LA FOTOGRAFIA DELL’ISTAT CONFERMA TUTTI I RITARDI DELL’ISTRUZIONE IN ITALIA

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di Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 24.12.2014

Nell’anno scolastico 2012/2013 gli studenti iscritti nelle scuole di ogni ordine grado e ordine sono quasi nove milioni, circa 17.500 in meno rispetto al precedente anno. Gli alunni stranieri, in continua crescita, costituiscono poco meno del 9 per cento del totale degli iscritti. Sono alcuni dei numeri contenuti nell’annuario statistico 2014 dell’Istat, che conferma anche il ritardo della nostra istruzione universitaria.

La fotografia della scuola
Degli iscritti alle scuole di ogni ordine e grado si è detto. la pubblicazione dell’Istituto di statistica si sofferma poi sugli esami di maturità. Evidenziando come la quasi totalità degli studenti ammessi li superi: nell’anno scolastico 2012/2013 si tratta del 99,7 per cento per le medie e del 98,8 per cento per le superiori. Con un picco nei licei classici e scientifici. Le studentesse ottengono tassi di successo più elevati in tutti gli indirizzi di studio e mostrano anche una maggiore propensione a proseguire gli studi dopo la scuola secondaria: quasi 62 diplomate su 100 si iscrivono all’università, a fronte del 50% dei diplomati.

I ritardi dell’università
Sempre a proposito di università Nell’anno accademico 2012/2013, sia il numero delle immatricolazioni sia quello delle iscrizioni universitarie risulta in flessione rispetto all’anno precedente (-9,0 e -2,4%). In lieve calo purtroppo anche i laureati che nel 2012 sono stati 297.448 (-0,5 per cento). Cresce invece il gradimento per i corsi accademici dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam), che registrano un aumento di iscritti del 7,5 per cento.

Gli sbocchi occupazionali
Per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro, nel 2011, lavora il 48,8% dei diplomati del 2007; in misura maggiore i diplomati degli istituti professionali (69,5 per cento) e tecnici (60,1 per cento); gli uomini (54,7 per cento) più delle donne (43,0 per cento). Migliora invece la situazione per i laureati: nel 2011, dopo circa quattro anni dal conseguimento del titolo lavora il 69,3 per cento dei laureati dei corsi triennali e il 74,5 per cento di quelli dei corsi lunghi. Fra chi si è laureato nel 2004 e nel 2006, risultava infine occupato il 92 per cento del totale.

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