, Linkiesta, 10.2.2016
– Dietro le slide imprecise del governo si nasconde un ritardo ben più grave: l’analfabetismo digitale
Ieri 12%, oggi 42%. Questa la slide sulla banda larga che il governo ha presentato tra i successi dei suoi primi due anni di vita. Una slide controversa, non c’è che dire, visto che al di là delle percentuali, mancano fonti e indicazioni temporale. E che, al di là di queste “quisquilie”, c’è chi ha messo in evidenza come in quei dati non si dica cosa si intende per banda larga, a quale velocità si faccia riferimento, se si parli di copertura del territorio o di effettivo utilizzo. Per farla breve, difficile dare torto a chi parla di propaganda, e pure fatta male.
Tant’è. Il problema, semmai, è che qualunque sia il dato corretto, non ci stancheremo mai di ripetere che non è la banda larga – meglio: la sua assenza – la causa del ritardo digitale del nostro Paese. Ad esempio, se il 39% degli italiani non hanno mai usato internet in vita loro e se siamo al terz’ultimo posto nell’Europa a 28 Stati per percentuale di popolazione che usa Internet per interagire con la pubblica amministrazione – dato del 2014, la fonte è Eurostat – forse non è solo un problema di infrastruttura, ma anche e soprattutto di domanda e offerta. O, se preferite, da ambo i lati, di formazione e conoscenza.
A fronte di un aumento delle connessioni in banda larga di circa quaranta punti percentuali in meno di dieci anni, le abilità informatiche della popolazione italiana sono rimaste sostanzialmente al palo.
In questo senso, altri dati Eurostat ci vengono in soccorso. Di più, mettono una pietra tombale sulla discussione. Il primo: a fronte di un aumento delle connessioni in banda larga di circa quaranta punti percentuali in meno di dieci anni, le abilità informatiche della popolazione italiana sono rimaste sostanzialmente al palo. E ancora: quasi tutte le imprese hanno una connessione veloce, ma quelle che hanno uno sbocco commerciale online sono ancora molto vicine allo zero.
Certo, che l’infrastruttura cresca e si diffonda in aree in cui ci sono ancora i modem a 56k è più che doveroso. Ma è molto più importante, forse, un piano come Scuola Digitale, attraverso cui il governo ha stanziato più di 600 milioni per il cablaggio delle scuole, per la creazione di competenze digitali all’interno del corpo docente e che si innesta nel piano dell’alternanza scuola lavoro prevedendo che gli studenti lavorino anche in imprese che operano sul web. E allo stesso modo, sarebbero altrettanto importanti progetti di alfabetizzazione digitale degli imprenditori – come quello che, in assenza della politica, sta portando avanti Google – o ancora meglio, degli anziani, che dall’uso di internet potrebbero trarre grandi benefici. E infine, una riorganizzazione della pubblica amministrazione che rottami quanto più può fax e sportelli. Insomma, la strada è ancora lunga e per colmare i ritardi italiani non basta la banda larga, né tantomeno bastano due anni. Slide o non slide