Scuola, arriva il welfare “alla Emiliano”

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di Roberto Ciccarelli, il manifesto  28.8.2015.  

Puglia. Il governatore propone un contributo per pagare affitti e trasporti ai precari diretti al Nord. L’idea sarà sottoposta anche alle altre regioni del centro sud, dal Lazio alla Sicilia

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Per i 2 mila inse­gnanti pugliesi costretti all’esodo al Nord dalla riforma della scuola di Renzi il gover­na­tore della Puglia Michele Emi­liano ha pro­po­sto un con­tri­buto per pagare affitti e tra­sporti. Spese inso­ste­ni­bili per chi ha in media uno sti­pen­dio da 1300/1400 euro, un dop­pio affitto o un mutuo, con una fami­glia e figli sulle spalle.

Sol­le­ci­tato da una let­tera invia­ta­gli il 3 ago­sto scorso, ieri il gover­na­tore ha incon­trato i sin­da­cati e ha con­fer­mato che intende rime­diare con i soldi dei con­tri­buenti alle ini­quità pro­dotte dal governo tar­gato Pd. Emi­liano ha annun­ciato di voler sot­to­porre la misura ai col­le­ghi gover­na­tori delle regioni centro-meridionali (Cam­pa­nia, Cala­bria, Abruzzo, Lazio, Molise, Sici­lia e Sar­de­gna) «per costruire con il governo nazio­nale un’idea di gestione di alcuni costi che subi­ranno gli inse­gnanti che dovranno trasferirsi».

Il gover­na­tore pugliese ha defi­nito que­sta solu­zione «pra­tica e umile, senza inten­zioni pole­mi­che» con il governo retto dal suo par­tito. La respon­sa­bile scuola Pd Fran­ce­sca Puglisi ha apprez­zato il cam­bia­mento di tono del gover­na­tore che ha mani­fe­stato più di una cri­tica rispetto alla «Buona Scuola», ma ieri l’ha defi­nita una «riforma sto­rica». Al Naza­reno non era pia­ciuto l’ordine del giorno appro­vato dal con­si­glio regio­nale pugliese il 31 luglio scorso in cui si dava man­dato alla giunta di sol­le­vare una que­stione di legit­ti­mità costi­tu­zio­nale sulla «Buona scuola».

In poco meno di un mese Emi­liano sem­bra avere miti­gato le inten­zioni bel­li­cose. Le sue per­ples­sità restano, ma ora dice di volere affron­tare «prag­ma­ti­ca­mente» i pro­blemi di una legge che impone a oltre 20 mila docenti con la vali­gia di pagare per fare un lavoro a cui hanno diritto. Per rime­diare a que­sta con­di­zione ves­sa­to­ria, lo Stato potrebbe ero­gare ad esem­pio fino a 500 euro al mese, per dodici men­si­lità, quindi 6 mila euro, per un totale di oltre 120 milioni di euro all’anno a 20 mila per­sone fino all’età della loro pen­sione, o un riav­vi­ci­na­mento alla regione di residenza.

Sareb­bero que­ste le carat­te­ri­sti­che di un «wel­fare tem­po­ra­neo» imma­gi­nato da Emi­liano. Si tratta in realtà di un sala­rio dif­fe­rito che non sarà “tem­po­ra­neo” e pre­senta pro­blemi di ordine costi­tu­zio­nale. Non solo legit­tima un dispo­si­tivo nor­ma­tivo ricat­ta­to­rio e arbi­tra­rio basato su un algo­ritmo, ma pro­pone un rime­dio emer­gen­ziale fuori dal con­tratto nazio­nale, fermo dal 2009 e attac­cato da Renzi con la pro­po­sta del bonus per il merito gestito arbi­tra­ria­mente dal “preside-manager”. A mali estremi, estremi rimedi, que­sta è la logica a cui spin­gerà la «Buona scuola» di Renzi. «Dal momento che sarà un algo­ritmo a deci­dere per loro — sostiene in un comu­ni­cato l’Anief — è sacro­santo che tutti coloro che ver­ranno col­lo­cati oltre un chi­lo­me­trag­gio, che supera il comune di resi­denza, pos­sano chie­dere una dia­ria, al fine di limi­tare i danni economici».

Oltre al sala­rio dif­fe­rito, Emi­liano ha pro­po­sto ai sin­da­cati un osser­va­to­rio con­giunto, un tavolo per­ma­nente quin­quen­nale sulla scuola e una deli­bera di indi­rizzo gene­rale, da sot­to­porre anche al con­si­glio e alla giunta. «Affron­tiamo il pro­blema e cer­chiamo di gestirlo — ha spie­gato — in modo tale da col­la­bo­rare all’eventuale suc­cesso della legge, a pre­scin­dere dal giu­di­zio che abbiamo sulla stessa». Tut­ta­via il giu­di­zio sulla riforma che Emi­liano vuole “oliare” in uno dei suoi aspetti più scon­cer­tanti, è dirimente.

Quello di Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda è nega­tivo al punto che a livello nazio­nale ricor­re­ranno alla Con­sulta per inva­li­dare la riforma. «Ci stanno con­dan­nando a una rap­pre­sen­ta­zione del sistema sco­la­stico pugliese — scri­ve­vano nella let­tera del 3 ago­sto — fatto di povertà for­ma­tiva non più eman­ci­pa­bile e che resterà sem­pre in ritardo rispetto al nord». «Quello di Emi­liano appare ancora un auspi­cio più che un impe­gno con­creto, aspet­tiamo che si tra­duca in pro­po­ste ope­ra­tive», com­menta Dome­nico Pan­ta­leo (Flc Cgil), che sol­le­cita alla sta­bi­liz­za­zione del per­so­nale Ata, a man­te­nere aperte le gra­dua­to­rie dei docenti fino all’esaurimento e a tro­vare una solu­zione per le seconde e terze fasce escluse dalle sta­bi­liz­za­zioni impo­ste dalla sen­tenza della Corte di Giu­sti­zia Ue.

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