“Buona Università”: il PD prima scrive le conclusioni, poi ti ascolta

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Il Partito Democratico «si riserva di presentare le proprie proposte durante le prossime settimane dopo aver completato una doverosa campagna di ascolto, coinvolgimento e partecipazione». Questa è la premessa del documento che dichiarava di sintetizzare  considerazioni e proposte emerse durante il dibattito svolto il 26 Febbraio presso la Sede Nazionale del PD. Un documento di sintesi che però ignora del tutto il dibattito, dato che è al 99% il risultato di un copia-e-incolla da un documento risalente ad un mese e mezzo prima. In altre parole, il PD organizza una campagna di ascolto, coinvolgimento e partecipazione, ma le conclusioni del “percorso condiviso” erano state scritte da tempo e aspettavano solo di essere tirate fuori dal cassetto.


Paradossi


Su Roars abbiamo da poco segnalato uno strano paradosso temporale (La “Buona Università”: un precotto confezionato a gennaio?). I punti fondamentali della bozza della “Buona Università” anticipati da Repubblica sono tutti reperibili in un file pdf, che, se si dà fede alle sue proprietà, risale al 12 gennaio scorso ed è stato generato dal computer del sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa (PD). È però Francesca Puglisi (Responsabile nazionale Scuola del PD) a rivendicare la paternità del documento, non senza accusare la Redazione di Roars di averlo trafugato:

Gianclaudio Bressa è il mio compagno. Il suo nome appare semplicemente perché mi hanno rubato l’Ipad e lui mi ha regalato il suo pc portatile personale (comprato regolarmente con soldi suoi…eh) con cui ho scritto insieme ad altri la bozza di documento che voi avete trafugato.

Lasciando da parte le accuse gratuite e diffamatorie, torniamo al cuore del problema. Ci troviamo di fronte a un paradosso, perché, nelle intenzioni del Partito Democratico, le proposte sulla Buona Università avrebbero dovuto essere frutto di un “percorso condiviso” la cui prima tappa era stata la giornata di ascolto YOUniversity.lab, tenutasi il 26 Febbraio presso la Sede Nazionale del PD. A quanto pare, invece, era tutto già stabilito e quello dell’ascolto era solo un rituale.

Francesca Puglisi, però, nega con decisione:

La giornata di ascolto è stata finta? No. Ascolto vero, a cui hanno partecipato 150 tra associazioni, istituzioni e enti di ricerca. Gli interventi sono disponibili nella pagina web dedicata all’università del PD. Sulla base di ciò che abbiamo ascoltato, miglioreremo il documento e convocheremo nel mese di Giugno una giornata aperta per lavorare in tavoli tematici. Da lì uscirà la nostra proposta.

Per fortuna, c’è un modo molto facile per verificare se l’ascolto è stato vero oppure finto. A valle della giornata di ascolto, è stata pubblicata una “Sintesi della giornata di ascolto sul’università e la ricerca promosso dal Partito Democratico”. Non è nemmeno necessario trafugarla, dato che è agevolmente reperibile in rete, per esempio qui.

Per capire quanto attento sia stato l’ascolto, confrontiamo il documento di “Sintesi della giornata di ascolto sul’università e la ricerca promosso dal Partito Democratico” con il documento “La Buona Università e la Buona Ricerca” uscito dal computer di Bressa il 12 gennaio scorso.

Nella prima pagina della Sintesi, vengono enunciati nobili intenti di ascolto:

Una buona riforma che riesca ad intervenire con efficacia non puo’ infatti essere calata dall’alto come troppo spesso è avvenuto ma necessita di un percorso condiviso simile a quanto è stato effettuato per La Buona Scuola.

Si ricorda anche la coralità della partecipazione che ha visto rappresentate un po’ tutte le categorie del mondo accademico:

Le proposte avanzate dal mondo accademico sono state moltissime: nel corso del dibattito sono intervenuti rettori, direttori di dipartimento, docenti, ricercatori, studenti, rappresentanti sindacali, ricercatori e dirigenti degli Enti di Ricerca.

La premessa si chiude con la presentazione della struttura del documento:

Dopo una breve introduzione che offre un quadro della situazione italiana, la sintesi ha raggruppato le proposte in 11 aree tematiche.

Per tutte le 11 aree tematiche, è possibile trovare  un corrispettivo nel documento di gennaio. Ma la chiave del confronto riguarda il testo delle restanti quattro pagine. Come dettagliato nell’appendice di questo post, il 99% del documento di sintesi è ottenuto tramite un semplice copia-e-incolla di pezzi presi dal documento di gennaio.

L’unica lieve differenza che siamo stati in grado di rilevare riguarda il passaggio sull’auspicata uscita dell’università dalla pubblica amministrazione, che nella sintesi ha visto l’aggiunta di una frase (il grassetto è nostro):

Su poco più di 2.000 parole usate per sintetizzare la giornata di ascolto, l’unica frase significativa che non sia riconducibile al copia-e-incolla consta di 13 parole:

Questo non vuol dire deregolamentare il sistema, ma ottimizzare e semplificare le regole.

In conclusione, il “vero ascolto” ha partorito una sintesi così composta:

  • un po’ più di 2.000 parole, frutto di copia-e-incolla da un documento scritto un mese e mezzo prima;
  • 13 parole nuove (meno dell’1% del totale).

Immaginiamo la soddisfaziome delle “150 tra associazioni, istituzioni e enti di ricerca”, i cui interventi hanno pesato per meno dell’1% contro il 99% e più di contenuti precotti.

Ciò nonostante, chi pensa che la giornata di ascolto sia stata un rituale inutile, si sbaglierebbe. Se da un lato la sostanza del dibattito è stata ignorata, la giornata di “ascolto” ha consentito di legittimare come frutto di “percorso condiviso” i punti programmatici scritti dalla Puglisi “insieme ad altri” a metà gennaio. Non era certo previsto che il clamoroso “copia-e-incolla” finisse sotto gli occhi di tutti.

Nel suo benvenuto a YOUniversity.lab, Francesca Puglisi aveva preannunciato una seconda giornata di “ascolto”:

Sara nostra cura fare una sintesi di ciò che oggi ascoltiamo e arrivare ad una giornata in cui elaboreremo nel profondo cio che dagli interventi di oggi inizierà ad emergere

Elaborare nel profondo“. Parole suggestive, senza dubbio, ma se l’oggetto dell’elaborazione è il risultato di un “copia-e-incolla”, la metafora perde un po’ del suo fascino Adesso che abbiamo capito come funziona il metodo del (non)ascolto targato PD, suggeriamo, molto rispettosamente, di risparmiarci un secondo rituale. Perché perdersi dietro decine di interventi? Basta che ci mandino le conclusioni già stabilite in anticipo.


 APPENDICE: Confronto tra la Sintesi della giornata di ascolto (26/2/15) e il documento “La Buona Università e la Buona Ricerca” (12/1/2015)

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“Buona Università”: il PD prima scrive le conclusioni, poi ti ascolta ultima modifica: 2015-04-21T05:10:38+02:00 da
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