Invalsi, il test alle superiori. Cortei e boicottaggi, da Genova a Napoli

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di Antonella De Gregorio, Il Corriere della sera, 9.5.2017

–  In tutta Italia manifestazioni, assemblee e sit-in. Ma il 72,5% degli studenti ha dichiarato di voler svolgere seriamente le prove

Manifestazioni, assemblee pubbliche, sit in: migliaia di studenti hanno protestato in tutta Italia contro le prove Invalsi e contro le deleghe della legge 107. Non c’è stato lo sciopero che avrebbero voluto i sindacati di base (fermato dalla Commissione di Garanzia degli sciopero), ma questo non ha fermato la rabbia: «disobbedienze» indirette dei docenti (quelli d’accordo nel ritenere i quiz Invalsi uno strumento che impoverisce la scuola pubblica e ne annulla il ruolo di formazione del pensiero critico); e azioni di boicottaggio degli studenti.

Combinando l’avversione per i «quiz a crocette» con la contrarietà alla legge 107, molti studenti sono scesi in piazza. In qualche caso hanno discusso con i docenti in assemblee pubbliche. Hanno manifestato «nonostante le numerose minacce pervenute dai presidi nelle scuole», sostengono all’Unione degli Studenti, una delle sigle che guidano la protesta. «Ma denunceremo i casi di minacce e ritorsioni, il boicottaggio e l’astensione sono nostri diritti!», ha dichiarato in una nota la coordinatrice, Francesca Picci. «Ogni anno vengono spesi 14 milioni di euro per questi test standardizzati ed escludenti mentre non si investe sul diritto allo studio e non si combatte la dispersione scolastica che interessa ormai più di 750 mila ragazzi».

«Didattica nozionistica»

Il Coordinamento degli studenti medi di Trento aveva chiuso simbolicamente, prima del suono della campanella, l’entrata dei quattro licei della città (Galilei, Prati, Scholl e Rosmini): insieme un messaggio di opposizione e un invito a boicottare. Il Fronte della Gioventù Comunista (Fgc) ha organizzato presidi di protesta nelle scuole in decine di città italiane, da Roma a Milano, Torino, Palermo, Bologna, Venezia, Reggio Calabria. «I test Invalsi dequalificano l’istruzione imponendo una didattica nozionistica, appiattita sul modello dei quiz a crocette. Questo – spiegaAlessandro Fiorucci, responsabile scuola del Fgc – in accordo con un mercato del lavoro che vuole lavoratori dequalificati e ricattabili. La lotta fratricida tra le scuole non migliora il livello d’istruzione, ma favorisce pochi istituti prestigiosi e fa sprofondare le scuole più in difficoltà».

«Via la Legge 107»

Gli studenti sono contrari all’introduzione delle prove Invalsi nelle classe V, che «qualifica i test come prove individuali e non di sistema, incrementando la pratica del “teaching to test” nelle nostre scuole». E chiedono anche l’eliminazione della legge 107 e dei suoi decreti delegati .

Partecipazione

Solo a fine giornata si saprà come sono andate le prove Invalsi nelle seconde classi delle scuole superiori: se e quanto il dato si discosta dalle percentuali «bulgare» (97,52%) registrate il 3 e il 5 maggio, con le prove di italiano e di matematica alla scuola primaria. L’anno scorso i dati furono abbastanza positivi: partecipazione del 90,95%, pur con «sacche» di protesta – a Bari, Roma, Cosenza – dove l’adesione è arrivata solo al 70%. Il dato generale, però, fu migliore di quello del 2015, dove consegnarono le prove svolte solo 77 ragazzi su cento, su scala nazionale.

Sostegno alla mobilitazione

Sostegno agli studenti scesi in piazza oggi dalla Flc Cgil, che in una nota scrive: «Siamo al loro fianco, per riaffermare anche noi il bisogno di riscrivere le regole fondamentali di una scuola moderna e inclusiva, che non lasci nessuno indietro. La deriva sempre più ideologica della valutazione, introducendo diseducativi meccanismi di competizione tra studenti e tra singoli istituti, ripropone antichi vizi che credevamo eliminati. Bene fanno gli studenti a scendere in piazza oggi per affermare il loro bisogno di una scuola diversa, “gratuita e di qualità”, universale, pubblica, laica, e plurale».

«Proteste incomprensibili»

Proteste «incomprensibili» per Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia. «Le proteste contro il test Invalsi, incoraggiate da una parte del sindacato, non sono un buon servizio al sistema educativo – scrive in una nota – . I test, infatti, costituiscono uno strumento utile di valutazione. Poter svolgere un monitoraggio attento delle competenze che le studentesse e gli studenti maturano nel corso dell’anno, potendo così far emergere buoni esempi da estendere a livello nazionale o criticità da risolvere, è condizione per costruire un’offerta formativa omogenea e migliorare la qualità dell’istruzione. Non si capisce in che modo questo possa ledere ai nostri giovani», conclude.

Migliora la percezione delle prove

Dalle opinioni raccolte tra i ragazzi da ScuolaZoo alla vigilia, sembra comunque che la percezione delle prove stia migliorando, anno dopo anno. L’indagine, condotta sia fra coloro che affrontano la prova quest’anno, sia fra coloro che l’hanno sostenuta in passato – 260 studenti in tutto – rivela che il 31,5% di coloro che l’hanno sostenuta in passato ha dichiarato di averla boicottata o consegnando il foglio in bianco, o pasticciandolo con risposte ironiche oppure rimanendo a casa da scuola. Quest’anno, il 72,5% era intenzionato a svolgere seriamente la prova. Una variazione dovuta probabilmente anche al fatto che gli insegnanti hanno dedicando più attenzione alla preparazione della prova (per il 62,5% degli studenti 2017 contro il 45,5% del passato). È anche migliorata la comunicazione da parte dei professori: oggi il 38% fa passare ai ragazzi il messaggio che è una prova importante; in passato succedeva solo nel 27,5% dei casi.

Valutazione

Due dati – prosegue il portale – continuano a essere negativi: un terzo dei professori utilizza ancora l’Invalsi per avere una valutazione in più per i propri studenti, nonostante il test debba essere anonimo per legge (secondo gli intervistati lo fa il 32,5% dei professori, contro il 39% degli anni passati). Oltre a questo c’è ancora un 20% di professori che aiuta i ragazzi durante la prova, per far sì che il punteggio di classe salga. Lasciano tuttavia perplessi le opinioni personali dei ragazzi sull’Invalsi.

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Invalsi, il test alle superiori. Cortei e boicottaggi, da Genova a Napoli ultima modifica: 2017-05-10T05:46:07+02:00 da
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