Orizzonte Scuola, 30.9.2016
– Che sulla scuola regni il caos in queste settimane è notizia ormai nota. E’ di questi giorni una ammissione del Premier su scelte sbagliate in merito alla mobilità docenti, ma Italia Oggi aggiunge altre informazioni, che però al momento non trovano conferma né smentita.
Scrive Alessandra Ricciardi su Italia Oggi del 30 settembre “A palazzo Chigi si temono i risvolti negativi che il caos generato avrà sul referendum del 4 dicembre, andando ad ingrossare le ragioni del no nella categoria. Tanto che, dicono rumors governativi, il premier è fortemente deciso a bloccare fino a quella data i decreti attuativi della riforma, dalla nuova istruzione professionale all’istituzione di un modello generalizzato di offerta formativa per la fascia di età dei bambini 0-6 anni. Preferendo concentrarsi sulla legge di Stabilità”
Dunque, uno stop temporaneo alla riforma che, per essere completa, deve ancora attuare il lungo cammino delle deleghe, a partire da quella che sembrava essere ormai in dirittura di arrivo, cioè la riforma del segmento 0-6.
Uno stop, scrive Italia Oggi, dovuto al malcontento che serpeggia nel mondo della scuola e che potrebbe incidere sul referendum del 4 dicembre. Meglio procedere con i piedi di piombo, a quanto pare. Nelle prossime settimane sapremo se i rumors potranno essere confermati o smentiti.
Nel frattempo, si continua a lavorare, come testimoniato dai tweet della Sen. Puglisi, in prima linea su questo argomento
“Questa mattina a Roma @GruppoInfanzia presenta “quadro europeo zerosei” . La delega #labuonascuola sarà avanguardia. È l’Europa che ci piace”
Ma dall’altro lato dovrebbe invece andare avanti la richiesta di inserire il potenziamento per l’infanzia nella prossima Legge di Stabilità, facendo così tirare un sospiro di sollievo ai docenti delle GaE ancora in attesa del ruolo dopo la delusione del piano straordinario praticamente nullo del 2015 e dopo il grande pasticcio per lo svuotamento delle graduatorie del concorso 2012 su base nazionale del 2016.
Una norma molto attesa anche per le difficoltà del settore, allo stremo per l’impossibilità di poter effettuare le supplenze brevi.
Anche in questo caso il periodo fino a dicembre sarà decisivo per capire se la proposta diventerà legge.
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