Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola 29.3.2016
In materia di “bonus premiale” per i docenti c’è una questione che fino ad ora non è stata adeguatamente esaminata.
Si tratta dei tempi entro i quali verranno resi noti i criteri stabiliti dal comitato di valutazione.
Non è un problema di poco conto perchè, per quanto ne sappiamo, nella stragrande maggioranza delle scuole siamo ancora ben lontani dalla definizione di tali criteri e – se tutto andrà per il meglio (o per il peggio, a secondo dei punti di vista) – se ne parlerà non prima del mese di maggio.
In pratica i criteri saranno noti ad anno scolastico quasi concluso.
E’ del tutto evidente che criteri adottati a posteriori si prestano a critiche di vario genere: il più banale è che in tal modo si possono definire modalità di distribuzione del fondo quasi “ad personam”. Stabilire, per esempio, che possono accedere al premio i docenti che si sono resi disponibili per sostituire colleghi assenti, escluderebbe di fatto coloro che non hanno dato tale disponibilità senza conoscere questa regola fin dall’inizio.
Il rischio di ricorsi è elevato e non è da escludere che il contenzioso possa finire in qualche aula di tribunale.
D’altronde sarebbe come se in una partita di calcio si decidesse a 20 minuti dalla fine che non si recuperano i tempi persi o che addirittura si assegna un bonus-goal ogni 10 calci d’angolo (un po’ come si fa talvolta nelle partitelle fra scapoli e ammogliati).