inviata dal Comitato “Trasparenza è partecipazione”, 31.12.2019
– Si apprende la recente volontà del Governo di nominare l’On. Lucia Azzolina come Ministro dell’Istruzione, scelta probabilmente inopportuna. Rispetto ai principi di imparzialità della funzione esecutiva, si è invero inteso assegnare la guida del dicastero ad una persona che ha partecipato con esito positivo al concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici 2017, nonostante non fosse una candidata qualunque: in quello stesso momento, infatti, era componente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, in qualità di parlamentare 5 Stelle. Il succitato concorso, annullato lo scorso luglio con sentenza del TAR Lazio, successivamente appellata dal MIUR e sospesa dal Consiglio di Stato, è ora in attesa di giudizio di merito ed è inoltre oggetto di un procedimento penale in fase di indagine per gravi irregolarità.
Tale nomina rispecchia davvero i principi pubblicistici di imparzialità e di trasparenza? Non è forse ravvisabile in tale designazione un conflitto di interessi, atteso che la pronuncia del Consiglio di Stato potrebbe comprimerne o comunque condizionarne gli interessi legittimi? In qualità di Ministro e di candidata idonea, infatti, dinanzi alle storture del concorso, potrebbe mai auspicare la conferma di annullamento ove ciò servisse a ripristinare la giustizia distributiva?
In considerazione della rilevanza del settore scuola ai fini dell’elevazione sociale e civica del Paese, del nostro sentimento di appartenenza alle Istituzioni, ci chiediamo come possa operare con serenità ed equidistanza in pendenza di un procedimento amministrativo e penale.
È noto che la proliferazione del contenzioso e la consequenziale sentenza di annullamento esigono il ripristino dell’equità e della trasparenza: assegnare la guida del Ministero, da cui gli stessi ricorrenti dipendono, all’on. Azzolina, portatrice di interessi specularmente opposti, è realmente la scelta più saggia? Sia che il Consiglio di Stato confermi la sentenza demolitoria del TAR Lazio, sia che, nell’ipotesi opposta, si rendano necessariesoluzioni che tutelino le parti in causa: l’on. Azzolina potrà operare con imparzialità e terzietà, pur trovandosi in una posizione non neutrale? Riuscirà a gestire lo stesso contenzioso, considerando altresì le numerose istanze di accesso agli atti tuttora inevase, malgrado l’impegno assunto pubblicamente da parte del Ministro dimissionario? In ultima analisi, è davvero esclusa la possibilità che il duplice ruolo di Ministro e vincitrice di un concorso annullato confliggano in modo inconciliabile? Inoltre, sarebbe opportuno sapere se la Signora Ministro sia parte o meno di qualche ricorso ad adiuvandum proposto presso lo stesso Consiglio di Stato.
Auspichiamo che si dia concreta risposta a queste domande più che legittime.
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