La stragrande maggioranza degli insegnanti cerca di evitare gli incarichi organizzativi perché si tratta di tempo ed energie sottratte alla didattica, alla preparazione delle lezioni e delle verifiche e, più in generale, alla natura intrinseca del lavoro degli insegnanti: insegnare.
Il 13 settembre entrano a scuola i ragazzi. Gli insegnanti si sono ritrovati per preparare i lavori annuali già dall’1/9 e la questione del Green pass ha nascosto molti problemi che da anni minano e limitano il lavoro d’aula.
Mai come quest’anno però si è fatta assillante la ricerca degli incarichi che sono su autocandidatura, ma che “si devono fare“. Stanno diventando materia di scontro, specialmente nei piccoli plessi, dove ci sono pochi insegnanti e un numero di incarichi sempre più crescente. In questi primi giorni Dirigenti e vicari si sono mossi alla ricerca di responsabili, coordinatori, referenti, funzioni strumentali, tutor, gruppi di lavoro, verbalizzatori, animatori di tutti i tipi: bisogna costruire l’Organigramma, formare lo Staff, trovare chi dovrà elaborare PTOF e NIV, coordinare i Progetti, gestire il GLO, seguire i PON, amministrare il registro elettronico e il sito della scuola, impostare la formazione e molto altro ancora.
Non si vedono tanti che sgomitano quanto piuttosto molti docenti che sono invitati, sollecitati, incalzati, addirittura braccati. Ma la maggior parte dei colleghi è poco convinta e restia a dare la propria disponibilità. Il motivo di tanta diffidenza è chiaro: svolgere queste funzioni assorbe spesso un tempo incalcolabile, sempre maggiore di quello prospettato e comunque non adeguatamente riconosciuto; spesso pagato a forfait dal FIS, a volte addirittura non riconosciuto o non pagato perché “le risorse del FIS sono sempre più limitate“.
Ma il vero motivo per cui la stragrande maggioranza degli insegnanti cerca di evitare a questi ruoli è che si tratta di tempo ed energie sottratte alla didattica, alla preparazione delle lezioni e delle verifiche e, più in generale, alla natura intrinseca del lavoro degli insegnanti: insegnare.
Le frustrazioni poi non nascono solo dal mancato o irrisorio riconoscimento economico di queste attività, ma soprattutto perché spesso si traduce in attività meramente formali e burocratiche: bisogna scrivere e elaborare progetti, produrre scartoffie che nessuno legge ma che la Scuola deve avere.
Poi quello che si fa in classe rimane tutta un’altra cosa, che nei fatti risulta marginale e residuale.
Questa è la direzione in cui stiamo andando da qualche decennio: e poi ci vengono a dire che tutto serve per mettere al centro i ragazzi.
Bisogna invertire questa tendenza e tornare a chiarire i ruoli: Primum docere, deinde ….
Gilda degli insegnanti della provincia di Venezia
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Braccati ultima modifica: 2021-09-12T10:09:00+02:00 da
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