La “Buona Scuola” partita senza meta e senza bussola

  di Vincenzo Pascuzzi, La Tecnica della scuola, 16.4.2017

– 1) Il titolo. “La buona scuola” – è già stato osservato – somiglia a uno slogan pubblicitario, “pieno di buonismo perfidino” e “sottintende una cattiva scuola da cui prendere le distanze”, mentre in realtà “La nostra non è una cattiva scuola. È una scuola senza risorse” (Mariapia Veladiano – la Repubblica – 4.9.2014).
L’inizio. “Non una riforma, non un adempimento burocratico, non un libro dei sogni. Un patto, semplice e concreto”: così esordisce il messaggio di Renzi & Giannini e implicitamente del governo. Due brevissime frasi che contengono tre bugie e tre inganni o trappole.
In realtà il documento vorrebbe essere (e così viene considerato e trattato) sia riforma, sia adempimento, sia libro dei sogni e inoltre contratto di lavoro rinnovato in retromarcia e senza partecipazione dei sindacati. Il patto è un (tentativo di) inganno: infatti per patto si intende un “accordo fra due o più individui o parti” (Dizionario Sabatini Coletti), ma qui una parte vorrebbe fare (ha fatto) tutto lei, da sola e in fretta, ivi compreso rappresentare e decidere per l’altra parte, si tratta cioè di un diktat! Gli aggettivi “semplice e concreto” costituiscono la seconda e terza trappola.

2) Senza meta finale, senza bussola, anche senza calendario Leggiamo sui giornali di questi giorni: “Oggi la maggior parte dei ragazzi che arriva in un liceo non ha la preparazione di base che, mezzo secolo fa, forniva la scuola elementare” (Luca Ricolfi – Panorama – 23 settembre 2014). “L’abbandono scolastico è una vera e propria piaga senza fine”, “Il divario con il dato medio europeo è più accentuato per la componente maschile (20,5% contro 14,5%), in confronto a quella femminile (14,5% contro 11,0%)” (Nadia Francalacci – Panorama – 17 settembre 2014). “In Italia c’è un bocciato ogni otto studenti, tra i più poveri uno su cinque” (Eraldo Affinati – Corriere della Sera– 23 settembre 2014). Nessuna delle tre questioni (preparazioni, abbandoni, bocciature) è indicata, quantificata e temporizzata nel fascicoletto esibito con grandi sorrisi e ormai arcinoto (quasi il 5° Vangelo?). Ignorato e omesso, in particolare, l’obiettivo di Europa 2020 relativo alla dispersione scolastica: “Reducing the rates of early school leaving below 10%”. È una buona scuola che vorrebbe avviarsi senza meta definita, senza bussola, senza calendario cioè senza scadenze temporali, con priorità confuse o secretate, oltre che senza risorse!

3) Consultazione con maggioranza bulgara finale? La consultazione governativa, che ha già raggiunto i 180mila contatti, a detta del Miur, è organizzata, gestita, forse pilotata e consuntivata dal Miur stesso, si sta svolgendo con “modalità davvero strane” e anomale, ad esempio: “Si può scrivere tutto quello che si vuole e si può dare qualsiasi tipo di risposta al questionario già predisposto, ma non è possibile in alcun modo leggere le risposte altrui. Insomma, manca qualunque forma di interattività e di scambio fra gli utenti” e “che suggerimenti posso dare se posso solo rispondere con delle crocette a delle domande impostate su argomenti già decisi?”. Per quello che valgono simili consultazioni e sondaggi, sarebbe stata necessaria la collaborazione di una società specializzata affidabile, in grado di assicurare esperienza, trasparenza e terzietà. Esiti finali tipo “ottimo e abbondante” o tipo maggioranza bulgara metterebbero in imbarazzo il governo Renzi e il ministro Giannini.

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La “Buona Scuola” partita senza meta e senza bussola ultima modifica: 2017-04-17T08:35:45+02:00 da
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