di Caterina Belloni, Il Corriere della Sera 10.10.2015.
A parità di numero di messaggi, i maschi si scambiano solo informazioni di servizio,
le femmine si angosciano per una faccina scura. E il rendimento cala
Partite di calcio contro dispetti fra amiche
Secondo Kelly Lister-Landman, uno degli esperti che ha condotto l’analisi, il diverso impatto in termini di risultati scolastici dipende dalla differente ottica con cui si messaggia. Mandare un sms per i maschi significa organizzare questioni pratiche, come l’ora della partita di calcio o l’appuntamento per il cinema, mentre per le ragazze ogni frase digitata rappresenta un investimento dal punto di vista emotivo e sociale. Nel periodo adolescenziale, in particolare, le ragazze tendono a chiudersi in se stesse, a rimuginare sulle singole parole, a lasciarsi ossessionare da quella faccina scura arrivata sul loro account dal numero della migliore amica. Tensioni che vengono accumulate e assorbono tutta l’attenzione, sottraendo energie allo studio e alla concentrazione. Ricerche recenti hanno calcolato che in media un teenager manda e riceve 167 messaggi al giorno e che usa gli sms come principale forma di comunicazione (solo il 40 per cento dei ragazzi usa il telefono per fare delle chiamate). Nello studio pubblicato dalla Associazione americana di psicologia gli esperti precisano che le ragazze sono distratte a vari livelli dai messaggini che ricevono e spediscono e che ciò finisce per avere un contraccolpo significativo sulla resa scolastica. Anche se, a parere degli psicologi, questo dato non basta e sarebbe importante promuovere uno studio su un campione più ampio. Per approfondire soprattutto due aspetti: quali sono le motivazioni che spingono a considerare gli sms come forma privilegiata di socializzazione e condivisione di problemi e sentimenti e definire quale sia l’impatto del multitasking, inteso come abitudine di fare tante cose contemporaneamente, sull’apprendimento e il rendimento accademico.