di Gianna Fregonara e Orsola Riva, Il Corriere della sera, 20.11.2020.
La ministra in diretta Facebook spiega che non ci sarà un provvedimento ad hoc per l’abolizione delle classi pollaio: «Contiamo sul calo demografico». Mentre annuncia 25 mila nuove cattedre di sostegno che i concorsi già varati non sono in grado di riempire.
La ministra nello spiegare come funzionerà il piano – sebbene ridimensionato rispetto alle aspettative create un anno fa quando la legge antipollaio era stata discussa in Parlamento – mette nel conto anche «le 25 mila assunzioni sul sostegno». In realtà gli insegnanti di sostegno non servono a questo. Ma certamente aiuterebbero il normale svolgimento del lavoro a scuola. Peccato però che anche in questi numeri – le assunzioni sono previste invece nella legge di bilancio – si stia giocando con le cifre e con i finanziamenti alla scuola. Intanto le nuove assunzioni a tempo indeterminato annunciate ieri sono spalmate su tre anni: l’anno prossimo arriveranno solo 5 mila docenti in più, per i successivi ventimila bisognerà aspettare altri due anni: 11 mila arriveranno nel 2022-23 e gli ultimi 9 mila nel 2023-24. Con buona pace delle famiglie degli alunni disabili alle prese ogni anno con la girandola dei supplenti assunti per un anno soltanto e per lo più in deroga al requisito della specializzazione. Del resto, al di là degli annunci, la ministra sa bene che di insegnanti di sostegno pronti per l’assunzione al momento semplicemente non ce ne sono. Le graduatorie degli insegnanti con il titolo di specializzazione su sostegno sono esaurite da tempo. Delle ventimila nuove cattedre che il Mef aveva autorizzato già per quest’anno a settembre se ne sono materializzate solo duemila: una su dieci. Era in corso prima del 4 novembre il concorso straordinario per 32 mila nuovi prof delle medie e delle superiori che è stato rinviato a primavera quando sperabilmente la pandemia potrebbe dare un po’ di tregua. In tutto per il sostegno sono in palio 5.669 posti, ma le domande presentate sono state meno della metà, perché pochissimi dei già pochi insegnanti «titolati» ad assistere gli alunni disabili possedevano il requisito richiesto per partecipare a questa prova riservata ai precari di lungo corso: almeno tre anni di servizio nelle scuole. E così a settembre 2021 se va bene arriveranno 2.500 insegnanti in più (per quanto la prova sia facilitata, ci sarà pure qualche bocciato) che non basteranno nemmeno a riempire i buchi dell’anno scorso A primavera – è vero – dovrebbe partire anche il concorso ordinario per 33 mila posti al quale finalmente potranno partecipare tutti coloro che si sono specializzati negli ultimi anni. Fra prova preselettiva, scritto e orale i primi docenti saliranno in cattedra a settembre 2022. Ma, al punto in cui siamo, per mantenere la promessa di 25 mila docenti di sostegno in più in tre anni (e ripianare i buchi del passato) bisognerebbe immaginare di riservare tutti i posti – anche quelli ordinari – solo al sostegno. A meno che il ministero non abbia in mente una soluzione ad hoc per gli insegnanti dei disabili (per esempio una stabilizzazione semi automatica di tutti coloro che hanno seguito i corsi universitari di specializzazione a numero chiuso, come proposto a suo tempo dal Pd): un’ipotesi che finora Azzolina ha sempre respinto in nome del dettato costituzionale che prescrive il concorso per l’accesso ai posti pubblici.
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