Sistema integrato 0-6/2. L’importanza dei primi tre anni

tuttoscuola_logo14TuttoscuolaNews, n. 838 del 20.11.2017

– I più recenti risultati della ricerca nell’ormai vasto e articolato campo delle scienze cognitive (dalla neurologia cognitiva alla psicologia alla linguistica alla genetica) confermano l’importanza dei primi tre anni di vita per lo sviluppo delle potenzialità di apprendimento del bambino.

Già nel 1995 una nota ricerca empirica di B. Hart e T.R. Risley, pubblicata negli USA e diventata famosa col titolo di The Early Catastrophe, aveva mostrato la fortissima influenza del diverso contesto economico-sociale delle famiglie nella formazione delle competenze linguistiche dei bambini di tre anni. I ricercatori, dopo aver seguito le interazioni verbali tra bambini e adulti in quarantadue famiglie appartenenti a contesti socioeconomici diversi avevano constatato che dall’86 al 98 percento delle parole usate dai bambini di tre anni proveniva direttamente dal lessico dei genitori, e che anche la qualità delle conversazioni rifletteva quella dei genitori con una ben diversa varietà e ricchezza di termini e di argomenti. All’età di quattro anni, era stata la stima fatta dagli studiosi, i bambini provenienti dalle famiglie agiate avevano ascoltato circa trenta milioni di parole in più rispetto ai coetanei vissuti in ambienti disagiati. Con una ben diversa predisposizione al successo negli studi successivi.

Su questa tematica si è poi sviluppata negli USA una imponente letteratura di carattere sociologico, cui si sono affiancati e intrecciati i risultati delle scienze cognitive. La prestigiosa Harvard Educational Review (Vol. 87 n. 3, Autunno 2017) ha appena pubblicato uno studio di tre ricercatrici di due diverse università del Texas (Jennifer Keys Adair, KiyomiSánchez-Suzuki Colegrove e Molly E. Mcmanus), significativamente intitolato How the Word Gap Argument Negatively Impacts Young Children of LatinxImmigrants’ Conceptualizations of Learning, che confermano l’influenza determinante del contesto socio-economico di provenienza nella stimolazione e strutturazione delle capacità cognitive dei bambini ‘pre-K3’, cioè dai tre agli otto anni, mentre a conclusioni analoghe, muovendosi nel campo delle scienze cognitive, giungono le ricerche del Center on the Developing Child dell’Università di Harvard.

Anche l’OCSE (cui dedichiamo una notizia ad hoc), la World Bank e l’UE insistono sull’importanza dell’Early Childhood Development. Quanto deciso dalla Buona Scuola in materia va nella direzione giusta. Ma si tratta di un primo, piccolo passo. Altri, e più impegnativi, ne dovranno seguire per poter parlare, in Italia, di una vera svolta.

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Sistema integrato 0-6/2. L’importanza dei primi tre anni ultima modifica: 2017-11-20T06:28:22+01:00 da
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