Scuola, dalle assunzioni alla ripartizione dei fondi ai poteri dei presidi: cosa cambia con la riforma

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Approvati dalla Camera i punti fondamentali del ddl. Novità per l’autonomia delle istituzioni scolastiche, il piano per l’ingresso di 100mila docenti e Ata, il ruolo dei dirigenti d’istituto nella scelta del personale

di Salvo Intravaia  la Repubblica, 18.5.2015.

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Passano i superpoteri dei presidi e il piano da 100mila assunzioni.La Camera ha approvato il cuore della riforma della scuola voluta dal governo Renzi. Con l’approvazione definitiva degli articoli 8, 9 e 10, l’aula di Montecitorio ha varato l’organico dell’autonomia, le competenze extra large del preside-sindaco e il piano straordinario da 100mila assunzioni che servirà a realizzare tutte le trasformazioni previste dalla “Buona scuola” targata Renzi-Giannini. Con l’organico dell’autonomia si darà concretezza ad un istituto giuridico – quello dell’autonomia delle istituzioni scolastiche – varato nel 2000 e mai realizzato concretamente. Perché le scuole, accanto all’autonomia, non hanno mai avuto le risorse economiche e di personale per disegnare il curriculum scolastico in base alla mission delineata dal Piano dell’offerta formativa e in relazione alle esigenze del territorio.
Il prossimo anno, il ministero dell’Istruzione determinerà l’organico dell’autonomia e lo ripartirà tra le regioni in base al numero delle classi e degli alunni. Saranno poi i direttori degli Uffici scolastici regionali a suddividere tra gli ambiti territoriali – che nel 2015/2016 coincideranno con le stesse province, ma nel 2016/2017 avranno estensione sub-provinciale – e tra i vari livelli di scuola i neoassunti. I docenti di ruolo rimarranno titolari nelle scuole in cui si trovano in questo momento, mentre i perdenti posto verranno assegnati all’abito territoriale che richiederanno. Toccherà quindi al preside pescare dagli ambiti territoriali i singoli per formare il migliore gruppo di docenti possibile per realizzare le linee del Piano dell’offerta formativa, che sarà triennale e non più annuale, come adesso.
A guidare le scelte del dirigente scolastico sarà il curriculum del singolo insegnante, che verrà reso pubblico. Ma anche un eventuale colloquio cui potrà essere sottoposto il candidato designato. La procedura assomiglia molto a quella adottata nelle aziende per il reclutamento dei nuovi assunti. I singoli docenti potranno anche candidarsi a insegnare presso una determinata scuola e il preside potrà utilizzarli anche in classi di concorso diverse rispetto a quelle per cui possiedono l’abilitazione. Per scongiurare eventuali “clientelismi” o preferenze, più volte adombrati nel dibattito parlamentare dalle opposizioni, la proposta del dirigente scolastico dovrà essere coerente “con il piano dell’offerta” formativa e valorizzare “il curriculum, le esperienze e le competenze professionali” del singolo insegnante. L’incarico, dal 2016/2017, sarà triennale.
Mentre, in sede di prima applicazione, per il prossimo anno le proposte saranno annuali. I docenti che non verranno richiesti da nessuna scuola saranno assegnati alle scuole dagli uffici scolastici regionali. Tra i nuovi poteri del preside-sceriffo approvati con l’articolo 9 rientra la possibilità di nominare nella squadra che lo coadiuverà per tutto l’anno fino al 10 per cento dei docenti della scuola. Un gruppo che potrà essere formato anche da dieci o più insegnanti. In altre parole, il dirigente scolastico immaginato da Renzi sarà come il sindaco di un piccolo comune con la sua giunta di assessori. E potrà utilizzare i neoassunti per le supplenze, anche quelle inferiori a dieci giorni, e in gradi di scuola diversi rispetto a quello per cui il docente possiede l’abilitazione. I presidi verranno valutati ogni tre anni e in base all’esito della valutazione verrà loro assegnata la retribuzione di risultato.
La Camera ha approvato definitivamente – poi la parola passerà al Senato e nuovamente alla Camera in caso di modifiche a Palazzo Madama – anche il piano da 100mila assunzioni che darà corpo all’intera riforma. I primi ad essere assunti saranno i vincitori dell’ultimo concorso a cattedre, quello del 2012, non ancora immessi in ruolo. Cui, limitatamente ai posti dell’organico dell’autonomia, seguiranno tutti gli inclusi nelle graduatorie provinciali ad esaurimento della scuola primaria e secondaria. I neoassunti verranno collocati negli albi territoriali, ma soltanto dopo avere presentato domanda online. Coloro che non rientreranno nelle assunzioni attraverso gli albi provinciali potranno anche essere assunti in altre regioni. E dal primo settembre di quest’anno, le graduatorie ad esaurimento, così come quelle degli ultimi concorsi a cattedre, perderanno la loro validità. Chi resterà fuori dalle assunzioni dovrà partecipare ai nuovi concorsi pubblici che verranno banditi entro il primo ottobre 2015 e saranno riservati soltanto a coloro che sono già in possesso di un’abilitazione all’insegnamento. Gli idonei al concorso del 2012 saranno invece assunti a partire dal primo settembre 2016.

Scuola, dalle assunzioni alla ripartizione dei fondi ai poteri dei presidi: cosa cambia con la riforma ultima modifica: 2015-05-19T05:17:35+02:00 da
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