PROVOCAZIONE. «Mancano prof di matematica? Paghiamoli più degli altri»

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di Orsola Riva,  Il Corriere della Sera  12.4.2016 

Nemmeno il concorso riempirà tutti i posti vuoti. E c’è il rischio di un abbassamento della qualità. Il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto: «Colpa degli stipendi troppo bassi. L’unica soluzione è un piano straordinario con incentivi economici»

(Fotolia)
Una rete da pesca a maglie larghe

Abbastanza da coprire il fabbisogno delle scuole, a condizione però che passino quasi tutti. «Una specie di sanatoria, con il rischio evidente di un abbassamento dello standard di qualità», commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli. In sei regioni poi, Piemonte e Veneto al Nord, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna nel Sud e nelle isole, gli abilitati sono addirittura meno dei posti disponibili e quindi, per quanto si possano allargare le maglie della rete, alcuni posti rimarranno scoperti. Punto e basta.

La legge del mercato

«Il problema è che per i laureati scientifici la professione docente è troppo poco attraente. La differenza di stipendio iniziale fra chi viene preso da un’azienda privata e chi va a insegnare è scoraggiante». Un professore di scuola media o di liceo prende come primo impiego meno di duemila euro lordi, il che vuol dire che ogni mese si mette in tasca 1.350 euro. «E quel che è peggio – commenta Gavosto – è che gli insegnanti non hanno una prospettiva di carriera. L’unica forma di avanzamento è quella per anzianità». In un primo momento il governo aveva pensato di inserire nella riforma un qualche sistema di progressione professionale ma poi non se ne è fatto nulla perché somigliava troppo ad analoga proposta formulata dal centro-destra ai tempi della Gelmini. «A questo punto – dice Gavosto – non resta altra alternativa che differenziare gli stipendi». In che senso? Pagando di più i prof di matematica? «Sì, è così. Dobbiamo rompere questo tabù. Lanciare un piano straordinario per incentivare i laureati in matematica a scegliere la carriera docente. Un po’ come si fa con i soldati che vanno a fare peacekeeping all’estero. Altrimenti i migliori continueranno ad andare a lavorare nel privato e le nostre scuole e i nostri figli resteranno senza i bravi docenti di cui tanto avrebbero bisogno».

Professione docente: vocazione o ripiego?

Una proposta che appare più come una provocazione rivolta al governo che come una strada facilmente percorribile. Un modo, forse, per aprire il dibattito su come rendere più appetibile la professione docente mortificata da stipendi bassi e da un riconoscimento sociale anche peggiore. E soprattutto un’occasione di parlare di soldi fuori da una logica di mera contrattazione sindacale, nella consapevolezza che senza un’adeguata gratificazione anche economica si rischia di trasformare il mestiere di insegnante sempre più in un ripiego e sempre meno in un’autentica vocazione.

PROVOCAZIONE. «Mancano prof di matematica? Paghiamoli più degli altri» ultima modifica: 2016-04-12T14:40:18+02:00 da
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