Stage pagati, 300 programmi e occupazione top, perché l’alternanza tedesca funziona

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– Studio, esperienze retribuite in azienda, contratto. Il tutto entro i 19 o i 18 anni, la stessa età indicata dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli come soglia per l’obbligo scolastico. Non è un modello ma la realtà già scritta nei numeri del dual system, il sistema duale rodato in paesi come Germania e Svizzera. In cosa consiste? Dopo le scuole secondarie di primo grado, concluse in genere nella fascia 14- 16 anni, gli studenti locali possono iscriversi un percorso di 2-3 anni che alterna lezioni teoriche sui banchi e formazione pratica in azienda, con compensi fissi intorno ai 1000 euro mensili e condizioni lavorative reali.

A diploma intascato, l’apprendista può essere assunto direttamente dalla società che lo ha formato o cercare tra le imprese dello stesso segmento: i corsi sono tarati fin dall’origine secondo gli input ricevuti dai datori di lavoro, anche se rimane spesso una quota di posizioni vacanti che andranno coperte da nuove risorse.

In Germania fino a 1000 euro al meseper formarsi in 350 lavori
Introdotto nel 1969 e aggiornato nel 2005, il sistema duale tedesco è considerato un modello per tutti i sistemi di alternanza. I programmi durano dai 2 ai 3,5 anni e prevedono che la formazione sia divisa al 70% tra le ore spese in azienda e al 30% sulle lezioni teoriche nelle scuole professionali (Berufsschule) dove si alternano moduli specifici a basi generali in discipline come storia, politica ed economia. Gli apprendisti possono specializzarsi in oltre 350 programmi professionali, dall’elettronica all’assistenza geriatrica, con un compenso mensile che viaggia su una media di 795 euro lordi al mese. L’asticella sale a poi con gli anni di corso e a seconda del settore di formazione. Secondo il portale Make-it-in Germany, gli allievi educati come tecnici meccatronici possono arrivare a guadagnare 950 euro mensili, mentre un industrial electronics engineer (che a dispetto del nome è un tecnico industriale e non un ingegnere in senso stretto) vedrà la sua retribuzione salire dai poco più i 800 euro del primo anno ai più di 1000 del terzo-quarto anno di formazione. Secondo dati dell’Ufficio di statistica tedesco riferiti al 2015, le aziende reclutano una media di 500mila apprendisti l’anno, con un investimento di 18mila euro pro capite che viene ammortizzato con i contributi produttivi degli apprendisti. Il tasso di di occupazione dei diplomati? Sfiora la totalità: 95%.

In Svizzera le aziende “guadagnano” 450 milioni di dollari l’anno dal sistema duale
In Svizzera il percorso duale assorbe 2/3 degli studenti in uscita dalle scuole dell’obbligo, con 68.531 iscritti solo nel 2014. Il percorso inizia attorno ai 15 anni, dura dai 2 ai 4 anni e segue una divisione della settimana simile a quella improntata dal modello tedesco: quattro giorni in azienda e due sui banchi, con agende che possono essere modificate a seconda del tipo di impresa. Come sottolineano anche i vari report internazionali dedicati al modello svizzero, soprattutto negli Stati Uniti, non ci sono «pregiudizi sociali» sugli ex allievi dei corsi: molti amministratori delegati sono usciti da scuole professionali e hanno appreso il mestiere all’interno dei vari corsi in alternanza erogati dagli istituti. Oggi gli studenti possono scegliere tra 230 occupazioni, anche se il 50% degli iscritti si concentra su 10 specialità. Secondo dati dell’Ufficio federale statistico riferito al 2016, il podio è dominato dai lavori nel settore commerciale (14.250), assistenti alla vendita al dettaglio (5.077) e professionisti del settore sanitario (4.147). Secondo un calcolo governativo, le aziende investonom l’equivalente 5,2 miliardi di dollari e ottengono un output produttivo di 5,65 miliardi di dollari, pari a un beneficio netto di 450 milioni di dollari. Lo Stato guadagna con un tasso di disoccupazione giovanile ai minimi: il 7,7% nel 2016, quasi la metà della media Ocse (13%).

La via italiana all’alternanza. Biondi (Indire): numeri ancora ridotti
Anche l’Italia sta tentando una sua via all’alternanza scuola-lavoro, dal programma omonimo (oltre 652mila studenti coinvolti e 29.437 percorsi) al lancio degli Its: istituti tecnici superiori, bienni di formazione professionalizzante che si svolgono dopo il diploma di scuola superiore. Giovanni Biondi, presidente dell’istituto Indire, invita a «non confondere» la sperimentazione italiana con i modelli consolidati in Europa. A partire da una differenza sostanziale: la retribuzione. «Nel sistema tedesco gli studenti vengono pagati e si parla di una specie di apprendistato – dice Biondi – Inoltre le scuole tedesche, come quelle svizzere, godono di un altissimo prestigio. Lo stesso non si può ancora dire della situazione italiana». Con le differenze del caso, forse sono proprio gli Its a rappresentare una delle forme più vicine ai dual system che permettono agli studenti di trovare sbocchi immediati nel lavoro: anche se si parla di formazione terziaria e non secondaria, il modello è quello di bienni divisi tra lezioni teoriche ed esperienze pratiche, con un forte radicamento nel tessuto imprenditoriali e l’obiettivo di formare figure iperspecializzate. Il problema, però, sono i numeri: «Per ora – spiega Biondi – si parla di casi ridotti e molto marginali, circoscritti al bisogno delle grandi aziende». Per farsi un’idea, gli studenti iscritti a percorsi Its nel 2016 erano 8.332. In Germania, ogni anno, il percorso duale ne forma almeno mezzo milione.

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Stage pagati, 300 programmi e occupazione top, perché l’alternanza tedesca funziona ultima modifica: 2017-08-25T21:38:28+02:00 da
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