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Autonomia differenziata, per la scuola regna l’incertezza

di Gianfranco Scialpi, Scuola in Forma, 23.7.2019

– Autonomia differenziata per la scuola, non se ne fa nulla! Così sembrava l’altro giorno. Le prese di posizione autorevoli hanno rimescolato le carte. Non occorre attendere molto per la decisione finale.

Autonomia differenziata per la scuola, questione ancora aperta

A quanto pare l’altro giorno sembrava chiusa la questione relativa all’Autonomia differenziata per ciò che attiene il mondo della scuola. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti dichiarava: “Oggi abbiamo parlato di scuola e ci stiamo riflettendo molto ed è chiaro che la scuola e i docenti non possono che essere nazionali“.

Immediate le dichiarazioni trionfalistiche degli esponenti del M5s. L’On. L. Azzolina ha dichiarato “La mia felicità sta nel fatto che, come Movimento 5 Stelle, siamo riusciti a garantire che il sistema nazionale di istruzione restasse unitario. Cosa significa? Significa che indipendentemente dal luogo in cui uno studente nasca o è già nato abbia diritto al medesimo livello di istruzione.”

Quindi, questione archiviata? Purtroppo resta l’incertezza per la reazione molto dura dei governatori Fontana (Lombardia) e Zaia (Veneto) che chiedono per le loro Regioni rispettivamente ventitré competenze. Ha dichiarato il secondo:” Vogliamo un’Autonomia vera, non un pannicello caldo. A queste condizioni non firmiamo“.

E’ indispensabile confermare l’opposizione al progetto

Quali le previsioni? Difficile ipotizzare uno scenario. Soprattutto quando si tratta di rapporti politici e di una questione che può provocare una frattura tra il Nord e la Lega che, seppur diventata nazionale, rimane essenzialmente attenta alle richieste delle regioni del settentrione.

Sicuramente i Governatori non stanno tenendo conto delle osservazioni della magistratura contabile, come da me presentate. Rilievi di natura costituzionale e finanziaria. L’autorevolezza della Corte dovrebbe indurre i Presidenti di Regione a riconsiderare le loro richieste. Alcune di queste risultano incostituzionali, per via dell’articolo 5 della Costituzione:”La Repubblica è una e indivisibile“.

A questo aggiungo che il problema non è solo la possibilità di indire concorsi, ma anche, tra l’altro, di trasferire la competenza di retribuzione dei docenti dallo Stato alla Regione.
Mi auguro che questo non avvenga, considerando che secondo il vice premier Matteo Salvini l’insegnante è un  privilegiato perché fa tre mesi di ferie l’anno, non deve fare politica…

Si immagini quale sarebbe la nuova condizione dell’insegnante in regioni dove governa la Lega. Quale libertà di pensiero potrebbe avocare a sé in questi contesti, sapendo che lo stipendio è oggi una variabile dipendente dalla Lega, domani…

Per questi e altri motivi mi auguro che il M5s mantenga il punto, anche a costo di interrompere bruscamente l’alleanza governativa con la Lega. E’ in gioco la libertà e la dignità dei docenti. Se consideriamo anche gli studenti, non è azzardato dire che in prospettiva è in gioco il futuro democratico del Paese.

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Autonomia differenziata, per la scuola regna l’incertezza ultima modifica: 2019-07-23T19:51:44+02:00 da
Gilda Venezia

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