di Claudio Tucci Il Sole 24 Ore 4.5.2016
– Circa 10mila scuole, 30mila docenti, e oltre 2.200.000 studenti complessivamente coinvolti (circa 550.000 per ogni ordine di classe). Questa mattina iniziano le prove Invalsi: si partirà con i consueti quesiti di italiano in seconda e quinta primaria. Domani toccherà alla prova di matematica sempre in seconda e quinta primaria, il 12 maggio italiano e matematica in seconda superiore; per chiudere con le prove di giugno in terza media in sede di esame di Stato.
Le novità di quest’anno
Quest’anno non sono intervenute novità dal punto di vista di redazione e somministrazione delle prove. Ci sono però alcuni accorgimenti presi dall’Invalsi. Le prove per gli alunni con bisogni educativi speciali (Bes) vengono somministrate con formati ad hoc per tutte le classi coinvolte, per esempio le prove vengono registrate in formato audio per i ragazzi che necessitano del cosiddetto “donatore di voce”. Un altro dato interessante è costituito dalla novità che da quest’anno la strumentazione per gli insegnanti utilizzata per il rilevamento è disponibile anche in formato non proprietario, vale a dire «open source».
Eventuali boicottaggi
Come ogni anno, i sindacati di base hanno proclamato lo sciopero per “boicottare” le prove Invalsi. Lo scorso anno le proteste e le astensioni dai test sono stati un pò più elevate perchè si sono sommate alle contestazioni della riforma Renzi-Giannini. Negli anni precedenti il campione di classe rilevato dall’Invalsi indicava prove effettuate nel 98% dei casi. Una nuova bordata alle prove è giunta ieri dalla Flc Cgil, con Domenico Pantaleo, che chiede al governo di «cambiare pagina». In particolare, si propone la necessità di «superare il carattere censuario delle prove Invalsi previste all’interno del percorso scolastico. In questo senso la sospensione delle loro somministrazione per un arco di tempo predeterminato, appare, in questa fase, la soluzione più efficace; eliminare la prova nazionale all’interno degli esami di stato al termine del primo ciclo; bloccare il percorso che sta conducendo inesorabilmente l’Invalsi a diventare un mero “testificio” e di orientarne la mission verso la ricerca e la messa in campo di processi e pratiche valutative in collaborazione con le istituzioni del sistema educativo nazionale».