Prove Invalsi: tra scioperi e tentativi di boicottaggio, ogni anno i veri alleati dei sindacati sono… gli studenti

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di Serena Rossicci, Tuttoscuola, 30.4.2017

– Il prossimo 3 maggio gli studenti di seconda e quinta elementare svolgeranno le prove Invalsi di Italiano, il 5 maggio quelle di Matematica. Qualche giorno dopo, il 9 maggio, saranno invece i ragazzi di seconda superiore a dover fare i conti con i test. Sempre che tutto vada come debba andare. Come ogni anno, infatti, anche per questi primi giorni di maggio 2017 sono previsti momenti di protesta indetti da alcune sigle sindacali con lo scopo di boicottare i test Invalsi. Ma le prove sono davvero a rischio?

Prove Invalsi: le proteste del 2017
Facciamo un passo alla volta e cerchiamo di capire intanto quali sono le proteste previste per i prossimi giorni. In concomitanza con lo svolgimento delle rilevazioni Invalsi, USB e Unicobas scuola hanno indetto uno sciopero di mansione del personale docente (cioè quando il dipendente si rifiuti di eseguire una parte delle mansioni, che il datore può legittimamente richiedergli). Questo riguarda soltantola procedura di somministrazione delle prove Invalsi, mentre per il resto della giornata il personale rimane regolarmente in servizio. Per quanto riguarda poi la correzione dei test, sia per la scuola primaria sia per la secondaria di II grado vale la possibilità dello sciopero breve delle attività funzionali. I sindacati autonomi precisano che la durata di questo sciopero breve non può superare le 4 ore al giorno. Probabilmente, però, lo sciopero del 9 maggio potrebbe non esserci. La Commissione di Garanzia, sulla base delle regole in vigore, ha comunicato ai sindacati coinvolti (Cobas, Unicobas e Usb) che lo sciopero è irregolare. Le norme sugli scioperi, infatti, prevedono un intervallo di almeno 6 giorni fra un sciopero e l’altro e, proprio poche ore prima che Cobas e Unicobas proclamassero l’astensione dal lavoro per i giorni 3 e 9 maggio, l’Usae aveva già indetto uno sciopero generale di tutte le categorie, pubbliche e private, per il 12 maggio.

Un’assemblea contro le prove Invalsi?
Proprio con lo scopo – sia pure non dichiarato – di boicottare le prove Invalsi sembra ora arrivare anche l’assemblea sindacale indetta dalla Flc Cgil di Roma e del Lazio per il prossimo 5 maggio, giorno appunto in cui verranno somministrati i test di Matematica alle scuole elementari. Un’assemblea provinciale a cui sono invitati tutti i docenti e il personale Ata degli istituti comprensivi di Roma e provincia per un totale di 53mila persone.

Le proteste degli anni passati
Tra assemblee e scioperi si riuscirà insomma a impedire il regolare svolgimento delle prove? La risposta può arrivare osservando il passato recente. Questo 2017, come sappiamo bene, non è infatti il primo anno in cui i sindacati hanno indetto azioni di protesta contro le Invalsi. Ogni anno, Cobas e Unicobas in prima fila, assistiamo a manifestazioni, scioperi, sit-in di fronte al Miur, e persino ad appelli per convincere gli insegnanti a boicottare le prove. Ci sono mai riusciti davvero? Lo scorso anno, nel 2016, circa il 97% delle classi campione delle scuole elementari e il 93% di quelle delle scuole superiori ha svolto regolarmente i test Invalsi. Nel 2015, quando le proteste nei confronti dei test si sono unite a quelle contro la Buona Scuola, nelle due classi della scuola primaria coinvolte nelle prove (2a e 5a) la partecipazione ai test ha avuto un’adesione dal 95% al 100%, tranne che in tre regioni meridionali: Puglia (18% e 22%), Campania (24% e 30,7%) e Sicilia (54% e 63%). Lo stesso anno, nelle scuole superiori la partecipazione alle prove è stata in totale per tutta l’Italia dell’81,27% su cui ha pesato la minore partecipazione di quattro regioni meridionali che superano il 30% di mancata partecipazione: Calabria (38,26%), Puglia (46,41%), Campania (53,23%) e Sicilia (72,44%). Nel 2014 un instant poll di un sito per studenti ha rivelato che il 90% degli studenti di seconda superiore aveva svolto i test Invalsi seriamente. La verità è che, nonostante l’impegno di alcune sigle sindacali nel cercare di convincere gli insegnanti ogni anno a boicottare le prove (a volte arrivando persino a invitare i docenti a falsarne i risultati suggerendo le risposte corrette ai ragazzi), anche attraverso lo strumento del blocco degli scrutini, i loro veri alleati non sono stati tanto i docenti, quanto gli studenti stessi.

Gli studenti i veri alleati dei sindacati
Ogni anno sono infatti i ragazzi di seconda superiore, o meglio una parte di loro, i veri boicottatori delle prove Invalsi. Complice il fatto che, nella maggior parte dei casi, gli insegnanti non assegnano un giudizio ai test rispettandone l’anonimato, tantissimi studenti non rispondono seriamente ai quiz, anzi. Spesso accade che le risposte vengano date a caso, che i personaggi dei quesiti diventino virali e protagonisti dei social e che disegnini e meme decorino le prove Invalsi per finire poi su Twitter e Facebook diventando veri e propri tormentoni. Negli ultimi due anni, come ha rivelato un sito per studenti, circa 1 studente su 4 si dichiarava intenzionato a boicottare le prove Invalsi, o rispondendo a caso o non presentandosi proprio a scuola il giorno dei test. Peraltro l’Invalsi è in grado di scartare i risultati palesemente errati o sospetti.
Nel 2014 anche le prove Invalsi di terza media sono state prese di mira dagli studenti, ovviamente non nello stesso modo di quelle delle superiori visto che il voto concorre a formare la valutazione complessiva dell’esame di licenza media. Quell’anno un gruppo di giovani hacker ha tentato il colpo grosso cercando di intrufolarsi senza successo nel sistema informatico dell’Invalsi. Anche quella volta, però, le prove Invalsi si sono svolte comunque regolarmente.

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Prove Invalsi: tra scioperi e tentativi di boicottaggio, ogni anno i veri alleati dei sindacati sono… gli studenti ultima modifica: 2017-05-01T03:52:36+02:00 da
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