Esami di Stato

Caccia ai commissari per la maturità 2020

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 8.6.2020.

Nelle scuole è corsa contro il tempo per l’organizzazione della maturità 2020. Se possibile più degli altri anni. Sia perché l’esame sarà completamente nuovo (anziché due scritti e un orale ci sarà solo un colloquio di un’ora davanti a una commissione con 6 prof interni e il presidente esterno), sia perché i 515mila studenti coinvolti (inclusi i 17mila privatisti che lo svolgeranno a settembre) torneranno in classe dopo oltre tre mesi di didattica a distanza. E dovranno farlo in sicurezza. Un protocollo convidiso ministero dell’Istruzione-sindacati dice come: mascherina obbligatoria per tutti, 2 metri di distanza, ingressi e uscite differenziate, 15 minuti di break tra un candidato e l’altro. A disposizione ci sono i 39,2 milioni (di cui 8,2 destinati alle paritarie) del decreto Rilancio.

I dispositivi di protezione

La ripartizione dei fondi c’è già stata. Ogni dirigente ha ricevuto un importo calcolato su alunni e spazi. Dei 39,2 milioni citati, 36 serviranno alla pulizia degli 8.006 plessi coinvolti (6.406 statali e 1.600 paritari): ciascuno ha ricevuto in media 4.500 euro. Gli altri 3,2 milioni serviranno all’acquisto di 754mila mascherine da 60 centesimi l’una. La maggior parte (541.657 per un esborso di 324mila euro) andrà agli studenti che le useranno una volta sola. Mentre la fetta più ampia di risorse (2,1 milioni) servirà a proteggere i 180mila commissari chiamati a una ventina di giorni di lavoro.

Le commissioni incomplete

Il primo test sul campo si avrà lunedì 15 giugno, quando presidenti e commissari si dovranno riunire per gli adempimenti preliminari all’esame di Stato. Lì si vedrà quanto saranno ampie le “defezioni”, che stanno preoccupando la vigilia della nuova maturità. Alla data di venerdì 5 giugno su 12.998 presidenti ne mancavano all’appello 1.282 (pari al 9,8%). L’assenza di candidature “spontanee” tra i destinatari del bando – i dirigenti scolastici del primo ciclo (quelli del secondo ciclo sono obbligati) e i docenti di ruolo con almeno 10 anni di servizio – ha costretto il ministero dell’Istruzione a emanare un’ordinanza ad hoc per precettare i candidati: gli Usr, in difficoltà, possono nominare anche prof con meno di 10 anni di ruolo purché non impegnati come commissari, oltre a docenti e ricercatori universitari. Come piano B è possibile accorpare le commissioni della stessa scuola o di istituti limitrofi.
A frenare quest’anno la partecipazione agli esami non c’è solo il timore per l’emergenza sanitaria, ma anche alcune decisioni del ministero dell’Istruzione. Ad esempio il nuovo esame di terza media, con la discussione dell’elaborato online davanti al consiglio di classe prorogata fino al 30 giugno, costringe moltissimi presidi del primo ciclo a restare in sede per organizzare al meglio queste attività; così come la scelta di avere tutti commissari interni, nata dall’esigenza di agevolare gli studenti dopo mesi difficili, ha di fatto svuotato il bacino di insegnanti con i 10 anni di anzianità, considerando anche le esclusioni possibili (legge 104, part-time, motivi di salute), in larga parte già attivate anche dagli stessi commissari, specie se rientranti tra i lavoratori “fragili”. A queste criticità il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ne aggiunge un’altra: «Qualche commissario, qualificato come “fragile” per effetto della sorveglianza sanitaria, lavorerà in remoto (da casa) e quindi difficilmente potrà visionare la documentazione cartacea dei candidati. Se è vero che dovrebbe comunque conoscerla perché si tratta di docenti interni alla classe – aggiunge – per i privatisti potrà esserci qualche difficoltà in più».

L’incentivo economico

Per incentivare la partecipazione dei commissari il ministero ha deciso di mantenere immutati i compensi: 1.153,25 euro base per i presidenti (che possono salire in caso di nomine fuori distretto o comune), 366,94 euro per i membri semplici. Chissà se basteranno a vincere la paura del Covid-19 e convincerli a essere della partita.

Veneto, le scuole professionali tornano in classe

Le classi terze e quarte delle scuole professionali del Veneto rientrano in classe per un’intera settimana per preparare al meglio gli esami di qualifica e l’esame per il diploma. Un ritorno sui banchi rivolto ad una platea potenziale di 6.217 studenti, 5.544 allievi del terzo anno ordinario, 508 allievi del terzo anno duale e 1.615 allievi del quarto anno duale: studenti che potranno beneficiare, prima del 30 giugno, termine dell’attività formativa, di una settimana di ripasso e approfondimento in vista dell’esame.

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Caccia ai commissari per la maturità 2020 ultima modifica: 2020-06-08T06:36:06+02:00 da
Gilda Venezia

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