Istat: sempre meno iscritti a scuola, ma chi studia ha più chance di lavoro

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Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola  29.12.2016

– Il calo di alunni iscritti nelle scuole italiane non è una novità, visto che siamo arrivati al quinto anno consecutivo.

Il dato è contenuto nell’Annuario Statistico Italiano 2016. L’Istat ci dice che nell’anno scolastico 2014/2015 gli studenti iscritti nei vari corsi scolastici sono stati 8.885.802, 34.426 in meno rispetto al precedente anno; un calo che riguarda le scuole dell’infanzia (-26.845), le primarie (-6.575) e le secondarie di primo grado (-22.037), mentre invece aumentano gli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (+21.031).

Come in passato, il calo si deve principalmente alla regressione demografica delle nuove generazioni, non sufficientemente compensata dalla crescente presenza nelle scuole italiane di alunni con cittadinanza straniera, che ammontano a 814.208 (9,2% degli iscritti).

Sono, anche questo si sapeva, gli istituti del Nord e del Centro ad accogliere il maggior numero di studenti stranieri.

Per quanto riguarda, invece, il tasso di scolarità, questo si attesta ormai da qualche anno intorno al 100% per la scuola primaria e secondaria di primo grado, al 93,1% per quella di secondo grado.

Il tasso di partecipazione al sistema formativo nel suo complesso risulta invece pari al 98,8%.

In generale, il livello di istruzione della popolazione italiana si è costantemente innalzato nel corso del tempo, anche se i margini dell’ultimo periodo sono minimi: nel 2015, oltre tre persone su 10 hanno una qualifica o diploma d’istruzione secondaria superiore (35,6%), valore stabile rispetto al 2014, mentre cresce dal 12,7 al 13,1% la percentuale di chi possiede un titolo universitario.

Un dato tutt’altro che positivo è che prosegue il calo degli studenti che dopo il diploma scelgono di proseguire gli studi all’università (tra coloro che vanno avanti sono più numerose le femmine).

Il passaggio dalla scuola secondaria all’università diminuisce ancora rispetto all’anno accademico 2013/2014 (-0,6%): sono poco meno della metà (49,1%) i diplomati nel 2014 che si sono iscritti all’università per l’anno accademico 2014/2015, con i valori più alti in Molise (58,1%) e Abruzzo (54,6%).

In ogni caso, si conferma la maggiore propensione delle ragazze a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria: le diplomate che si iscrivono all’università sono 55 su 100 contro appena 44 ragazzi. Nell’anno accademico 2014/15 gli studenti sono stati 1.652.592, in ulteriore flessione rispetto all’anno precedente (-1,5%). C

ontinuano a calare gli iscritti ai corsi triennali e a crescere le iscrizioni ai corsi magistrati a ciclo unico.

I giovani che hanno conseguito un titolo universitario nel 2014 sono stati 304.608, 2.377 in più rispetto all’anno precedente.

Negli ultimi anni le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti in tutte le tipologie di corso e il loro percorso di studi è generalmente più brillante: nell’anno solare 2014 il 39,9% delle 25enni ha conseguito per la prima volta un titolo universitario contro il 25,8% di uomini e il 23,5% una laurea magistrale contro il 15,1% di maschi.

Nel 2015 lavora il 45,9% dei diplomati del 2011 di scuola secondaria di secondo grado, il 63% dei diplomati degli istituti professionali e il 58,5% di quelli degli istituti tecnici; gli uomini (50,1%) più delle donne (41,6%).

L’occupazione tra i laureati risulta più alta: nel 2015, a 4 anni dalla laurea, lavora il 72,8% dei laureati di primo livello e l’83,1% dei laureati di secondo livello.

Per i dottori di ricerca invece si registra quasi la piena occupazione: lavora il 91,5% di chi ha conseguito il titolo nel 2010 e il 93,3% di chi lo ha ottenuto sette anni prima.

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Istat: sempre meno iscritti a scuola, ma chi studia ha più chance di lavoro ultima modifica: 2016-12-30T05:54:42+01:00 da
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