Accordo sul precariato: pèso el tacon del buso

dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 26.5.2020.

Precari: l’accordo del governo sul concorso è peggiore di prima. E’ stata scelta invece la strada più complicata. Ci saranno ancora più conflitti e tensioni. 

L’accordo tra sindacati e governo sul concorso.

Nella notte del 24 maggio è stato partorito un faticoso accordo tra le forze di maggioranza sulla questione del concorso riservato dedicato ai precari con più di tre anni di servizio negli ultimi otto nella scuola statale.

La proposta iniziale della Ministra Azzolina prevedeva una prova computer based da svolgersi in luglio per consentire l’immissione in ruolo del contingente di precari previsto dalla legge il primo settembre con verifica alla fine dell’anno scolastico. Per chi non fosse rientrato nel contingente (32mila posti) , ma avesse superato la prova con almeno la sufficienza era previsto il percorso per l’abilitazione.

Concorso. L’ipotesi Azzolina è peggiore

L’ipotesi Azzolina è stata attaccata da più parti: da un lato c’era lo schieramento dell’opposizione che chiedeva l’immissione in ruolo per soli titoli, dall’altro si contestava l’opportunità di svolgere una prova a crocette in piena emergenza COVID 19 nelle scuole.

L’accordo intervenuto con la mediazione di Conte (M5S e Italia Viva contro PD e LEU) è sicuramente peggiorativo e sembra porre fine alle aspettative dei precari “storici” per i seguenti motivi:

  • I precari NON entrano in ruolo il 1 settembre 2020, ma solo (forse) all’inizio dell’anno scolastico 2021-22  con ruolo  predatato
  • La prova computer based viene sostituita con una prova scritta da effettuarsi nel prossimo anno scolastico (quando?)

Accordo: la soluzione di Conte

Conte, pur di uscire dall’empasse in cui si era cacciata la ministra, ha trovato una soluzione che scontenta tutti: precari, sindacati e molti esponenti delle stesse forze politiche di maggioranza che puntavano ormai sull’immissione in  ruolo per soli titoli. Conte non sa o non è a conoscenza che organizzare una prova scritta concorsuale si fonda sul presupposto che ci siano  commissioni di concorso con membri totalmente impegnati nelle correzioni. Non come è accaduto in questi ultimi anni in cui si è negata per risparmiare pochi milioni di euro la possibilità per i membri delle commissioni di avere l’esonero temporaneo dall’insegnamento con il risultato di commissioni “estive” raccogliticce (con il fenomeno delle dimissioni seriali dei componenti) e formate addirittura da docenti privi dei requisiti per svolgere la funzione cui erano chiamati.

Il lodo Conte rischia di accentuare i limiti della macchina concorsuale nella scuola. Si tratta di più di 60mila partecipanti con una buona probabilità che le commissioni non finiscano il loro lavoro in tempi utili per il primo settembre 2021.

Concorso. Cosa vuole la Gilda

La Gilda degli Insegnanti da più di due anni (2 ANNI!!) aveva chiesto procedure snelle per consentire una prova di concorso per i precari “storici” evitando le prove a crocette di dubbia serietà. La proposta, fatta anche ufficialmente in questi giorni dal dipartimento precari della Gilda, era quella di organizzare le prove orali-pratiche alla fine dell’anno scolastico 2020-21 avvalendosi del parere del Comitato di Valutazione delle scuole integrato con un presidente esterno e docenti qualificati nelle discipline oggetto della discussione con retrodatazione del ruolo al 1 settembre 2020. Una proposta che con costi ragionevoli avrebbe consentito di sanare   la situazione di 32 mila precari e di consentire agli altri di poter acquisire almeno l’abilitazione.

Sembra si sia scelta invece la strada più complicata. Aspettiamo di vedere il testo dell’emendamento predisposto dal governo, ma ci aspettiamo ancora conflitti e tensioni che segneranno la fine tormentata di quest’anno scolastico. Pèso el tacon del buso. Tradotto: è peggio la toppa del buco.

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Accordo sul precariato: pèso el tacon del buso ultima modifica: 2020-05-26T07:54:17+02:00 da
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