Adolescenti in frantumi, la responsabilità va oltre la famiglia e la scuola

dal blog di Gianfranco Scialpi, 24.10.2023.

Adolescenti in frantumi. E’ un disastro imputato spesso alla famiglia e alla scuola. In “Lettura” M. Lancini (psicologo) individua lo sfondo più ampio malato e ansioso.

Adolescenti in frantumi. “Non ce la faccio più a vivere!”

Adolescenti in frantumi. Spesso la grande stampa e/o i suoi inserti settimanali dedicano poco spazio a soggetti trascurati, ignorati. Il motivo risiede nei meccanismi della comunicazione post-moderna, dove il criterio regolatore è la capacità di attrarre il lettore. Lo scopo è chiaro: vendere copie, attirare click o condivisioni per aumentare i ritorni economici. Sicuramente il malessere dei nostri ragazzi non è ritenuto adeguato per questo scopo. Quando è  trattato è relegato sempre nelle pagine interne (culturali o commenti). Raramemente è proposto in prima pagina!
Domenica (22 ottobre 2023) l’inserto “La Lettura” de Il Corriere della Sera” ha attenzionato il problema dedicando quattro pagine. Nelle prime due (I fantasmi di Rebecca) sono riportati alcune vicende sintetizzate in una dichiarazione che certifica il fallimento non solo individuale, ma anche sociale:” Non ce la faccio più a vivere“.  Questa assume profili drammatici declinati nell’autolesionismo, nei disturbi alimentari, nell’aggressività e nei suicidi. Questi sono aumentati in modo esponziali tra il 2010 (150) e il 2022 (1850). Da qui non è esagerato scrivere che siamo di fronte ad adolescenti in frantumi!

La lettura di M. Lancini (psicologo)

Interessante la lettura di M. Lancini (psicologo) proposta all’interno dell’inserto. La sua tesi è maggiormente articolata nel suo ultimo lavoro dal titolo significativo “Sii te stesso, a modo mio” (Raffaello & Cortina 2023). In sintesi lo psicologo non condivide la risposta semplicistica che porta la famiglia e in minima parte la scuola a salire sul banco degli imputati (Covid, Dad…). Facile la lettura! Si individuano due soggetti sociali come responsabili per distogliere lo sguardo  sull’intero sistema malato.
La sua riflessione va oltre questi luoghi comuni, coinvolgendo l’intero corpo sociale malato di ansia e di prestazione.  “Siamo approdati a una società che non si limita più a chiedere ai ragazzi di essere all’altezza delle nostre aspettative, ma li costringe a seguire un mandato paradossale: “Sii te stesso, ma a modo mio”. Questa trasformazione, che per l’autore segna il passaggio al paradigma postnarcisistico, è in atto da tempo, ma è stata la pandemia ad aver smascherato il rischio di un’inversione dei ruoli: mentre i ragazzi si adattano alle esigenze degli adulti pur di farli sentire tali, questi ultimi sono alle prese con una crescente fragilità” che viene assunta dai ragazzi come loro paradigma con l’esito inevitabile di mandarli in farntumi.