di Fabrizio De Angelis, La Tecnica della scuola 7.4.2018
Le minacce
Come riporta Il Messaggero, lo studente minaccia, bestemmia e inveisce contro la propria docente, davanti ai compagni che ridono. Nel frattempo qualcuno riprende tutto con il cellulare: “Te squaglio nell’acido te mando all’ospedale professore’”, urla il giovane, con la prof che lascia la classe perché il ragazzo la insegue fino alla porta.
Il video riporta anche i dialoghi, che ha visto un botta e risposta “pari”, fra alunno e insegnante: «Devi stare zitto, taci – dice l’insegnante nel rimproverarlo – te lo dico in anteprima: domani ne parliamo col preside». E il ragazzo: «Chi sei tu per dirmi stai zitto? Io te mando all’ospedale». «All’ospedale ci mando io a te», dice la prof. E lui: «Te squaglio nell’acido, te faccio ca… sotto», e poi bestemmia. «Sei squallido, vergognati!». «A schifosa, io t’ammazzo».
Il dirigente: l’alunno è scusato e non è stato punito
Sorpreso il dirigente della scuola laziale, Eugenio Dibennardo: “purtroppo di episodi di questo genere ce ne sono tanti e dappertutto, mi meraviglio come a distanza di un anno e mezzo qualcuno abbia potuto renderlo pubblico diffondendo un video e quindi commettendo un reato di diffamazione e quant’altro”.
Inoltre, fa sapere il preside che “non abbiamo sporto denuncia, né sospeso il ragazzo”.
Il ragazzo, stando a quanto riporta il preside si sarebbe scusato con l’insegnante: “Ho provveduto ad una ammonizione grave orale e scritta che ha pesato sul rendimento e ho convocato i genitori i quali, sebbene abbiano minimizzato l’episodio, hanno convenuto che fosse necessaria una misura di monitoraggio e crescita con degli educatori inseriti nelle attività di gruppo”. Per il dirigente questa sarebbe la soluzione adeguata per episodi di violenza: “è con queste misure che si combatte il bullismo e cyber bullismo, non con le denunce. Infatti, a distanza di un anno e mezzo il ragazzo ha fatto un percorso consapevole e ha raggiunto risultati più che dignitosi”.
Gli insegnanti lasciati soli
In realtà gli insegnanti italiani stanno insorgendo sui social, perché si sentono indifesi e non tutelati. Certo, in questo caso è accaduto un fatto di violenza verbale, molto grave e forte, ma verbale. Trattandosi di ragazzi, a molti sembra assolutamente inutile denunciare e “rovinare” la vita ad un adolescente. Ma bisogna anche considerare che i docenti non si sentono più sicuri e non hanno minimamente il sostegno dei genitori che, anzi, sono molto più pericolosi dei figli, e gli ultimi fatti di cronaca lo confermano pienamente.
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