Cambiare la “buona scuola”? Forse dopo il referendum. Ma forse no

Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola  7.8.2016

– Serpeggia sibilando una notizia su interent secondo cui il premier Matteo Renzi vorrebbe liberarsi dell’attuale ministra all’istruzione, Stefania Giannini, perché non avrebbe saputo gestire lo sfrozo straordinario fatto con la riforma della cosiddetta “Buona scuola”, quella che avrebbe dovuto stupire il mondo dell’istruzione ma che invece ha lasciato semplicemente basito.

In pratica sarebbe nelle sue “spire” attorcigliata l’idea di cambiare subito dopo il 4 dicembre, con l’esito del Referendum costutuzionale, l’impalactura della legge 107 e rivederla. Come per certi versi sta provando a fare con la legge elettorale “Italicum” per accontentare la minoranza Dem nel suo partito: degli aggiustamenti per fare votare “Sì” insomma.

“Nonostante i tre miliardi d’investimenti e un piano straordinario di 120mila assunzioni, il sistema scolastico è in difficoltà e Renzi non ha risparmiato critiche al ministro Giannini: «Se fossimo stati più bravi a gestire questa vicenda, sarei stato più contento»

Renzi in base a queste dichiarazioni dunque sembrerebbe scontento della attuale ministra, mentre teme, ma è ormai un dato accertato, che proprio quelli, i docenti e il personale Ata (un milione di persone circa a cui si aggiungerebbero familiari e parenti e amici) a cui si era rivolto con tanto entusiasmo per le assunzioni e gli investimenti di oltre tre miliardi, compresi i bonus (80 euro e 500 euro per aggiornamenti) votino un secco “No” al prossimo referendum del 4 dicembre, mettendolo all’angolo.

“Quindi a palazzo Chigi”, si insinua, “si sta lavorando a una exit strategy. Che va avanti già da qualche tempo. Basti pensare che i decreti attuativi della riforma non sono ancora stati resi effettivi.  E il blocco potrebbe durare fino a dopo il referendum. Per decidere, poi, di andare avanti o cambiare. Ipotesi che non è per nulla da escludere. Anche per questo il ministro Giannini nell’incontro con i sindacati non ha potuto dare risposte più concrete su Algoritmo, Tfa, GaE, Pas e aumenti salariali”, mentre rimane sulla testa la spada di Damocle dell’ondata di ricorsi” contro i trasferimenti dell’algoritmo.

In definitiva i motivi ci sarebbero tutti per “rinnovare” il ministero dell’istruzione o per cambiare alcuni pezzi della legge 107, come per esempio i quattro punti messi in discussione dai sindacati e per i quali si sta chiedendo il referendum; ma c’è pure il rischio che una passibile annunciata revisione, in vista del referendum costituzionale,  possa avere tutto il sapore della  classica “annuncite” a cui il premier ci ha da troppo tempo abituati.

.

Cambiare la “buona scuola”? Forse dopo il referendum. Ma forse no ultima modifica: 2016-10-07T10:39:04+02:00 da
Gilda Venezia

Leave a Comment
Share
Pubblicato da
Gilda Venezia

Recent Posts

Copiare compiti in classe, tra cellulari, smartwatch, chat gpt, per gli studenti furbetti diventa sempre più semplice

di Dino Galuppi, La Tecnica della scuola, 7.6.2024. Siamo in chiusura di un altro anno…

6 ore fa

Gps, quando flagrare l’annualità su posto di sostegno

La Tecnica della scuola, 7.6.2024. Gps, annualità su posto di sostegno maturate entro l’anno scolastico…

7 ore fa

C2 . . . Colpito e affondato

di Giacomo Limoni, InfoDocenti.it, 7.6.2024. Il mercato dei titoli è diventato sempre più fiorente: una…

21 ore fa

Percorsi abilitanti da 30 CFU: il servizio vale

Obiettivo scuola, 6.6.2024. GPS, chiarimento Ministeriale: valutabile il servizio svolto durante lo svolgimento dei corsi…

22 ore fa

Insegnanti di sostegno confermati dalle famiglie: come funziona

di Teresa Maddonni, Money.it, 4.6.2024. Il nuovo decreto Scuola in Gazzetta Ufficiale prevede novità per…

1 giorno fa

Docenti di sostegno confermati dalle famiglie nella stessa scuola o classe dell’anno prima?

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 6.6.2024. Cosa dice il DL Scuola. La norma…

1 giorno fa