di Salvo Intravaia, la Repubblica, 2.11.2018
– Dopo tre anni, l’Alternanza scuola-lavoro chiude i battenti. Verrà cancellata dal governo gialloverde che taglia le risorse stanziate per realizzarla: circa 20 milioni di euro. L’attività messa in piedi dalla Buona scuola tra mille polemiche per avvicinare il mondo della scuola con quello del lavoro cambia nome e obiettivi, riduce le ore da destinarvi negli ultimi tre anni di scuola superiore e, soprattutto, cambia registro dall’anno scolastico in corso: il 2018/2019. Cioè, ad anno scolastico abbondantemente avviato. A partire da gennaio prossimo, quindi, l’Alternanza scuola-lavoro sarà un semplice ricordo e le scuole dovranno riorganizzarsi per programmare i nuovi “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. La novità coinvolge la vita scolastica di un milione e mezzo di studenti, quelli dell’ultimo triennio di licei, istituti tecnici e istituti professionali, e circa 250 mila docenti e relativi dirigenti scolastici.
Si parte quindi tra due mesi. Ma come? L’Alternanza scuola-lavoro sparisce dall’ordinamento scolastico italiano e si trasforma in altro: in Pcto, i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, appunto. Sarà un apposito decreto del ministero dell’Istruzione, si legge nell’articolo 57 della legge di Bilancio consegnata ai parlamentari la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre scorsi, a definire di cosa si dovrà occupare la nuova attività scolastica, le modalità di attuazione e le materie di intervento. Ma le linee guida arriveranno “entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge”: cioè entro il mese di febbraio. Ed è facile prevedere che nelle scuole la confusione regnerà sovrana. L’unica cosa certa è il nuovo impegno orario minimo. Non più 200 ore nel triennio dei licei e 400 ore nei tecnici e nei professionali, ma 90 ore da spalmare in tre anni al liceo, 150 ore negli istituti tecnici e 180, sempre da svolgere in tre anni, al professionale.
Le scuole, in virtù di questa modifica, riceveranno anche meno finanziamenti perché la novità è contenuta nell’articolo che si occupa di “misure di razionalizzazione della spesa pubblica”. E infatti le ricadute dell’intervento legislativo avranno “effetti sull’esercizio finanziario 2019”. Le risorse del fondo che finanziava tale attività verranno assegnate alle scuole “nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore di cui al comma”. Le scuole che vorranno farne di più dovranno ritagliarsi le risorse tra quelle inviate dal Miur ogni anno oppure rivolgersi all’esterno. E per le attività già organizzate e iniziate? “Per l’anno scolastico 2018/2019, si determina automaticamente, anche nei confronti di eventuali soggetti terzi coinvolti, una rimodulazione delle attività sulla base delle risorse finanziarie occorrenti e disponibili”, recita il testo del disegno di legge che adesso passerà dal vaglio delle camere prima di trasformarsi in legge.
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ultima modifica: 2018-11-02T10:07:13+01:00 da