Percorsi condivisi e più peso alla maturità: ecco le 10 proposte delle imprese per migliorare l’alternanza

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La riforma Renzi-Giannini ha reso l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria per tutti gli studenti a partire dalle classi terze delle scuole superiori. Le ore di formazione “on the job” sono salite ad almeno 400 negli istituti tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e il Miur ha da pochi giorni inviato ai presidi una circolare di 94 pagine per illustrare tutte le novità in vigore da settembre. Adesso tocca alle imprese.

Il vademecum per le aziende
L’alternanza infatti si farà prevalentemente nelle aziende: ma i datori sono pronti? A loro guarda Confindustria che ha voluto dedicare a questo tema la seconda giornata dell’Education che si è svolta ieri a Roma all’università Luiss. Per l’occasione è stato preparato un manuale di istruzioni per gli imprenditori; una sorta di “vademecum” che offre suggerimenti pratici per le imprese e una rassegna di buone pratiche, già realizzate, che possono rappresentare modelli di riferimento nel lungo cammino sulla via italiana dell’alternanza scuola-lavoro.

Il cambio di paradigma
Finora i periodi di “studio e lavoro” hanno interessato una fetta marginale degli alunni italiani, poco più di 200mila, pari al 10% circa degli studenti delle superiori. Con l’alternanza obbligatoria cambia il paradigma di riferimento culturale, organizzativo e didattico: il “vademecum” di Confindustria riassume, quindi, vantaggi e benefici che la “nuova” alternanza potrà apportare a scuole e imprese, la cui reciproca collaborazione è ora indispensabile.

Le istruzioni agli imprenditori
Nel manuale pratico si fornisco i dettagli su come attivare i percorsi di alternanza scuola-lavoro: a partire dalla co-progettazione che coinvolge, su piani di comune responsabilità, scuole e imprese che nel vademecum possono trovare un riferimento utile per capire come incontrarsi. La guida chiarisce inoltre aspetti pratici quali le norme di sicurezza, la gestione dei costi di trasporto, la formazione di tutor scolastici e aziendali. C’è anche un paragrafo dedicato alla co-valutazione, responsabilità di scuola e impresa, che potrà esprimersi anche in occasione dell’esame di Stato: un’occasione per garantire agli studenti che seguono percorsi di alternanza una valutazione completa sulle competenze sviluppate durante il percorso formativo.

Le 10 proposte di Confindustria per migliorare l’alternanza
Le imprese sono, quindi, pronte a dare il loro contributo per garantire veri percorsi di alternanza e non semplici gite scolastiche. Per questo, Confindustria chiede al governo di migliorare alcuni aspetti contenuti nella riforma Renzi-Giannini. In particolare, si formulano 10 proposte. Le imprese sono disponibili ad aprire le porte dell’azienda agli studenti. Ma per supportare questo sforzo chiedono un aiuto all’esecutivo: incentivi e sgravi fiscali. Si chiede poi di inserire la formazione sulla sicurezza nei programmi scolastici di tutte le scuole secondarie superiori. Un’altra richiesta è quella di inquadrare i progetti di alternanza scuola-lavoro nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa tenendo conto delle differenze tra piccola e grande impresa. Si chiede anche di prestare attenzione non solo alla fase di orientamento e di preparazione/progettazione del percorso di alternanza, ma anche alla sua realizzazione e alla restituzione dei risultati per dare significato all’esperienza, curando la motivazione degli studenti e responsabilizzando il tutor/referente della scuola.

Nuova didattica
Va poi avviata una sperimentazione per individuare quali possano essere – a legislazione vigente – le tipologie di prova più adatte alla valutazione delle esperienze di alternanza scuola-lavoro in sede di esame di Stato. È importante poi attribuire alle organizzazioni di rappresentanza delle imprese il ruolo di regia locale organizzativa per il coordinamento, la co-progettazione e la pianificazione dei percorsi di alternanza prevedendo contestualmente una sufficiente copertura finanziaria. Un’altra richiesta è quella di articolare la seconda prova dell’esame di maturità sulla base di una tematica generale definita a livello centrale lasciando alle singole scuole la redazione di dettaglio. Si chiede poi di inserire la partecipazione dello studente a un percorso di alternanza scuola-lavoro tra le motivazioni valide ai fini dell’integrazione del punteggio attribuibile dal consiglio di classe in sede di maturità nel rispetto del massimale di 20 punti complessivi
E ancora: Confindustria chiede di prevedere per le attività di alternanza effettuate all’interno del normale percorso curriculare che la prestazione del medico sia pagata da fondi dello Stato e delle Regioni sul modello di quanto previsto dalla normativa sugli stage rispetto alla posizione Inail. La decima e ultima richiesta delle imprese sull’alternanza è quella di definire uno status dello studente in alternanza scuola-lavoro che lo distingua dal lavoratore.

Percorsi condivisi e più peso alla maturità: ecco le 10 proposte delle imprese per migliorare l’alternanza ultima modifica: 2015-10-14T06:11:45+02:00 da
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