La trasparenza non abita nelle scuole

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Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola 4.11.2016

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– Avere dati aggiornati sulle scuole è difficile, quasi impossibile. Pochissime scuole, per esempio,  pubblicano costantemente gli atti del consiglio di istituto.

Non più tardi di tre anni fa pareva che, dall’oggi al domani, le scuole dovessero aprire nel proprio sito internet una sezione “Ammistrazione trasparente” in cui pubblicare di tutto e di più: dalle delibere dei consigli di istituto, agli incarichi a soggetti esterni, dai bilanci ufficiali fino ai dati relativi al personale in servizio e così via.
Un impegno non da poco, soprattutto per il continuo lavoro di aggiornamento che tale sezione richiederebbe.
Come spesso accade nella pubblica amministrazione, anche in questo caso l’annuncio si è di fatto trasformato in una delle tante “grida” di manzoniana memoria.
Basta dedicare un’oretta a navigare nei siti di qualche scuola per rendersi conto che l’inadempienza è la regola e non l’eccezione.
Abbiamo visionato i siti di 15 scuole di ogni ordine e grado e questi sono i risultati.
In un solo caso abbiamo trovato il Piano annuale 2016, in molti casi ci si ferma al 2015; per diverse scuole il Piano più recente pubblicato è quello del 2014. In un paio di casi non abbiamo trovato nulla.
Per molte altre voci si trova l’indicazione “le scuole non hanno l’obbligo di compilare questa sezione” (in diversi siti il 90% delle sottosezioni riporta questa frase, tanto da chiedersi se valeva la pena aprire la sezione “trasparenza”).  In nessuna sito abbiamo trovato dati aggiornati sugli incarichi a soggetti esterni, mentre verbali e delibere dei consigli di istituto si fermano spesso alla fine del 2015 (evidentemente l’idea è quella di pubblicare il “pacchetto” completo solo a fine anno, ma è del tutto evidente che in tal modo viene meno l’utilità dell’operazione).
Insomma, una vera delusione: i siti che abbiamo visitato danno l’idea che, complessivamente, le scuole non abbiano troppa voglia di essere trasparenti.
Ma è probabile che questo effetto sia dovuto proprio alle regole poco intelligenti con cui l’operazione trasparenza è stata gestita.
Forse sarebbe stato molto più utilie un regolamento ministeriale di due paginette con l’elenco di una decina di documenti o di dati che le scuole devono obbligatoriamente rendere pubblici. Per esempio: il POF, i bilanci (programma annuale e conto consuntivo), gli atti del consiglio di istituto (delibere, ecc..), le delibere degli organi collegiali che riguardano criteri generali relativi al funzionamento della scuola (criteri per la formazione delle classi, criteri per l’attribuzione del bonus, ecc..), contratto di istituto, regolamento e poco altro. E perchè non pretendere che sia resa pubblica l’entità dei contributi volontari che le famiglie versano alla scuola?
Quasi tutto ciò che abbiamo citato dovrebbe comunque obbligatoriamente essere pubblicato nel sito della scuola, anche ai sensi del decreto legislativo 33 del 2013 che ha istitituito il cosiddetto “accesso civico”.
Ma così non è: in nessuno dei siti che abbiamo visitato questa regola è rispettata.
E quindi se volessimo svolgere un’inchiesta giornalistica sui bilanci delle scuole non lo potremmo fare perchè non avremmo a disposizione i dati necessari.

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La trasparenza non abita nelle scuole ultima modifica: 2016-11-04T10:46:43+01:00 da
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