Viaggi di istruzione. La solita nota Miur all’italiana

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dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 14.3.2016

–  Ancora una volta il Miur scarica le proprie inadempienze e incapacità sugli insegnanti. Funziona così nel nostro Paese. E’ una questione di merito, in tutti i sensi. 

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La circolare ministeriale 674 del 3 febbraio scorso rappresenta uno degli esempi più negativi della politica scolastica del Miur.

Come in passato si tenta di risolvere un problema molto delicato – quello della sicurezza durante i viaggi di istruzione – all’italiana, ossia in modo del tutto cialtrone e superficiale che consiste nella delega da parte dell’amministrazione di propri obblighi a chi “sta sotto”.  Nella fattispecie si scaricano sulla testa dei docenti compiti, competenze e responsabilità che spettano a ben altri soggetti.

Dobbiamo riconoscere che per svariati motivi (incidenti durante i viaggi, mezzi di trasporto non sempre sicuri, comportamenti di studenti spesso al limite di ogni di accettabile livello di educazione e di sicurezza) il Miur è intervenuto cercando di regolamentare tutta una serie di possibili pericolosi comportamenti a volte causa di gravi incidenti.

Ma chi spetta verificare il rispetto di norme del codice della strada?  Chi deve controllare l’assunzione da parte dell’autista di sostanze stupefacenti, psicotrope o di bevande alcoliche, l’uso di apparecchi radiotelefonici o di cuffie sonore durante la guida, la conduzione del mezzo ad una velocità adeguata alle caratteristiche e condizioni della strada, del traffico, nonché entro i limiti prescritti dalla segnaletica e imposti agli autobus, lo stato di usura dei pneumatici), l’efficienza dei dispositivi visivi, di illuminazione, dei retrovisori, il rispetto da parte del conducente dei periodi di guida giornalieri?

Si tratta evidentemente di importantissime norme del codice della strada che devono essere rigorosamente certificate dall’autorità pubblica (polizia stradale in primis) ma dalle competenti autorita’ locali al momento della concessione della licenza alle agenzie di viaggio e che vanno verificate in modo regolare e severo con periodici controlli, così come avviene in altri Paesi più civili del nostro.
In Italia invece vengono tranquillamente scaricati sui docenti accompagnatori che non sono in possesso di competenze né di strumentazioni adeguate e soprattutto devono vigilare sugli studenti a loro affidati. Fare riferimento al “Buon senso“, a quello che qualche zelante DS chiama il comportamento del Bonus Pater familias risulta del tutto inutile, inappropriato ancorché pericoloso. Oltre che offensivo nei confronti dei docenti accompagnatori.

E’ comunque ancora il caso di ricordare che il Miur ha già emanato numerose disposizioni in materia individuando compiti, procedure e responsabilità che vanno ben oltre il buon senso in assenza dei quali gli istituti scolastici non possono autorizzare i viaggi di istruzione. E che spetta alle istituzioni scolastiche, non ai docenti, acquisire e verificare la documentazione  indispensabile a garantire l’incolumità di studenti e accompagnatori.

Dal nostro punto di vista si tratta di una norma che fa il paio con quella relativa alla somministrazione dei farmaci salvavita che con la stesso pretesto della tutela dei minori pericolosamente assegna agli insegnanti  competenze e comportamenti che spettano a ben altri soggetti.  La logica è sempre la stessa.

Dobbiamo a questo punto rivendicare l’assurdità di questo genere di scaricabarile, denunciare l’incapacità da parte dell’autorità pubblica di assicurare ai cittadini – e fino a prova contraria anche gli insegnanti lo sono – le proprie inadempienze e disfunzioni, riconoscere che la crisi porta le agenzie di viaggio a mettere in strada mezzi e personale spesso in condizioni estreme, informare le famiglie che i controlli mancano e non ultimo far capire che tanti giovani rampolli vivono queste esperienze come momenti di svago e non come momenti di apprendimento e formazione. Quindi la soluzione sta nel mettere in atto una serie certificazioni e di controlli preventivi che non possono essere banalmente delegati ai docenti. I quali ovviamente se vedono l’autista ubriaco o “impasticcato” intervengono comunque senza aver bisogno di alcun vademecum o circolare appicativa.

E’ solo il caso di sottolineare, en passant, che i viaggi di istruzione richiesti a gran voce da tante famiglie e Dirigenti scolastici costituiscono una forma di lavoro straordinario gratuito che implica un’altissima responsabilità e che il turismo scolastico rappresenta per molte imprese una redditizia attività soprattutto nelle cosiddette stagioni morte.

Ma soprattutto ricordiamo a tutti che visite e viaggi di istruzione comportano in questi tempi un altissimo grado di responsabilità su cui gli insegnanti accompagnatori farebbero bene a riflettere.

Forniamo ai colleghi una  “Dichiarazione responsabilità per il servizio in qualità di accompagnatore”, che circola in rete e può essere utile come forma di autotutela.

INFINE: lo stesso Miur smentisce se stesso ed emana una serie di FAQ  (ancora una volta FAQ, non una circolare ufficiale) con cui vira di 180 gradi rispetto a quanto indicato in precedenza e ridimensiona gli obblighi dei docenti accompagnatori.
Ma qualche Dirigente zelante ha già affermato che si tratta solo di FAQ e che si deve continuare nell’applicazione letterale indicata  indicata dalla CM 674/2016 . . . .

Gilda degli insegnanti Venezia

Viaggi di istruzione. La solita nota Miur all’italiana ultima modifica: 2016-03-14T06:07:43+01:00 da
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