Notizie della scuola, 10.9.2015.
Uno dei punti innovativi della legge 107/2015 è rappresentato dalla formazione in servizio dei docenti, che diventa “obbligatoria, strutturale e permanente”. Un primo banco di prova è rappresentato dalle attività che dovranno essere predisposte fin da subito per i docenti neo-assunti nel corrente anno scolastico. Vediamo quali le novità introdotte dalla Buona Scuola e quali le ipotesi per il nuovo anno di formazione.
Ma l’“indurimento” delle procedure valutative è compensato dalla previsione di un supporto più sostanzioso al neo-assunto nel periodo di formazione, attraverso un percorso formativo più articolato e con l’affiancamento di un collega esperto con funzioni di tutoraggio.
Cosa ci dice l’esperienza?
In questa prospettiva si è già mosso il MIUR nel corso dell’a.s. 2014-2015[1] (in cui 28.000 docenti sono stati assunti nei ruoli), modificando le precedenti routine formative e proponendo un modello formativo arricchito da diversi tipi di azioni:
Gli esiti del monitoraggio svolto dal MIUR e da Indire hanno fornito riscontri positivi sui diversi passaggi del nuovo modello: dalla fase di peer review (di cui è stato apprezzato lo stimolo aperto al confronto, alla condivisione, alla reciproca collaborazione tra docenti junior e senior) alla fase del portfolio (di cui è stata apprezzata la semplicità dell’impianto e lo stimolo alla riflessione sulla propria didattica e professionalità).
Tavola 1 – Cosa osservare in classe?
Una semplice check-list può consentire di tenere sotto controllo gli indicatori più significativi dell’azione didattica:
L’osservazione dovrebbe cogliere dominanze, regolarità, stili di lavoro rilevabili in una ipotetica ora di lezione, scandita in unità temporali più ridotte (ad esempio di 10/15 minuti), corredandola di notazioni di eventi, incidenti critici, reazioni, ecc. |
Fonte: linee guida per l’anno di formazione in Emilia-Romagna, 2015-15. www.istruzioneer.it (area formazione)[3]
Ipotesi per il nuovo anno di formazione
È dunque prevedibile che per i nuovi immessi in ruolo venga riproposto il percorso messo alla prova nei mesi scorsi, con gli opportuni adattamenti. Nel caso dei neo-assunti si stratta di ben calibrare gli aspetti valutativi del periodo di prova (ben visibili nei commi della legge di riforma) con quelli “formativi”, cioè di incentivo alla crescita professionale. Questa tensione è ben visibile in un oggetto come il “bilancio di competenze”, che implica un mix di azioni autovalutative e di sguardi “esterni”, per consentire al docente di ricostruire il senso del proprio lavoro e darsi degli obiettivi di miglioramento, posizionandosi rispetto a standard professionali di riferimento.
Tavola 2 – Verso gli standard professionali
Prendersi cura degli allievi e della didattica
Prendersi cura della gestione della scuola
Prendersi cura della propria professionalità
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Fonte: materiali per anno di formazione 2014-15. MIUR-INDIRE.
Sono maturi i tempi affinché ogni docente sia invitato a compiere – all’inizio del proprio incarico – una sincera autoanalisi delle proprie dimensioni professionali sulla base di alcuni standard (conoscenze disciplinari e didattiche; capacità relazionali e gestione della classe; collaborazione con i colleghi nell’ambito della scuola, cura della propria formazione) su cui innestare un programma di sviluppo professionale, formalizzato in un vero e proprio patto con la scuola di inserimento.
Al termine del percorso l’insegnante dovrebbe compiere un nuovo bilancio del proprio progresso professionale in un processo continuo di miglioramento. Questo ciclo dovrebbe costituire l’essenza del portfolio in cui documentare la traiettoria in continua evoluzione della professionalità.
Parallelamente si svolge l’azione valutativa del dirigente per la conferma in ruolo del docente, ma questa è un’altra storia…. [per cui bisogna attendere il decreto attuativo].
[1] Un’analisi delle caratteristiche innovative dell’anno di formazione 2014-15 è reperibile nel webmagazine di Giunti Scuola, a cura di G.Cerini: http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/anno-di-formazione-che-sia-un-anno-utile/
[2] Sulla pluralità di usi del portfolio (tra funzione autovalutativa e riflessiva e funzione valutativa e certificativa) si veda la ricognizione compiuta da S.Quattrocchi, Perché un portfolio per il docente?, in “Rivista dell’istruzione”, n. 5, settembre-ottobre 2015, Maggioli.
[3] I materiali elaborati in occasione dell’anno di formazione 2014-15 in Emilia-Romagna sono presentati nel volumetto USR ER, Essere docenti in Emilia-Romagna, Tecnodid, Napoli, 2015. Reperibile in rete:http://www.istruzioneer.it/wp-content/uploads/2012/01/EssereDocenti2014-15.pdf
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