di Claudia Voltattorni, Il Corriere della Sera 8.1.2016.
LA POLEMICA
Il caso dei comitati di valutazione con docenti, rappresentanti di studenti e genitori e un membro esterno. Ma la Uil: deriva burocratica, scelgono solo dirigenti scolastici
Doveva essere il comitato di valutazione con docenti, rappresentanti di studenti e genitori, presidi e un membro esterno a fare da garanzia scelto fra «docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici». Lo prevede il comma 129 della legge 107, la Buona scuola. Il comitato decide e definisce i criteri per assegnare il bonus in denaro ai prof più meritevoli. È uno dei cardini della riforma Renzi-Giannini che intende premiare i migliori. Ma anche uno dei punti più contestati da docenti e soprattutto sindacati contrari da sempre all’affidare la valutazione del merito a presidi, studenti e genitori. Il ministero dell’Istruzione sta sollecitando le scuole a formare al più presto questo organismo. Ma, denuncia la Uil scuola, «sulla valutazione prevale la burocrazia» e la formazione del comitato sta diventando «una scelta ideologica sbagliata che si sta realizzando in pieno stile burocratico».
Spiega Pino Turi, segretario Uil Scuola: «La legge prevede che nel comitato sia nominato un componente esterno, scelto tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici, senza che sia previsto alcun compenso, per equità si direbbe». Invece, «stanno decidendo le direzioni regionali nominando d’ufficio e in maniera unilaterale dirigenti e dirigenti in pensione». Una circolare del Miur inviata lo scorso novembre a tutte le direzioni scolastiche regionali sottolineava «l’urgenza d’intervento anche per l’individuazione del componente esterno» e aggiungeva: «A tal proposito, si ritiene che all’interno delle tre tipologie individuate dalla norma (docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici), nell’ambito di una procedura di rapida attuazione, la scelta potrebbe ricadere preferibilmente tra i dirigenti scolastici,. comprendendo se necessario anche il presonale collocato in quiescienza da non più di tre anni». Ecco, dice Turi, «come se non bastassero i docenti contrastivi, nelle nomine del comitato di valutazione si scelgono ancora una volta dirigenti per riconoscere agli insegnanti l’assegnazione del bonus».
E in una nota inviata dalla Uil al capo di gabinetto del Miur si legge: «Si sta gestendo una delle più delicate novità normative con approccio meramente burocratico, come si trattasse di semplice adempimento, senza alcuna considerazione sulla ricaduta concreta di tali decisioni: una deriva burocratica che va, a nostro parere, interrotta e corretta. Il ministro è ancora in tempo per intervenire: ciò che nelle intenzioni del legislatore doveva essere l’elemento qualificante della riforma rischia di trasformarsi in un comitato in cui tutti, genitori, studenti e dirigenti possono dare lezioni e stabilire criteri di retribuzione dei docenti».
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