Cercasi supplenti per la didattica a distanza, meglio se muniti di Pc

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di Eu.B. Il Sole 24 Ore, 20.3.2020

– Adesso le scuole sì che sono chiuse davvero. In una nota appena inviata agli istituti scolastici il ministero dell’Istruzione elenca tutte le precauzioni da prendere per limitare al minimo la presenza di personale nei plessi scolastici. Dai presidi in giù. E interviene anche sulla nomina dei supplenti brevi con incarichi legati alla didattica a distanza: dovranno essere dotati di adeguata strumentazione informatica. Altrimenti toccherà ai dirigenti scolastici o ai capi segreteria procurargliene uno in comodato d’uso.

L’utilizzo di supplenti brevi

Partiamo da quest’ultimo punto. La nota di viale Trastevere richiama l’articolo 121 del decreto “Cura Italia” nel punto in cui stabilisce che l’eventuale stipula di un contratto di supplenza sia comunque subordinata alla disponibilità di «una propria dotazione strumentale per lo svolgimento dell’attività lavorativa … al fine di potenziare le attività didattiche a distanza». Dunque, per avere l’incarico temporaneo, i prof dovranno avere un pc o un tablet proprio. Per evitare di penalizzare gli aspiranti docenti meno equipaggiati tecnologicamente la circolare chiarisce che la disponibilità «potrà essere assicurata dal Dsga – vale a dire i capi segreteria, ndr – in quanto consegnatario e dal dirigente scolastico attraverso l’istituto del comodato d’uso». Peccato che all’appello nelle scuole italiane ne manchino già oltre 46mila tablet, stando ai primi dati sul monitoraggio della didattica a distanza condotta nei giorni scorsi, e che gli 85 milioni aggiuntivi sul Fondo innovazione tecnologica necessitino di un altro provvedimento attuativo.

Meno accessi possibili nelle scuole

Veniamo all’obiettivo principale della nota ministeriale: ridurre il più possibile le presenza negli istituti scolastici. Il primo strumento da attuare – sottolinea nel testo il Capo dipartimento istruzione, Max Bruschi – è sfruttare al massimo il telelavoro. A cominciare dai dirigenti scolastici a cui è chiesto di «mantenere “attive” e aperte le funzioni dell’istituzione scolastica, a prescindere dalla chiusura o apertura “fisica”di un edificio». Ove possibile grazie allo smart working che il preside può attivare senza formale richiesta a nessuno.

Chiusura delle sedi secondarie

Nel ricordare che il lavoro agile deve riguardare anche il personale di segreteria e gli Ata in generale – ove possibile – la nota intima ai dirigenti scolastici, da un lato, di chiudere «i plessi scolastici tenuti ancora formalmente aperti, ma che non ospitano strutture amministrative essenziali per il funzionamento dell’amministrazione». E, dall’altro, di tenere aperta la sede principale limitatamente «alle esigenze indifferibili e il cui svolgimento non può essere effettuato in forma agile».Fino a nuova disposizione del governo.

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Cercasi supplenti per la didattica a distanza, meglio se muniti di Pc ultima modifica: 2020-03-20T06:36:15+01:00 da
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