Operazione costo standard: come camminare sulle acque

di Vincenzo Pascuzzi, Aetnascuola.it, 18.10.2017

– Sembra che tutta la Operazione Costo Standard sia stata avviata e condotta non sul terreno della realtà, ma su un terreno immaginario, sulle nuvole con una interpretazione della Costituzione solo auspicata; insomma l’obiettivo in realtà è doppio: il costo standard e insieme l’interpretazione costituzionale che lo dovrebbe sostenere; un po’ come camminare sulle acque.

Operazione costo standard: come camminare sulle acque

di Vincenzo Pascuzzi – 18 ottobre 2017

Gentile Presidente Roberto Gontero,

mi riferisco alla sua nota odierna “Libertà di Educazione in Italia a rischio estinzione” (*) per commentarla come segue.

Premetto che ritengo doveroso e utile essere chiari ed espliciti riguardo alle scuole paritarie, che sono “scuole private cattoliche” e non “scuole pubbliche” anche se forniscono un servizio riconosciuto come pubblico.

Queste le osservazioni proposte:

  1. nella Costituzione vigente NON ESISTE la possibilità o il “diritto di scelta educativa della scuola da parte delle famiglie” a spese dello Stato; esiste per Enti e privati “il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”; perciò chi può non è obbligato a frequentare le scuole statali, ma deve farlo a sue spese; poi le scuole private se vogliono la parità devono uniformarsi alle statali rinunciando a parte della loro libertà; peraltro le scuole cattoliche, a valle della rivendicata libera scelta delle famiglie, non sono libere ma devono allinearsi all’ideologia cattolica; sempre nelle private paritarie cattoliche i docenti non hanno libertà di insegnamento;
  2. l’ipotesi costo standard, tanto declamata e richiesta in particolare negli ultimi due anni, è stata per il momento messa in frigorifero o instradata su un binario morto dalla astuta promessa (o minaccia) di istituire un gruppo di lavoro fatta dalla ministra Fedeli; la stessa Fedeli ha diplomaticamente evitato di partecipare all’evento del 14 ottobre a Verona e all’incontro pubblico con il presidente Cei, card. Gualtiero Bassetti; tecnicamente il costo standard e la sua applicazione anche alle statali sono questioni discutibilissime, complesse e non proponibili visto l’art. 33 Cost., articolo che non può essere aggirato con un tunnel o una triangolazione Stato-Famiglie-Scuole cattoliche;
  3. non esiste rischio di estinzione per le scuole cattoliche; è strumentale ed esagerato drammatizzare un calo annuo di iscritti del 2,6% e la chiusura annua dell’1,28% delle scuole; gli iscritti calano infatti pure nelle statali anche se meno in percentuale: meno 100.000 studenti nell’ultimo triennio; le cause sono la crisi economica che permane, la ripresa e la crescita assenti nella realtà, ma continuamente annunciate e vantate nei media, la conseguente denatalità, la secolarizzazione e il calo delle vocazioni per le cattoliche;
  4. nonostante tutto, la qualità media delle statali supera quella delle private: lo testimoniano i test Ocse, lo dicono i docenti che migrano dalle private alle statali, lo dicono anche le difficoltà delle private a trovare docenti abilitati;
  5. da ultimo, questione di fondo e strategica: ha senso o no – con la Costituzione vigente – per una struttura privata pretendere finanziamenti dallo Stato? se le scuole fossero aziende – ma non lo sono! – saremmo in una situazione simile a un franchising il cui l’affiliante (Stato) concede il suo marchio all’affiliato (paritarie) non in cambio di royalties ma assieme a una dote aggiuntiva chiamata costo standard (royalties in senso inverso)!
  6. concludendo e in sintesi, sembra che tutta la Operazione Costo Standard sia stata avviata e condotta non sul terreno della realtà, ma su un terreno immaginario, sulle nuvole con una interpretazione della Costituzione solo auspicata; insomma l’obiettivo in realtà è doppio: il costo standard e insieme l’interpretazione costituzionale che lo dovrebbe sostenere; un po’ come camminare sulle acque.

 

(*) Libertà di Educazione in Italia a rischio estinzione

di Roberto Gontero – Presidente Nazionale AGeSC – mercoledì 18 ottobre 2017

L’Associazione genitori scuole cattoliche, nel corso del suo Consiglio nazionale svoltosi a Verona, ha esaminato la situazione attuale della scuola paritaria in Italia: i dati, ricavati dai rapporti ministeriali ad inizio di anno scolastico dell’ultimo quinquennio, dicono che la popolazione scolastica del sistema paritario è diminuita di oltre 130mila studenti, pari a circa il 13% del numero iniziale, e che negli stessi anni, fra il 2012 e il 2017, hanno chiuso 881 scuole paritarie, pari al 6,4% del totale. Questi numeri raccontano la drammatica crisi che ha investito il settore e dicono anche, visto che la percentuale di studenti persi è doppia rispetto a quella delle scuole chiuse, che il problema continua a crescere: le scuole che resistono infatti hanno in media meno studenti rispetto agli anni precedenti e rischiano quindi di affrontare a breve termine difficoltà economiche insuperabili.

Se i piccoli passi in avanti compiuti dagli ultimi due Governi nel sostegno alle scuole paritarie sono innegabili – leggeri aumenti dei fondi per le scuole dell’infanzia e per la disabilità, introduzione di ridotte detrazioni fiscali, allargamento alle paritarie dei fondi per l’alternanza scuola-lavoro e dell’utilizzo dello school-bonus oltre alla recente richiesta all’Europa di utilizzo dei bandi PON –, altrettanto innegabile è il fatto che nella situazione attuale si tratta di miglioramenti inadeguati ad affrontare la situazione.

E’ necessario che i politici e i governanti, che spesso si sottraggono ad un confronto serio sul tema soprattutto con i genitori che sono i cittadini i cui diritti vengono calpestati, prendano coscienza della situazione e intervengano in modo adeguato all’entità del problema, altrimenti il diritto di scelta educativa della scuola da parte delle famiglie, finora scarsamente riconosciuto e sostenuto in Italia, rischia di scomparire definitivamente. In pochissimi anni diventerà impossibile trovare un numero di scuole non statali sufficiente a soddisfare le richieste dei genitori e aprire poi nuove scuole – nel caso in cui si ottenesse quella parità scolastica sempre promessa e mai realizzata – richiederà investimenti non sostenibili.

Se non si farà nulla per risolvere il problema, l’Italia sarà la prima democrazia al mondo che ottiene il risultato perseguito da tutte le dittature della storia: chiudere le scuole libere e raggiungere l’assoluto monopolio statale nel campo dell’istruzione e dell’educazione delle giovani generazioni.

Rimane poco tempo prima che ciò accada, ma si può ancora mantenere il pluralismo scolastico nel nostro Paese se subito si attueranno – anche con una certa gradualità che però non può superare i 3-4 anni – misure che tengano conto dei costi reali dell’istruzione per ogni studente ed in base ad essi finanzino le famiglie o le scuole paritarie.

http://www.agesc.it/associazione/editoriali/2017/10/18/libert%C3%A0-di-educazione-in-italia-a-rischio-estinzione

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Operazione costo standard: come camminare sulle acque ultima modifica: 2017-10-19T04:54:53+02:00 da
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