Lavoro, il diploma non basta. Flop dei Professionali: 3 su 10 disoccupati

Corriere-scuola_logo14

di Antonella De Gregorio,  Il Corriere della Sera  15.2.2017 

– L’indagine: il 45% dei diplomati pensa di aver sbagliato scuola. A un anno dal titolo, il 70% prosegue gli studi all’Università. Con esperienze all’estero, più chance di lavorare.

La conferma: metà dei ragazzi che arrivano al diploma, in Italia, pensano di aver imbroccato la strada sbagliata. E poi un monito per tutti: chi durante gli studi tocca con mano il mondo del lavoro, ha più chance di trovare un impiego, una volta finita la scuola. Sono delusi e disorientati, come risultava già dai precedenti rapporti, i 115mila diplomati che hanno risposto ai questionari di Almadiploma e Almalaurea, un’analisi della condizione occupazionale e formativa dei giovani uno, tre e cinque anni dal termine delle scuole superiori. Indagine che contiene un segnale preoccupante: usciti dalle scuole superiori, quelli che dovrebbero essere pronti e formati per essere inseriti in una realtà lavorativa, faticano a trovare un’occupazione. A un anno dalla maturità, sono disoccupati 22 diplomati su cento (il che non sorprende, dato che il 70% prosegue gli studi e di questi solo il 16% frequenta l’università lavorando), che però diventano 29 su cento tra i diplomati professionali, di tutti i più pronti a inserirsi nel mercato del lavoro. A tre anni dal titolo il tasso di disoccupazione scende al 18% (ma comunque più alto, 21%, tra i professionali).

Al lavoro

Tra i diplomati nel 2015 che lavorano, prevalgono gli impieghi «non standard»: contratti a tempo determinato, formativi, addirittura «irregolari» nel 10% dei casi. A tre anni dal diploma, chi ha scelto di lavorare e basta, senza proseguire negli studi, trova una sistemazione migliore: contratti a tempo indeterminato nel 31% dei casi, che diventano il 52% a cinque anni. A tre anni resta alta la quota di contratti «non standard» (24%) e formativi (21%), mentre è senza contratto l’8%. Chi trova impiego senza essere impegnato in studi universitari opera soprattutto nel settore dei servizi (tre su quattro), e nell’industria (il 18%). Guadagna in media 1.028 euro mensili, che diventano 1.1347 a tre anni e 1.274 a cinque anni dal diploma. Con soddisfazione abbastanza elevata (voto medio 7, su una scala da 1 a 10). Ma ad appagare sono i rapporti con i colleghi, l’autonomia, l’opportunità di acquisire professionalità. Non la sensazione di mettere in pratica quel che si è studiato: la coerenza con gli studi fatti, nella valutazione dei ragazzi non raggiunge la sufficienza (5,5). A ritenere di non sfruttare per nulla le conoscenze apprese nel corso della scuola secondaria superiore sono soprattutto i diplomati liceali (45% contro il 38% e il 38,5% dei diplomati tecnici e professionali).

Pentiti

Pentiti della scelta della scuola sono il 45% dei ragazzi, interpellati a pochi mesi dalla fine degli studi. Dopo un anno gli stessi ragazzi dichiarano di aver sbagliato a scegliere la scuola o l’indirizzo nel 43% dei casi. Sulla scelta delle superiori – che avviene in un momento delicato della vita dello studente – pesa l’inadeguatezza dell attività di orientamento e l’influenza della famiglia e degli insegnanti. Che hanno un ruolo anche nell’influenzare la probabilità di proseguire gli studi. Il contesto socio-economico e culturale di provenienza ha un peso specifico elevato: fra i diplomati 2015 appartenenti a contesti più favoriti, l’83% si iscrive all’università, contro il 57% di giovani provenienti da famiglie più svantaggiate. Determinanti per la carriera formativa sono anche il voto di diploma (chi ce l’ha medio-basso cerca lavoro, mentre i diplomati più brillanti vanno all’università) e la regolarità nel percorso scolastico.

Stage e alternanza

Dall’indagine emerge che le attività di stage e tirocinio, svolte durante gli studi o nel periodo successivo al diploma, rafforzano la possibilità di lavorare. Per quanto riguarda i tirocini durante gli studi, chi li ha fatti ha il 60% di chance in più; probabilità pari al 34% se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il diploma. Svolgere esperienze di studio all’estero durante gli studi accresce le possibilità del 31%. Le opportunità migliorano ulteriormente per chi può alternare nel proprio percorso scolastico periodi di studio in aula e forme di apprendimento in contesti lavorativi ed esperienze di stage (l’alternanza scuola-lavoro). Il 59% dei diplomati dichiara che il percorso didattico concluso prevedeva tali tipi di esperienze che – come ci si poteva attendere – risultano particolarmente diffuse negli istituti professionali (il 90% dei diplomati dichiara che il progetto era previsto) e nei tecnici (86,5%); riguardano solo in minima parte i licei (37%).

.

Lavoro, il diploma non basta. Flop dei Professionali: 3 su 10 disoccupati ultima modifica: 2017-02-15T14:36:37+01:00 da
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

GILDA VENEZIA - Associazione Professionale GILDA degli INSEGNANTI - Federazione Gilda Unams

webmaster: Fabio Barina



Sito realizzato da Venetian Navigator 2 srl