Mobilità 2016. Sempre più caos, Tar e Tribunale del lavoro riportano a casa docenti trasferiti al nord

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Antonio Guerriero,   Professionisti Scuola Network  3.9.2016

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– E’ sempre più caos nella saga della mobilità docenti con il Miur costretto a dare attuazione ad un decreto del Tar che sospende gli esiti dei trasferimenti riassegnando alcuni docenti alle province di immissione. Una guerra a colpi di ordinanze con un nuovo capitolo tutto da scrivere e che per ora segna una vittoria, seppure ancora provvisoria, dei docenti che avevano impugnato il contratto di mobilità sottoscritto tra Miur e sindacati. I docenti ricorrenti che, a seguito della pubblicazione della mobilità, erano stati assegnati in Sardegna e Toscana, invece, resteranno nella provincia di Roma assegnata provvisoriamente lo scorso anno con l’immissione in ruolo del 2015/16 in attesa della pronuncia nel merito da parte del TAR.
Un decreto, quello del Tar, che restituisce la titolarità sulla precedente provincia di immissione per alcuni docenti che avevano ricorso evidenziando il contrasto con i principi dell’ordinamento e l’illegittimità dell’agire della Pubblica Amministrazione riguardo la questione della mobilità, regolata dal comma 108 dell’art. 1 della legge 107/2015 e dall’accordo contrattato con i sindacati che ha lasciato molti scontenti.
Una contrattazione che se da un lato ha previsto per migliaia di docenti immessi in ruolo con il piano straordinario di assunzioni previsto dalle legge 107/2015, una mobilità obbligatoria, su tutto il territorio nazionale per i docenti provenienti dalle Graduatorie ad esaurimento, dall’altro ha previsto importanti deroghe discriminatorie con titolarità su sede per i vecchi immessi e accantonamento di posti in provincia di immissione senza obbligo di mobilità nazionale per gli idonei immessi da concorso.
A tutto ciò si è aggiunta l’assurdo caos dovuto agli errori dell’algoritmo utilizzato per gestire le operazioni di mobilità, definiti fisiologici dal Miur, ma che ha portato a migliaia di richieste di conciliazioni solo in minima parte esaminate con esiti tutt’altro che soddisfacenti per i docenti danneggiati.
Come avevamo già scritto su PSN, molti docenti, con ricorso al TAR avevano ottenuto la sospensione, in via cautelare, dell’ordinanza del Miur n. 241/2016, nelle parti in cui “consente ai docenti assunti entro l’A.S. 2014-2015 di proporre domanda di mobilità “su scuola” e consente agli idonei del concorso del 2012 di partecipare al programma nazionale di mobilità confermando la sede di titolarità nella Provincia in cui avevano avuto l’assegnazione provvisoria, negando tali possibilità ai ricorrenti, oltre che in quanto applica la mobilità nazionale solo ai docenti assunti nelle Fasi B e C del piano di assunzioni provenienti da GAE”.

In altri termini, il TAR, in attesa di un giudizio più approfondito con udienza nel merito che avverrà il 20 ottobre ha sospeso la mobilità a favore dei ricorrenti.

Si trattava di un provvedimento cautelare, che però poneva quantomeno dei dubbi sulla legittimità della mobilità, soprattutto se si considera che le obiezioni riguardano anche profili di legittimità costituzionale della legge 107/15. Tant’è che il TAR nella stessa ordinanza precisava che “le doglianze proposte, alla luce della cognizione sommaria propria della fase cautelare non appaiano manifestamente infondate, sicché, anche al fine di delibare le censure di ordine costituzionale”.

A questo provvedimento di sospensione, il Miur non aveva dato alcuna attuazione, accampando problemi organizzativi e procedendo con le operazioni di trasferimento dei docenti che avevano vinto in sede cautelare. Una scelta, quella del potere esecutivo di non rispettare quello giudiziario, che fa a pugni con il principio della divisione dei poteri che è un cardine delle democrazie moderne. Anche perchè dietro ai ricorsi ci sono delle vite, più importanti dei problemi organizzativi accampati dal Miur e dal Governo.
Ma proprio quando la disperazione fa da padrona per gli esiti inaccettabili di una mobilità viziata da errori grossolani, mancata trasparenza, arriva un nuovo colpo di scena.

Infatti, dopo che il MIUR aveva comunque trasferito i docenti ricorrenti, è stato impugnato nuovamente al TAR (con c.d. motivi aggiunti) il provvedimento di assegnazione, segnalando l’inadempienza della P.A. e chiedendo un immediato decreto di sospensione dei provvedimenti.

Il Tar ha pertanto emesso una nuova ordinanza con un decreto di sospensione degli esiti della mobilità notificato all’U.S.R. che ne ha dato attuazione attraverso un provvedimento dell’USP di Romassospendendo le nuove assegnazioni e mantenendo i docenti nei posti precedentemente ricoperti. Ripetiamo, il tutto in attesa della decisione definitiva che avverrà in data 20 ottobre.
A questa vittoria che da per ora ragione ai docenti ricorrenti si affianca anche quella ottenuta da una docente che non si è era rivolta al Tar ma al Tribunale del lavoro. Il Giudice della sezione lavoro del Tribunale di Salerno, in tal caso, ha emesso una ordinanza che ha sospeso immediatamente gli effetti del provvedimento di trasferimento per una docente salernitana di scuola primaria trasferita in Emilia Romagna, dall’algoritmo utilizzato dal Miur.

Siamo in attesa di leggere le motivazioni della ordinanza – spiega a caldo la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Luisa Franzesesi tratta senza dubbio di una decisione importante che voglio conoscere”. L’ordinanza già notificata all’Ufficio scolastico provinciale di Salerno dovrà ora essere attuata, come già fatto dall’Ufficio scolastico di Roma per il decreto del Tar, assegnando alla docente una sede nella provincia di immissione in ruolo.
In questo quadro, è possibile ancora agire in via giudiziaria,  impugnando i provvedimenti individuali, sia semplicemente in quanto attuativi di una ordinanza – la 241 – ritenuti illegittimi (nonché espressione di una legge incostituzionale), sia per errori relativi all’algoritmo. E ciò per ottenere la revoca di una ingiusta assegnazione, sperando nel contempo in un ripensamento complessivo da parte del governo e nell’apertura di una stagione di riforma che abbiano come veri autori chi la scuola la vive: docenti, famiglie e alunni.
PSN sta valutando eventuali azioni legali da mettere in atto per far valere i diritti dei docenti trasferiti fuori regione danneggiati dagli errori dell’algoritmo utilizzati dal Miur. Nei prossimi giorni verranno forniti eventuali chiarimenti sulla possibilità di ricorrere e ottenere provincia gradita.

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Mobilità 2016. Sempre più caos, Tar e Tribunale del lavoro riportano a casa docenti trasferiti al nord ultima modifica: 2016-09-03T21:56:02+02:00 da
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