di creare ansie, difficoltà e insuccessi, tanto meno un disgraziato di docente che a malapena porta a casa i soldi per tirare a campare. Naturalmente questa tipologia genitoriale, e i dati del sondaggio sembrano confermarlo, è una minoranza ma da decenni stravince perché «conta» in quanto si fa, e sa farlo, sentire; e anche perché si richiama ad ideologie che in certe categorie culturali ed economicamente rassicurate sono graniticamente irrinunciabili. Non fosse altro perché grazie al trionfo di queste ideologie le medesime categorie si sono assicurate carriere senza tante selezioni e senza tanti sacrifici. Genitori del genere stravincono all’interno delle scuole, in particolare e non a caso nei licei, avvalendosi anche di quel carrozzone demagogico e fintamente democratico rappresentato dai cosiddetti Decreti delegati del ‘74, che permette loro sconfinamenti nella didattica e nella sua gestione, degni solo di certe dittature populiste sudamericane del secolo scorso.

Naturalmente i presidi e i docenti hanno anch’essi abbondanti responsabilità per aver alla fine abdicato al loro ruolo, permettendo di essere assaliti, svillaneggiati e umiliati da personaggi, come abbiamo visto, spesso animati a rappresentare solo se stessi e a difendere le apatie o le arroganze dei loro figli.

A questa categoria di genitori se ne contrappone un’altra, numericamente molto più ampia, che invece non è attrezzata, verrebbe da dire per fortuna, per ricoprire questo ruolo alla maniera dei loro colleghi «impegnati». Più silenziosa rispetto alla prima, questa categoria patisce gli insuccessi dei figli o gode momentaneamente dei loro successi sapendo però che comunque la scuola difficilmente servirà a premiare i bravi. Né forse servirà a trovare un posto di lavoro adeguato alla loro preparazione, né a rendere più educati e maturi i loro figli.

Una scuola senza regole, senza rispetto e ammirazione per chi ci lavora serve solo a farci lentamente precipitare nella barbarie e a premiare alla fine proprio i furbi e gli arroganti. Per questo quando l’opinione pubblica ha ancora la possibilità di poter esternare liberamente il proprio disappunto, anche attraverso l’anonimato dei sondaggi, reclamando serietà, impegno, educazione, rispetto delle regole e quindi delle leggi, è fondamentale che Governo e Parlamento abbiano il coraggio di cambiare rotta e di dare risposte finalmente chiare e coraggiose. Guidare un Paese democratico consiste innanzitutto nel conoscerlo veramente e nell’avere come interlocutori non solo, come nel caso della scuola, i professionisti della pedagogia, delle carriere ministeriali e gli arroganti. Il risultato del sondaggio ci rassicura, perché ci autorizza a pensare che abbiamo la possibilità di salvarci in quanto la maggioranza delle persone è disposta a credere che si può ancora cambiare questo Paese; e lo si fa solo se la scuola sarà diversa, profondamente diversa da come è purtroppo da molti anni.

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Valerio Vagnoli
(“Corriere Fiorentino”, 1° dicembre 2017)
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Il sondaggio: tanti no alla scuoletta dei pochi (rumorosi) ultima modifica: 2017-12-02T21:34:39+01:00 da
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