Il Corriere della Sera, ed. di Roma 12.11.2016
– Secondo i dati ministeriali, saranno oltre un milione (il doppio che nel 2015) in Italia gli studenti di licei e istituti tecnici superiori coinvolti nel programma. L’esempio di Qui! Group, azienda attiva in Italia e in Brasile nel settore del welfare e dei pagamenti
Secondo i dati Miur, saranno oltre un milione gli studenti di licei e istituti tecnici superiori coinvolti nel programma di Alternanza scuola-lavoro, previsto dalla Buona Scuola e partito lo scorso anno. Quasi il doppio, rispetto all’anno scolastico precedente (2015-2016), che aveva coinvolto 652mila studenti. L’alternanza prevede l’inserimento dei ragazzi nelle aziende, con 400 ore di tirocinio negli istituti tecnici superiori e 200 ore nei licei. Obiettivo: tradurre in pratica le lezioni teoriche, far vivere agli studenti un’esperienza «sul campo», aiutarli ad orientarsi e decidere sul loro futuro professionale. Ma, soprattutto, avvicinare il mondo delle imprese e a quello delle scuole, riducendo il gap, che è tra le principali cause della difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro una volta terminati gli studi.
Ma come funziona un progetto di alternanza? «Nell’idea di abbattere le barriere tra teoria e pratica, tra scuola e impresa, noi abbiamo previsto, in collaborazione con il consorzio Elis di Roma che da anni si occupa del networking tra studenti e imprenditori, sia alcune lezioni in aula, preparate in collaborazione tra i docenti e i nostri professionisti, sia un periodo di tirocinio in azienda”, racconta Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, azienda attiva in Italia e in Brasile nel settore del welfare e dei pagamenti. QUI! Group è tra le aziende che inizia la sperimentazione dell’alternanza scuola-lavoro proprio quest’anno: è la prima volta che accoglie liceali in sede. «Finora, abbiamo sempre collaborato con le Università e inserito laureandi o neolaureati che sono in seguito entrati a far parte del nostro team. Per il nostro Gruppo, in cui l’età media delle risorse è di 33 anni, i giovani sono un valore», conclude il presidente Fogliani.
Tra le altre aziende coinvolte si contano molti grandi gruppi internazionali, come Bosch, che ha attivato il progetto Allenarsi per il futuro, o General Electric, che apre le porte dei diversi business del Gruppo, (Energia, Aeronautica, Sanità, Digitale…). Anche Siemens, che proporrà moduli di project management, o Accenture, con il Job Lab. Cinquemila saranno poi gli studenti coinvolti nel progetto del Fai, che parteciperanno agli eventi nazionali e alle giornate Fai come «apprendisti ciceroni». A contribuire alla diffusione dell’Alternanza, ci sono anche le oltre 70 partnership attivate dagli Uffici scolastici regionali e i 45 protocolli nazionali siglati tra Miur e singole associazioni, come quello con Confindustria, firmato lo scorso anno a JOB&Orienta. E per consentire alle scuole di individuare più agilmente posizioni disponibili e contattare le strutture ospitanti, è nato a settembre il «Registro nazionale delle imprese” (www.scuolalavoro.registroimprese.it), piattaforma sviluppata da Unioncamere, che propone oltre 20mila posizioni di alternanza e più di mille organizzazioni che le offrono (imprese, pubbliche amministrazioni, ordini professionali e organizzazioni non profit).
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